Ecco chi deve pagare le spese legali di divorzio e separazione a seconda dei casi e quanto (e quando) influisce l’addebito sulla divisione dei costi.
Il divorzio e la separazione comportano alcune spese legali, legate per lo più alla parcella degli avvocati di parte. In un ambito di conflitto può essere complicato scegliere la ripartizione delle spese (se di comune accordo, i coniugi hanno piena libertà di scelta) ed è utile sapere qual è la previsione della legge a riguardo, soprattutto quando si prevede la possibilità di addebito della separazione o del divorzio. Ecco chi paga le spese legali.
Divorzio e separazione consensuali
In caso di divorzio e separazione consensuali il problema sulle spese legali si pone esclusivamente quando i coniugi scelgono di procedere dinanzi al giudice. Il divorzio in Comune, ad esempio, non obbliga le parti all’assistenza di un avvocato e l’unica spesa è rappresentata dalla marca da bollo di 16 euro per l’atto.
Nella negoziazione assistita, invece, ciascun coniuge si fa assistere da un avvocato per la definizione del divorzio e della separazione, facendosi in automatico carico dei costi. Il divorzio e la separazione in tribunale, anche quando consensuali, comportano invece una spesa maggiore, legata principalmente agli onorari dei rispettivi legali.
Di regola, ogni coniuge paga il proprio avvocato e la metà delle altre spese. Trattandosi di una procedura consensuale, infatti, solo le parti possono trovare accordi diversi in merito. È quindi possibile che solo uno dei due accetti di farsi carico di tutte le spese legali per il divorzio o la separazione, ma non può esservi obbligato. Anche in tribunale, peraltro, i coniugi possono farsi assistere da un unico avvocato per contenere le spese e quindi dividerle a metà (o nel modo concordato).
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Divorzio e separazione giudiziali
Quando il divorzio e la separazione sono giudiziali, ossia quando i coniugi non sono d’accordo sulla volontà di separarsi e divorziare o sui punti principali, le spese lievitano inevitabilmente.
Oltretutto, la divisione delle spese legali è influenzata inevitabilmente dal possibile addebito della colpa a carico dei coniugi. Non necessariamente, però, la parte a cui sono stati addebitati la separazione e il divorzio è tenuta a pagare le spese legali di entrambi. La decisione spetta al giudice, in base alle questioni specifiche della lite.
In ogni caso, i coniugi che decidono l’avvocato da cui farsi assistere ne accettano anche il preventivo personalmente e sono quindi obbligati a pagare quanto pattuito. Si tratta di un esborso inevitabile, a meno che si ottenga la difesa con gratuito patrocinio. Nel caso in cui il giudice dovesse addebitare parte o tutte le spese a carico di un coniuge, questo dovrà quindi procedere a un rimborso.
La compensazione delle spese e il principio di soccombenza
La compensazione delle spese legali è un’eccezione alla formula ordinaria con cui le spese sono un onere della parte soccombente per la quale, appunto, ognuno paga la parcella del proprio avvocato e le altre spese personali senza aver diritto a rimborsi.
Molto spesso i giudici su separazioni e divorzi adottano proprio questa modalità, dato che l’addebito della separazione o del divorzio è meno frequente di ciò che si pensa e non ha sempre la stessa gravità. La norma è quindi che ognuno paga le proprie spese processuali.
Quando la separazione e il divorzio sono addebitati a uno dei due coniugi, specie se al 100%, il giudice può però applicare il principio di soccombenza, per il quale il soccombente deve farsi carico di tutte le spese legali e processuali. Di solito, questo principio viene applicato per responsabilità evidenti e gravi o pretese infondate che hanno dato luogo quasi inutilmente al giudizio.
Nell’ipotesi in cui l’addebito della separazione sia pronunciato per entrambi i coniugi con diverse misure di responsabilità, anche le spese possono essere solo parzialmente rimborsate da colui che ha la colpa quantificata maggiormente.
Patrocinio gratuito per divorzio e separazione
Per regola ogni coniuge deve pagare la sua parte di spese o comunque anticiparle, perciò è consigliabile informarsi preventivamente sulla possibilità di accedere al gratuito patrocinio.
Quest’ultimo permette di ricevere un’assistenza legale gratuita per il cliente (pagata all’avvocato dall’Erario) che rispetta i limiti reddituali e alcuni requisiti di legge oppure è vittima di reati particolarmente gravi fra quelli previsti dall’ordinamento. Il limite di reddito per accedere al gratuito patrocinio opera però per le cause di divorzio e separazione e per il 2023 è stato recentemente innalzato a 12.838,01 euro.
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