La Legge di Bilancio 2020 non ha confermato la proroga della cedolare secca per i negozi. Con l’addio della flat tax al 21% si verificherà un aumento degli affitti e dei costi in generale per i proprietari.
Addio alla cedolare secca sui negozi, nonostante le proposte della maggioranza, il regime agevolato sugli affitti non verrà confermato nel 2020.
La conseguenza, chiaramente, è l’aumento del costo degli affitti e delle spese in generale che i proprietari dovranno sostenere.
La tassa piatta del 21% applicata ai negozi è in scadenza al 31 dicembre 2019, e la tassazione agevolata sarà applicabile soltanto ai contratti firmati entro la fine dell’anno.
Dura la replica di Giorgio Spaziani Testa, il Presidente di Confedilizia, secondo il quale il dietrofront del Governo va a colpire il tessuto economico e sociale italiano, senza fare nulla per arginare il problema dei negozi sfitti.
Negozi, cedolare secca addio: dal 2020 aumentano gli affitti
La cedolare secca al 21% per i negozi non è stata prorogata in Legge di Bilancio 2020.
La tassazione agevolata sugli affitti, introdotta dalla manovra dello scorso anno, non è stata confermata nel 2020 e questo vuol dire una sola cosa: l’aumento del costo degli affitti per chi possiede un negozio.
La Commissione di Bilancio ha infatti bocciato gli emendamenti dell’opposizione, col risultato che la cedolare secca al 21% l’anno prossimo non verrà applicata.
La tassazione agevolata sugli affitti è in scadenza il 31 dicembre 2019, e solo chi firmerà un contratto entro la fine dell’anno potrà godere della flat tax al 21%.
Per gli immobili il cui contratto viene firmato entro la fine del 2019 si potrà usufruire della tassazione sostitutiva per tutta la sua durata, che di solito è di sei anni.
L’agevolazione rimane valida anche per chi firma un contratto d’affitto entro la fine del 2019 e lo registra nel corso del 2020.
Naturalmente, va rispettata la regola per cui la registrazione del contratto deve avvenire entro 30 giorni dalla data di stipula.
Negozi, cedolare secca addio: la risposta di Confedilizia
La risposta del Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, non si è fatta attendere.
La mancata conferma del cedolare secca per i negozi è decisamente “una brutta sorpresa”.
Il dietrofront del Governo ha lasciato sconcertato il Presidente Spaziani Testa, visto che la tassazione agevolata è stata introdotta solo un anno fa e per un buon motivo, ovvero contrastare il problema dell’esercito di negozi sfitti:
“Non si comprende che un locale sfitto se viene affittato poi porta risorse nelle casse dello Stato.”
La cancellazione della cedolare secca del 21% sugli affitti dei negozi porterà un aumento delle spese per il proprietario, che dovrà pagare IRPEF, addizionale regionale e comunale, imposta di registro e ovviamente anche l’IMU e la TASI.
In totale, secondo i calcoli di Confedilizia, le spese aumenteranno almeno del 48%.
Una vera e propria stangata per i negozi, che si ripercuote su tutto il tessuto economico e sociale italiano.
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