I rifiuti generano cattivi odori, ma bisogna fare attenzione a smaltire la spazzatura per evitare che il propagarsi delle esalazioni infastidisca gli altri: una svista può costare caro.
I rifiuti fanno cattivo odore e questo lo sa chiunque, ma non deve essere una scusa per obbligare i vicini di casa a rassegnarsi e sopportare le esalazioni provenienti dal balcone o dai cassonetti sotto casa. Bisogna adottare tutte le precauzioni possibili per evitare il propagarsi dei cattivi odori, chiudendo adeguatamente sacchi e contenitori per la spazzatura, smaltendo frequentemente e in modo corretto i rifiuti, ma anche tenendo conto delle distanze tra i rifiuti e balconi e finestre altrui.
Questo vale sia tra vicini di casa che più in generale per i cassonetti posizionati fuori dalle abitazioni, i quali devono stare a debita distanza per evitare che la puzza infastidisca gli abitanti. Non è una cosa da poco, le persone infastidite potrebbero avanzare la richiesta di un risarcimento danni per il disagio subito, che può arrivare a toccare cifre molto elevate se vengono riconosciuti anche i danni morali e quelli transitori alla salute.
Spazzatura sul balcone o sul pianerottolo
Per ciò che concerne le abitazioni e non è direttamente regolamentato dal Codice civile bisogna rifarsi al regolamento condominiale e alla regola della normale tollerabilità. Quest’ultima non è una vera e propria regola, bensì la soglia massima entro cui sono consentite le emissioni di qualunque tipo provenienti dal fondo vicino. La legge considera infatti che è inevitabile che i vicini di casa siano colpiti dalle immissioni in modo reciproco, derivanti dal normale utilizzo dell’abitazione, compresi fumi e odori.
Non bisogna però superare un certo livello, ossia quello che è generalmente considerato accettabile, tenendo conto anche della frequenza, della misura, della motivazione. Non è quindi vietato tenere la spazzatura sul balcone in attesa di gettarla, ma bisogna fare attenzione a non infastidire i vicini di casa. Le precauzioni da adottare sono tanto più elevate quanto le distanze sono inferiori, ma non è tutto.
L’immondizia deve essere chiusa adeguatamente, anche per questioni igieniche e di sicurezza e non deve comunque affollare il balcone per più tempo del necessario né tantomeno accumularsi. È possibile far uso di bidoncini e altri contenitori appositi, salvo che sia vietato dal regolamento condominiale, per mantenere il balcone in ordine e contenere le esalazioni. Attenzione anche ai regolamenti comunali e condominiali, che in alcuni casi vietano in assoluto di collocare i rifiuti sul balcone. In genere, tuttavia, si tratta di una condotta tollerata finché temporanea e contenuta.
Diverso il caso del pianerottolo, considerando che questo spazio interessa tutti i condomini e bisogna rispettarne la destinazione d’uso. La Corte di Cassazione ha spesso chiarito che questo comportamento non è accettabile nemmeno in via del tutto temporanea e sporadica per rifiuti ben chiusi; oltretutto se l’azione è frequente e fastidiosa i vicini maturano diritto al risarcimento.
I cassonetti per i rifiuti
Capita anche che il cattivo odore proveniente dai rifiuti non sia attribuibile alla negligenza dei condomini, bensì al posizionamento dei cassonetti. Le norme sulla gestione dei rifiuti urbani impongono una distanza di almeno 5 metri tra i cassonetti e gli ingressi e le finestre, che devono necessariamente essere rispettati, oltretutto devono essere seguite le disposizioni comunali per la raccolta dei rifiuti.
Se i cassonetti sono troppo vicini all’abitazione oppure non vengono spesso svuotati è possibile richiedere l’intervento della società che gestisce la raccolta, ma anche direttamente all’amministratore di condominio per quanto riguarda i cassonetti interni (ad esempio nel cortile dello stabile).
Quanto può costare il cattivo odore della spazzatura
Essere costretti a sopportare il cattivo odore della spazzatura è senza dubbio un grosso disagio, che può tramutarsi in quello che la legge definisce come danno, a patto che il disturbo sia eccessivo per intensità, frequenza e causa (che deve essere perlomeno attribuibile a un soggetto e alla sua responsabilità e non fortuita). Come anticipato, il risarcimento può abbracciare i danni morali e transitori sulla salute psichica come da giurisprudenza e quindi arrivare a svariate migliaia di euro.
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