Chi è Carlo Nordio, ministro della giustizia del governo Meloni

Luna Luciano

21/10/2022

Carlo Nordio, l’ex-magistrato di Tangentopoli, scende in campo con FdI. Una decisione inaspettata dato che ha sempre negato una sua candidatura. Ecco chi è e quale sarà il suo ruolo nel centrodestra.

Chi è Carlo Nordio, ministro della giustizia del governo Meloni

Carlo Nordio è il ministro della Giustizia per il governo Meloni.

È stata vana la pressione di Silvio Berlusconi, che preferiva Maria Elisabetta Alberti Casellati per il ruolo, visto che Giorgia Meloni è stata risoluta sul nome di Carlo Nordio come ministro della Giustizia.

D’altronde, già la candidatura alle elezioni politiche 2022 aveva destato stupore, se non altro perché l’ex-magistrato, che ha fatto la storia prendendo parte alle indagini di Tangentopoli, ha sempre dichiarato convintamente che non sarebbe mai e poi mai sceso nell’agone politico.

Ormai in pensione, da sempre presentatosi come moderato liberale, è stato a lungo corteggiato dai partiti di centrodestra, ma solo Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è riuscita a strappare quel “sì” dalle labbra di Nordio.

L’aspirante premier può quindi vantare nel suo governo un nome di un tecnico colto e competente. Un’ottima risorsa, dato che è opinione comune che la giustizia resterà uno dei temi centrali del prossimo governo.

Atlantista, appassionato di letteratura e convinto antifascista, antinazista e anticomunista. Ecco tutto quello che c’è da sapere su Carlo Nordio: chi è e qual è il suo ruolo nel centrodestra.

Chi è Carlo Nordio: l’ex magistrato di Tangentopoli oggi al ministero della Giustizia

Uno dei magistrati che ha fatto la storia italiana. Carlo Nordio, trevisano classe 1947, prima ancora di diventare un magistrato, nel 1967 ha preso la sua prima e unica tessera, quella del partito liberale. È poi diventato magistrato nel 1977, portando avanti una lunga carriera, ricca anche d’inchieste giudiziarie importanti e “scomode”.

Nordio ha infatti preso parte all’inchiesta su Mani Pulite, e alle successive di Tangentopoli che portarono al crollo degli storici partiti della prima Repubblica. Non solo, Nordio, come ricorda il Corriere, negli anni Ottanta ha condotto diverse indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona. La sua ultima e più importante inchiesta è quella sul Mose di Venezia, di cui è stato procuratore aggiunto fino al suo pensionamento nel 2017.

Nordio, che si è sempre rifiutato di entrare in politica ma mai di concedere una consulenza, è stato consulente della Commissione Parlamentare per il terrorismo. Ancora, l’ormai ex-magistrato è stato anche presidente della Commissione Ministeriale per la riforma del Codice penale durante il secondo governo Berlusconi.

Alla sua carriera da magistrato, Nordio ha affiancato l’amore per la lettura e scrittura, collaborando come giornalista pubblicista con diverse riviste giuridiche e quotidiani - tra tutte Il Messaggero. Anche scrittore di libri di storia, per due anni è stato anche presidente del Premio Campiello, uno dei riconoscimenti italiani più prestigiosi nel mondo dell’editoria. Inoltre, dal 2018 è membro del Cda della Fondazione Luigi Einaudi Onlus.

Chi è Carlo Nordio e qual è il suo ruolo nel centrodestra?

Carlo Nordio ricopre un ruolo importante all’interno del centrodestra, essendo l’autore del programma di politica giudiziaria della coalizione. Infatti, leggendo l’ultima parte del suo libro “Giustizia ultimo atto” è possibile ritrovare i punti che oggi sono parte del programma elettorale dell’alleanza per il settore giudiziario.

Nordio durante la sua lunga carriera ha sempre lucidamente evidenziato quelle che sono le carenze del sistema giudiziario italiano e non è un caso che all’interno del programma di destra si possano leggere punti come:

  • riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario: separazione delle carriere e riforma del Csm;
  • riforma del processo civile e penale: giusto processo e ragionevole durata, efficientamento delle procedure, stop ai processi mediatici e diritto alla buona fama;
  • riforma del diritto penale: razionalizzazione delle pene e garanzia della loro effettività, riforma del diritto penale dell’economia, interventi di efficientamento su precetti e sanzioni penali.

Adesso per lui è arrivato il momento di mettere in pratica le sue idee e portare a termine delle riforme nel sistema giudiziario. Spesso, infatti, quando si parla del timore per un possibile ritorno del fascismo, Nordio è solito rispondere:

«Il fascismo vive ancora ma nei tribunali perché il Codice è firmato da Benito Mussolini e continua ad essere applicato. A chi sostiene che siamo sull’orlo del fascismo io dico: per toglierne le scorie liberiamoci da questo Codice».

È importante comprendere come la giustizia, tema cruciale nella precedente legislatura, sarà probabilmente - se non di sicuro - di nuovo fondamentale per il prossimo governo, motivo per cui avere un regista come Nordio, che possa indicare le riforme da attuare, è veramente un asso nella manica.

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