Sui social è tutto un parlare di quell’ipotesi di Comau, che passerebbe da John Elkann a Elon Musk, fondatore e numero uno di Tesla.
Comau passa da John Elkann a Elon Musk, fondatore e numero uno di Tesla?
Va detto che di Comau, azienda leader, a livello globale, nell’automazione industriale e nella robotica avanzata, con sede a Grugliasco (Torino) e con alle spalle più di 50 anni di esperienza e una forte presenza internazionale, si parla da mesi in relazione, piuttosto, alla cessione da parte di Stellantis, di un pacchetto di maggioranza detenuto nel gruppo al fondo One Equity Partners: notizia che risale al 25 luglio di quest’anno, quando Comau ha annunciato l’intesa raggiunta tra Stellantis e One Equity Partners, con cui il fondo di investimento internazionale ha “sottoscritto un accordo vincolante per effettuare un investimento di maggioranza” nel gruppo, sulla scia di quanto era stato già “stipulato durante la fusione tra le ex FCA e Groupe PSA nel gennaio 2021 da cui è nata Stellantis N.V”.
Un accordo con condizioni finanziarie “non divulgate” (si legge nel comunicato), che ha messo subito sull’attenti il mondo dei sindacati.
Il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici Antonio Spera aveva manifestato subito la contrarietà alla “cessione di Comau a un private equity”: una operazione, aveva detto, “che rischia di disperdere un prezioso patrimonio professionale e industriale, che, invece, andrebbe salvaguardato salvaguardare nell’interesse dei lavoratori e di tutto il Paese”.
Sui social è tutto un parlare di quell’ipotesi che è stata lanciata da Alessandro Aresu, consigliere scientifico della rivista “Limes”, autore di articoli per “Le Grand Continent” e altre riviste, con alle spalle un passato al servizio di diverse istituzioni, tra cui la presidenza del Consiglio, il ministero degli Affari esteri, l’Agenzia spaziale italiana.
Autore dei libri “Il dominio del XXI secolo. Cina, Stati Uniti e la guerra invisibile sulla tecnologia (2022)” e “Geopolitica dell’intelligenza artificiale (2024)”, Aresu ha lanciato lo scenario bomba di una possibile cessione di Comau, gruppo nato come COnsorzio MAcchine Utensili, nel 1973 da diverse piccole aziende con sede a Torino rifornitrici di macchinari al Gruppo Fiat, da parte di Stellantis all’eclettico e controverso fondatore del gigante delle auto elettriche EV Tesla.
La cessione Elkann-Musk si farà?
I timori erano stati tali al punto che il 7 agosto le agenzie di stampa avevano riportato, sulla base di fonti vicine al dossier, che il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, durante una riunione al Mimit al a cui aveva presenziato anche Stellantis, aveva detto che il colosso dell’auto aveva presentato la notifica dell’operazione, “secondo il processo della Golden Power”.
Qualche giorno fa, su X è stato pubblicato il lungo thread firmato da Alessandro Aresu, che ha presentato lo scenario che sta facendo parlare di una possibile cessione di Comau da parte di John Elkann a Elon Musk:
“Il futuro di Comau mi è da tempo parso un tema di interesse nazionale. Ne discutevo già in una vecchia lezione del 2018 al Sistema di Informazione sulla Sicurezza della Repubblica, poi raccolta nel volume del DIS sul golden power, ha ricordato Aresu, facendo notare che John Elkann “vuole diversificare le sue attività attraverso fondi tecnologici con ottica globale” e che “oltre” alla fuffa, ci sono ambizione e network”.
Il punto è che “c’è l’elefante Stellantis nella stanza” a fronte del desiderio di tenersi “Ferrari, che grazie a Marchionne (e ora a Vigna, che Elkann ha scelto, gliene va dato atto) è il gioiello della corona”.
“L’attuale Stellantis diverrà sempre meno importante - scrive ancora Aresu - un “processo in parte inevitabile”, visto che “le cose vanno e andranno male: Stellantis e gli altri gruppi europei difficilmente torneranno competitivi. Gli investimenti sono stati carenti e sbagliati. I cinesi non possono essere arginati”.
Come si arriva a Comau e allo scenario di una cessione a Elon Musk?
Aresu sottolinea che i dubbi sul futuro vedono protagonista “anche Comau”, nel senso che, “se Comau dipende troppo da Stellantis, il futuro è senz’altro grigio, anche se la robotica ha una sua importanza di mercato molto più generale”. Ed è questo che “ci porta a Musk”.
L’analista ricorda tra l’altro che “quando Elkann parla con Musk nel 2021, la cosa davvero interessante è proprio un passaggio su Comau, in cui Musk ricorda la collaborazione per la scala manifatturiera, che per Tesla è molto importante. “Comau is great”, dice Musk a Elkann”.
Vero che, in riferimento all’accordo annunciato alla fine di luglio, si è appreso che Stellantis ha deciso di vendere, sottolinea l’analista, “Ovviamente ai fondi USA” con “una operazione con aderenza politica e prospettiva finanziaria. Ma alla partita manca un elemento industriale, così il futuro di Comau non è chiaro. Alla fine, andrà malaccio o male. Tipo Magneti Marelli”.
Ed è qui che arriva lo scenario bomba: “La novità potrebbe essere inserire Musk nell’operazione, in modo da avere un grande partner industriale. Tesla potrebbe prendere una quota o acquisirla, come con l’operazione di Prüm in Germania di cui avevo parlato anni fa su Limes (qui una vecchia mappa su Tesla)” .
Certo, vanno visti bene i dettagli. Comunque, fidatevi di me - scrive Aresu - Musk ha un piano sul futuro della robotica, sulla “spatial intelligence” nell’AI, gli verrà in mente come usare Comau meglio di attori puramente finanziari .
Tra l’altro, i rapporti tra Elon Musk e Giorgia Meloni, più volte sotto i riflettori remano a favore di un eventuale accordo.
Aresu parla infatti di un intervento che “metterebbe insieme governo e privati, visto il rapporto di Meloni con Musk e l’autorizzazione governativa necessaria. Quindi Elkann e Meloni di fatto si accorderebbero su una partita nazionale nell’interesse italiano”.
E tra l’altro, in Italia, Comau chi se la comprebbe? “Chi ha i soldi per una cosa simile? Pochi. Intesa? Brembo? IMA? CDP? La cassa dei geometri? Leonardo? E che se ne fanno, esattamente? E che diavolo ne sanno di queste cose?”.
Aresu conclude il suo post sottolineando che “viste le alternative, Comau a Musk – Comausk – può essere una buona prospettiva, anche se è improbabile”.
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