Come funziona la cassa integrazione? Significato di CIGO, CIGS e CIGD, la retribuzione e tutte le regole per accedere agli ammortizzatori sociali INPS.
La cassa integrazione guadagni (CIG) è uno strumento di sostegno al reddito che ha l’obiettivo di aiutare i lavoratori e le imprese in momenti di crisi temporanea. Infatti, le aziende in crisi o nelle quali sono in atto processi di riorganizzazione che comportano la riduzione dell’orario di lavoro possono accedere alla cassa integrazione a copertura degli stipendi dei propri dipendenti.
Questa misura permette, quindi, di garantire un’integrazione salariale ai dipendenti sospesi o ridotti in orario lavorativo a causa di difficoltà aziendali. Si tratta di un meccanismo di ammortizzatore sociale, gestito dall’INPS, che tutela sia i lavoratori, che possono continuare a percepire un reddito, sia le imprese, che evitano di ricorrere a tagli del personale.
Ma cos’è e come funziona la cassa integrazione? Vediamo nel dettaglio cosa prevede, come funziona, chi ne ha diritto e quali sono guadagni e modalità di pagamento.
Cos’è la cassa integrazione: significato e definizione
La cassa integrazione consiste nel versamento da parte dell’INPS di una somma di denaro a favore di dipendenti che si trovano in precarie condizioni di lavoro, in quanto il datore di lavoro ha disposto la diminuzione della retribuzione, a seguito di una riduzione o di una sospensione dell’attività lavorativa per molteplici cause.
La cassa integrazione è uno strumento previsto per limitare le conseguenze negative di crisi aziendali a carico dei lavoratori. In sostanza, nei casi in cui l’impresa sia in difficoltà, interviene un fondo costituito presso l’INPS, che garantisce ai dipendenti il versamento d’importi di sostegno.
La cassa integrazione rappresenta una sorta di «cuscinetto sociale», ideato per evitare licenziamenti, permettendo ai lavoratori di ricevere comunque parte dello stipendio. Questa misura non solo aiuta i lavoratori a mantenere un reddito, ma agevola anche le aziende, riducendo i costi del personale durante periodi difficili.
Esempio pratico: immaginiamo un’azienda tessile che subisce un drastico calo degli ordini. Per non licenziare il personale, l’azienda può richiedere la cassa integrazione, riducendo le ore di lavoro. L’INPS coprirà una parte dello stipendio per ogni ora non lavorata, garantendo un supporto sia all’impresa sia al lavoratore.
Tipi di cassa integrazione: caratteristiche e durata
Esistono tre principali tipi di cassa integrazione, ognuna pensata per rispondere a situazioni specifiche e riservata a determinate categorie di aziende e lavoratori.
Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO)
La CIGO è destinata a rispondere a crisi temporanee di aziende che attraversano difficoltà non strutturali, ovvero eventi transitori e imprevedibili, come problemi climatici, calo di commesse o difficoltà nel reperimento delle materie prime. La CIGO copre la sospensione o riduzione temporanea dell’attività lavorativa per un massimo di 52 settimane, rinnovabili entro un arco temporale specifico. La CIGO è accessibile in settori come quello manifatturiero, il commercio e altri settori regolati.
La cassa integrazione ordinaria prevede il versamento al lavoratore di un’indennità pari all’80% dello stipendio che quest’ultimo avrebbe percepito qualora avesse potuto effettuare il normale orario di lavoro.
Per il calcolo dell’importo dovuto bisogna tener conto dei limiti dell’orario stabilito dai contratti collettivi (in ogni caso questo non deve superare le 40 ore settimanali) e il limite massimo mensile dell’assegno stabilito di anno in anno.
La domanda di cassa integrazione ordinaria deve essere presentata alla sede INPS dove si trova l’unità produttiva interessata dalla riduzione o sospensione dell’attività lavorativa.
Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS)
La CIGS è riservata alle aziende che attraversano crisi più gravi e di lunga durata, come ristrutturazioni, riorganizzazioni o crisi aziendali profonde che richiedono soluzioni più complesse e strutturali. La durata massima della CIGS è generalmente di 24 mesi in un quinquennio mobile, e può essere estesa a 36 mesi in specifici casi di contratti di solidarietà. Il sostegno è riservato a imprese con almeno 15 dipendenti e a settori specifici, tra cui l’industria e il commercio.
Dopo aver presentato domanda di cassa integrazione straordinaria è previsto che l’orario di lavoro venga ridotto o sospeso entro 30 giorni.
I lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria hanno diritto a percepire un’integrazione dello stipendio pari all’80 per cento della retribuzione che sarebbe spettata ai lavoratori interessati per tutte le ore di lavoro non effettuate.
Cassa Integrazione in Deroga (CIGD)
La CIGD è uno strumento straordinario introdotto per coprire lavoratori e aziende che non rientrano nelle casistiche della CIGO o della CIGS. Viene spesso attivata in casi di crisi eccezionali (ad esempio, crisi pandemiche o calamità naturali). La CIGD può coprire aziende piccole, di qualsiasi settore, con procedure di attivazione semplificate rispetto alla CIGO e alla CIGS, e si applica anche a lavoratori non coperti dai fondi bilaterali settoriali.
Durata e importo dell’indennità seguono le stesse regole della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
La legge di riferimento per la cassa integrazione
La Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è regolata principalmente dal Decreto Legislativo n. 148/2015, che organizza gli ammortizzatori sociali per le aziende in difficoltà, fissando i requisiti di accesso, i limiti e le durate per ciascuna tipologia di CIG. Questo decreto ha razionalizzato la normativa precedente, stabilendo criteri più chiari per l’accesso e differenziando le varie forme di integrazione salariale in base alla tipologia di crisi aziendale e alla durata della difficoltà economica. Tra le altre normative di riferimento, troviamo anche leggi specifiche che regolano settori o situazioni particolari, come il Decreto Ristori, che ha introdotto norme eccezionali durante la pandemia COVID-19.
Con l’introduzione del D.Lgs. 148/2015, è stato ridotto il numero di aziende che possono accedere alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), riservandola a settori specifici e a crisi strutturali (es. riorganizzazioni e ristrutturazioni aziendali).
La legge impone anche un limite temporale per il ricorso alla CIGS, differente rispetto a quello della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO). La durata massima della CIGO è limitata a 52 settimane, mentre per la CIGS si può arrivare fino a 24 mesi in casi particolari. Altri aggiornamenti normativi hanno migliorato l’efficienza della CIG, introducendo procedure di pagamento dirette per ridurre i tempi di attesa dei lavoratori.
Una componente cruciale del sistema normativo sulla CIG è rappresentata dal Fondo di Integrazione Salariale (FIS), istituito per garantire ai lavoratori non coperti dalla CIGO o CIGS un sostegno al reddito. I fondi bilaterali di solidarietà settoriali, stabiliti per settori specifici come il commercio o l’artigianato, sono stati inoltre resi obbligatori, estendendo il raggio di azione della cassa integrazione. In caso di crisi economica estesa a livello nazionale o di emergenze sanitarie, i governi hanno la facoltà di intervenire con decreti specifici per prorogare o ampliare l’accesso alla CIG, come avvenuto con i Decreti Ristori e Cura Italia, che hanno introdotto deroghe temporanee ai limiti di durata della CIG per fronteggiare l’emergenza pandemica.
Come funziona la cassa integrazione
Il funzionamento della cassa integrazione è già stato, in parte, spiegato, con il dettaglio di ogni tipologia. Ci sono, però, alcune domande relative alle varie CIG a cui vale la pena rispondere nello specifico.
A chi si richiede?
La cassa integrazione è richiesta direttamente dal datore di lavoro all’INPS, specificando il tipo di cassa integrazione necessario e i motivi della crisi. Le aziende devono presentare la richiesta attraverso i servizi online INPS, inserendo i dettagli relativi alla riduzione o sospensione dell’attività e il numero di dipendenti coinvolti.
