L’UE mira a ridurre la produzione di beni come l’alluminio o il cemento. Questa riduzione viene ottenuta attraverso l’ETS e il CBAM, che abbassano i livelli di produzione aumentando i costi.
Il meccanismo tariffario del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) dell’Unione Europea mira a integrare l’azione climatica con le normative commerciali, ma l’approccio non è privo di potenziali ripercussioni.
Il 1 ottobre 2023 è entrata in vigore la prima fase transitoria del CBAM. Al momento, si applicherà solo a determinati beni: cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. Entro il 2026, si prevede che il suo ambito si estenderà, coprendo oltre il 50% delle emissioni dei settori inclusi nel Sistema di Scambio delle Emissioni (ETS) dell’UE.
La logica sottostante al CBAM è strettamente legata all’ETS. In questo schema, settori come la produzione di alluminio devono acquistare permessi per le loro emissioni di anidride carbonica. Il costo di questi crediti, noti come Unità di Assegnazione di Emissioni (EUAs), ha raggiunto un massimo storico di oltre 100 euro per tonnellata metrica nel febbraio 2023, stabilizzandosi intorno agli 85 euro entro novembre 2023. Di conseguenza, un produttore di alluminio con sede nell’UE pagherebbe circa 85 euro per ogni tonnellata di CO2 emessa durante la produzione. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA