Gli utenti iPhone potranno intentare cause legali nei confronti di Apple, rea di aver imposto una commissione del 30% sulla vendita delle app causandone l’incremento dei prezzi
Lunedì nero per Apple. Nel giorno in cui tutta Wall Street è in subbuglio per la ripresa della guerra commerciale fra USA e Cina, la società dell’iPhone viene investita da un’ulteriore brutta notizia. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato il via libera alla class action contro l’azienda di Cupertino per violazione delle leggi antitrust sul proprio marketplace, l’App Store. Secondo i legali degli utenti, Apple avrebbe abusato della posizione di monopolio finendo per gonfiare i prezzi delle applicazioni. Ora la società rischia cause per centinaia di milioni di dollari. Alla notizia, il titolo è crollato in borsa, e alle 20.15 di lunedì cede oltre il 5,50%.
Corte Suprema dà l’ok a class action contro Apple
La sentenza è passata con 5 voti a favore e 4 contro. Decisivo quello di Brett Kavanaugh, uno dei due giudici voluti da Donald Trump, che si è schierato con i giudici liberali in opposizione ai conservatori.
L’accusa rivolta ad Apple è che la commissione del 30% imposta agli sviluppatori su ogni app venduta rappresenta un uso improprio del monopolio, che avrebbe causato l’aumento dei prezzi. Gli utenti iPhone sono obbligati a scaricare applicazioni solo attraverso l’App Store di Apple, e ad oggi si calcola che i download effettuati siano oltre 200 miliardi.
Prezzi gonfiati sull’App Store di Apple
La linea difensiva di Apple era che solo gli sviluppatori, e non i consumatori, avrebbero potuto avviare l’azione legale. Un’opinione rigettata dalla Corte Suprema. “La tesi di Apple non aveva molto senso, se non tirare fuori Apple da questa e altre cause”. La battaglia legale, in effetti, imperversa da quasi un decennio, e il risultato potrebbe influenzare il modo in cui Apple e altre grandi società tech come Amazon, Facebook e Google strutturano i propri asset.
Al momento, Apple è impegnata in una battaglia legale anche in Europa. L’applicazione per lo streaming musicale Spotify ha denunciato la compagnia di Cupertino all’Antitrust Ue per la medesima imposizione del 30% di dazi.
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