In particolare, per la CIGO, l’azienda deve dimostrare la temporaneità della crisi e l’assenza di alternative per sostenere l’occupazione. La domanda deve essere corredata da tutta la documentazione necessaria, inclusi gli accordi con i sindacati, che devono essere consultati prima di richiedere la CIG per garantire la tutela dei lavoratori.
Nel caso della CIGS, la procedura di richiesta prevede la stipula di un accordo sindacale preventivo e la presentazione di un piano dettagliato di riorganizzazione o ristrutturazione, approvato dall’INPS e dal Ministero del Lavoro. La CIGD, invece, può essere richiesta anche da aziende di piccole dimensioni in settori non coperti da CIGO o CIGS, e segue procedure semplificate, attivate con il supporto delle regioni e delle parti sociali.
Chi paga?
Il pagamento della cassa integrazione è gestito dall’INPS, che utilizza fondi pubblici e contributi versati dalle aziende al Fondo di Integrazione Salariale (FIS) o ai fondi bilaterali di solidarietà.
Gli oneri della CIG sono coperti in parte anche dai datori di lavoro, che versano contributi proporzionali al numero di dipendenti e alla retribuzione. Quando la CIG è richiesta per motivi strutturali (come la CIGS), il Ministero del Lavoro può intervenire per coprire parzialmente i costi della misura.
Come viene pagata e quando?
Il pagamento può avvenire in due modi: pagamento diretto da parte dell’INPS, o anticipo dal datore di lavoro con successivo conguaglio INPS. Nel pagamento diretto, l’INPS eroga l’importo direttamente al lavoratore, solitamente entro 60 giorni dalla domanda.
Nell’anticipo, l’azienda anticipa la cifra spettante e successivamente viene rimborsata. Le tempistiche possono variare e, in situazioni di crisi eccezionale, il pagamento può subire ritardi.
Procedura di attivazione
La procedura di attivazione della CIG segue un iter preciso.
- L’azienda deve presentare la domanda con la documentazione richiesta e avviare la consultazione sindacale.
- La domanda viene esaminata dall’INPS, che verifica il possesso dei requisiti e approva o respinge la richiesta entro circa 30 giorni. Durante questa fase, è fondamentale che l’azienda dimostri la temporaneità della crisi (per la CIGO) o la necessità di ristrutturazione (per la CIGS).
- Una volta approvata, la CIG ha effetto retroattivo dalla data indicata nella richiesta e resta in vigore per il periodo approvato.
Requisiti per la cassa integrazione: chi ne ha diritto? Ecco chi può riceverla
La cassa integrazione è accessibile solo se l’azienda e i lavoratori rispettano determinati requisiti. Le aziende devono operare in settori specifici (industria, commercio, artigianato) e avere una situazione di crisi comprovabile. Per la CIGO, è necessaria una crisi temporanea (es. eventi meteo o calo delle commesse); per la CIGS, invece, è richiesta una crisi strutturale, come la ristrutturazione o il contratto di solidarietà. Inoltre, l’azienda deve dimostrare di aver preso misure per ridurre i costi e di aver consultato le rappresentanze sindacali. Tutti requisiti di base già affrontati nei paragrafi precedenti.
Dal lato dei lavoratori, per accedere alla CIG è necessario essere dipendenti con un contratto subordinato. Non possono accedere alla CIG i collaboratori occasionali, i tirocinanti e i liberi professionisti. Inoltre, è richiesta un’anzianità di almeno 90 giorni lavorativi nell’azienda che richiede la CIG (nel caso di CIGS). Questo requisito può variare leggermente a seconda del tipo di cassa integrazione.
Più nel dettaglio, la cassa integrazione è concessa a determinate categorie di soggetti.
- Operai
- Apprendisti assunti con l’apprendistato professionalizzante
- Impiegati
- Quadri
- Lavoratori titolari di un contratto di inserimento
- Lavoratori titolari di un contratto di solidarietà
- Soci delle società di cooperative di produzione e lavoro.
I lavoratori che percepiscono la cassa integrazione per sospensione o riduzione dell’orario di lavoro superiore al 50% devono recarsi obbligatoriamente presso il centro per l’impiego e stipulare il Patto di Servizio Personalizzato, pena la decurtazione della cassa integrazione fino a completa decadenza.
