Scomparsa ad 87 anni la giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg. Trump chiede ai Repubblicani di votare immediatamente il sostituto
È morta, all’età di 87 anni, Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti protagonista di numerose battaglie legali per i diritti delle donne. Ginsburg è scomparsa circondata dalla sua famiglia nella notte di venerdì, nella sua casa di Washington, in seguito a complicazioni del cancro al pancreas.
La sua morte lascia un vuoto anche nella stessa Corte Suprema, e il presidente Donald Trump vuole subito cogliere l’occasione per avanzare una nuova nomina. Vediamo chi era Ruth Bader Ginsburg, e perché la sua morte è diventata immediatamente oggetto del contendere politico nel clima infuocato delle presidenziali USA.
Chi era Ruth Bader Ginsburg
Ruth Bader Ginsburg, nota anche con le sue iniziali RBG, nacque il 15 marzo del ‘33 a Brooklyn, New York, da una famiglia ebrea (il padre era un immigrato ucraino). Dopo una laurea in amministrazione pubblica e il matrimonio, decise di iscriversi alla facoltà di Legge ad Harvard, a soli 22 anni.
Leggenda vuole che il preside della facoltà invitò a cena tutte e 9 le studentesse (in una classe di 500 uomini) di quell’anno, per chiedere loro: “Perché siete alla Harvard Law School, togliendo il posto a un uomo?”.
Dopo diverse difficoltà a trovare lavoro presso studi legali a causa del suo sesso, fondò, nel 1972, un’organizzazione no profit per la difesa delle libertà civili, riuscendo poi a portare 6 casi sulla discriminazione sessuale davanti alla Corte Suprema, vincendone 5.
La sua nomina alla stessa Corte avvenne nel 1993, da parte del presidente Bill Clinton. Diventata la frontman dei giudici liberali, in anni più recenti diviene una vera e propria icona: la sua figura serena e seria, simbolo e fulcro di tante battaglie per i diritti umani racconta alle giovani donne un cambiamento possibile.
Perché Trump vuole nominare subito un altro giudice
Non è un caso che la sua morte sia diventata un vero e proprio caso politico negli Stati Uniti, con Trump che ha manifestato l’intenzione di procedere subito per la sostituzione. Una volontà contraria a quella della stessa Ginsburg.
La giudice, poco prima di morire, avrebbe infatti espresso il desiderio che la nuova nomina fosse posticipata a dopo le elezioni, in modo da tenere la campagna elettorale lontana dalla giustizia.
“Siamo stati messi in questa posizione di potere e importanza per prendere decisioni per il popolo che ci ha eletto con orgoglio, la più importante delle quali è da lungo tempo considerata la selezione dei giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti. Abbiamo questo obbligo, senza indugio!”, ha twittato Trump.
Il presidente vuole cogliere l’occasione per nominare un giudice a lui vicino, il terzo del suo mandato.
La nomina di due giudici della Corte Suprema è stata pubblicizzata da Trump come uno dei più grandi successi del suo mandato. La nomina di un terzo potrebbe dunque fornirgli un importante argomento nel corso di un’agguerrita battaglia elettorale contro il democratico Joe Biden, contro cui attualmente sta perdendo.
Corte Suprema, l’ipocrisia dei Repubblicani
Poco prima del tweet, il capo dei Repubblicani in Senato, Mitch McConnell, aveva detto che la prossima nomina di Trump “sarà votata nel Senato degli Stati Uniti”. L’intenzione ha scatenato accuse di ipocrisia. Nel 2016, in una simile situazione, McConnell aveva bloccato il tentativo dell’allora presidente Barack Obama di nominare un suo candidato.
“Il popolo americano dovrebbe dire la propria nella selezione del prossimo giudice della Corte Suprema. Perciò questo vuoto non dovrebbe essere riempito finché non abbiamo un nuovo presidente”, aveva detto McConnell nel 2016.
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