A Roma in un’operazione antidroga è stato arrestato anche Marcello Colafigli: ecco chi è questo storico capo della Banda della Magliana e cosa avrebbe fatto.
Chi è Marcello Colafigli? Anche chi non è di Roma o appassionato delle vicende riguardanti la Banda della Magliana, difficilmente potrebbe ignorare la conoscenza di questo personaggio di spicco della malavita capitolina ora nuovamente arrestato a seguito di un’operazione antidroga.
Forse per spiegare meglio chi è Colafigli basterebbe utilizzare il termine “Bufalo”, ovvero il soprannome del celebre personaggio a lui ispirato che è tra i protagonisti della fortunata serie televisiva sulla Banda della Magliana diretta da Stefano Sollima.
A 70 anni Marcello Colafigli è stato arrestato mentre era in regime di semilibertà e condotto nuovamente in carcere. Per la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, negli ultimi tempi sarebbe riuscito a organizzare un vasto traffico di droga dall’estero anche grazie a dei rapporti con esponenti della ’Ndrangheta e della Camorra.
L’inchiesta è nata nel 2020 e ha portato all’arresto in totale di undici persone, con altre sedici invece finite ai domiciliari. Secondo gli inquirenti, Colafigli dalla Magliana avrebbe coordinato l’arrivo a Roma di ingenti quantità di stupefacenti provenienti dalla Colombia.
Per Marcello Colafigli l’accusa è quella di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, una vicenda questa che ha riacceso i riflettori sull’ultimo grande ex capo della Banda della Magliana ancora in circolazione.
Chi è Marcello Colafigli
Marcello Colafigli insieme a Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis e Maurizio Abbatino, è uno degli esponenti più noti e di spicco della Banda della Magliana, il celebre sodalizio criminale che per decenni ha dettato legge a Roma.
Senza dubbio il personaggio del Bufalo a lui ispirato gli ha dato una grande popolarità, ma a Roma da tutti è conosciuto come Marcellone per via della sua imponente stazza e della sua forza fisica.
“Colafigli aveva studiato da geometra ma fisicamente era una specie di orso - ha detto di lui Antonio Mancini, altro ex componente della Banda della Magliana -. Un uomo dotato di una forza disumana. In tribunale da solo ha scosso la gabbia dove eravamo chiusi, con un pugno ha incrinato il vetro blindato. Ma se lo rimproveravo per qualcosa, si faceva rosso in viso come un bambino e la peggiore parolaccia che conosceva era perbacco”.
Stando alle cronache, Colafigli grande amico di Giuseppucci - il Libanese della serie televisiva - è stato uno dei fondatori della Banda della Magliana, gestendo i traffici proprio nell’omonimo quartiere della Capitale.
“Gravato da più ergastoli - si legge sul Fatto Quotidiano -, è stato condannato, tra l’altro, per il sequestro e l’omicidio del Duca Massimo Grazioli Lante della Rovere (considerata l’azione con cui la Banda ha iniziato la propria attività criminale) e l’omicidio, come mandante, di Enrico De Pedis”.
Dopo che gli è stata riconosciuta una infermità mentale con diagnosi che andavano dalla psicosi schizofrenica paranoide alla personalità epilettoide e alla sindrome borderline, ha goduto della semilibertà fino all’ultimo arresto che gli ha spalancato di nuovo le porte del carcere.
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