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Guadagni e retribuzione della cassa integrazione
La retribuzione in cassa integrazione è regolata da precisi massimali che vengono aggiornati annualmente dall’INPS. Questi massimali variano in base alla retribuzione ordinaria del lavoratore, e si applicano con una percentuale di sostegno calcolata sul salario precedente.
Nel 2024, per esempio, la cassa integrazione copre, come detto, circa l’80% della retribuzione lorda per le ore non lavorate, con un limite massimo che varia a seconda della tipologia di contratto e del settore.
Massimali e percentuali di compensazione
Il sistema di compensazione prevede un massimale, ovvero un importo massimo che non può essere superato. I massimali variano su base annuale e, per il 2024, sono organizzati come segue:
Retribuzione Mensile | Percentuale CIG (%) | Massimale Mensile |
---|---|---|
Fino a 2.159,48 € | 80% | 1.202,15 € |
Oltre 2.159,48 € | 80% | 1.456,10 € |
Questi massimali sono applicati alla retribuzione ridotta in base alle ore di lavoro effettivamente svolte. Ad esempio, un lavoratore con retribuzione superiore a 2.159,48 €, che lavora solo il 50% delle ore normali, riceverà un’integrazione pari a metà del massimale previsto per quella fascia.
Retribuzione netta e trattenute
La CIG rappresenta un sostegno parziale al reddito, con l’applicazione delle ordinarie trattenute fiscali e previdenziali. L’importo netto percepito potrebbe quindi risultare inferiore alla retribuzione precedente, poiché l’INPS detrae le imposte, comprese quelle comunali e regionali, dalla somma versata.
Ciò significa che, pur percependo un importo pari all’80% della propria retribuzione lorda, il lavoratore si troverà con una retribuzione netta inferiore, anche a causa del massimale.
Le regole per lavoratore e datore di lavoro
Durante il periodo di cassa integrazione, i lavoratori mantengono alcuni diritti, come quello alla conservazione del posto di lavoro e all’anzianità lavorativa. Anche i contributi figurativi vengono accreditati a favore del lavoratore, assicurando la continuità previdenziale e pensionistica.
Tuttavia, il lavoratore non può svolgere un’altra attività retribuita in concorrenza con l’azienda durante il periodo di CIG.
Il datore di lavoro, dal canto suo, ha diritto di sospendere o ridurre temporaneamente la prestazione lavorativa senza dover ricorrere al licenziamento, potendo beneficiare degli ammortizzatori sociali per affrontare situazioni di difficoltà economica senza perdere il personale qualificato.
Per quanto riguarda i doveri, invece, i lavoratori hanno l’obbligo di rendersi disponibili per eventuali richiami al lavoro e devono comunicare immediatamente all’azienda l’eventuale svolgimento di altre attività lavorative. Il datore di lavoro, invece, ha l’obbligo di informare correttamente i dipendenti sul periodo di sospensione e di presentare puntualmente la documentazione necessaria all’INPS.
CIG e impatto su TFR, scioperi, ferie e malattia
L’indennità di cassa integrazione non è inclusa nel computo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), che si calcola solo sulla parte di retribuzione effettivamente percepita in busta paga per il lavoro svolto. Tuttavia, durante la cassa integrazione, il lavoratore continua a maturare il proprio diritto al TFR, calcolato sulla base della retribuzione effettiva (ridotta per effetto della sospensione o riduzione delle ore).
In caso di sciopero, i lavoratori in CIG hanno comunque il diritto di aderire, anche se l’attività è già sospesa. Tuttavia, la partecipazione allo sciopero non comporta la sospensione della CIG.
Per quanto riguarda le ferie, invece, queste non maturano durante il periodo di cassa integrazione a zero ore, poiché l’attività è completamente sospesa. Nel caso di riduzione delle ore, la maturazione delle ferie è proporzionale alle ore effettivamente lavorate.
Infine, in caso di malattia durante la cassa integrazione, il trattamento cambia a seconda delle ore di sospensione.
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