La Polonia si sarebbe opposta a collaborare con gli investigatori europei ma la versione di Seymour Hersh trova sempre più conferme. Il ruolo degli Stati Uniti e della Norvegia.
Era il settembre 26 settembre 2022, circa un anno e mezzo fa, quando i gasdotti sottomarini Nord Stream 1 e 2 che collegano Russia e Germania sono stati sabotati, secondo le autorità svedesi e come confermato dalla Commissione europea.
In una dichiarazione del 27 settembre 2022, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen affermava che “qualsiasi interruzione deliberata dell’infrastruttura energetica europea attiva è inaccettabile e porterà alla più forte risposta possibile”. Ne consegue che “la Commissione seguirà gli Stati membri interessati e la Norvegia per scoprire i responsabili del sabotaggio e assicurarsi che ne rispondano”.
Il gasdotto appartiene alla società statale russa Gazprom ed è stato costruito con il sostegno di cinque aziende energetiche europee. Si tratta dell’austriaca Omv, della britannica Shell, della francese Engie, della tedesca Uniper e della tedesca Basf. Qualcuno, però, sta facendo di tutto per ostacolare le indagini sul sabotaggio di una infrastruttura che ha contribuito a rendere la Germania uno dei Paesi economicamente più competitivi al mondo. [...]
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