In un videomessaggio all’assemblea di Confagricoltura la presidente Giorgia Meloni spiega cosa vuole fare il governo in Europa per fermare il cibo artificiale e promuovere il made in Italy.
Contro il cibo artificiale e a favore del “made in Italy”. Così Giorgia Meloni, in un videomessaggio all’assemblea di Confagricoltura spiega qual è la strategia del governo italiano in Europa sui temi alimentari e agricoli.
Secondo la numero uno di Palazzo Chigi, infatti, il cibo artificiale “rischia di spezzare il legame millenario che esiste tra la filiera agroalimentare e i prodotti destinati al consumo”, mentre quello che va difeso è il “cibo naturale, uno dei punti di forza del nostro made in Italy”.
Per questo la presidente del Consiglio rivendica di aver ottenuto risultati importanti in Europa, a partire dall’eliminazione del vino e della carne dalla lista degli alimenti considerati in parte nocivi per la salute. Ma anche il Nutriscore, l’etichettatura Ue sui cibi ritenuta non adeguata dall’Italia e rimandata a fine ottobre al 2024. Una battaglia portata avanti dal governo Draghi e che si è conclusa poco dopo il giuramento dell’esecutivo Meloni.
Cos’è il Nutriscore e perché spaventa l’Italia
Il Nutriscore è un sistema di etichettatura per i prodotti alimentari ideato per combattere l’obesità e le malattie cardiovascolari, con varie proposte di applicarlo a livello europeo per tutti i Paesi membri. È stato sviluppato da un équipe di epidemiologia nutrizionale per il Ministero della Salute francese, utilizzando le tabelle della Food Standard Agency del Regno Unito.
Il sistema, a semaforo, assegna colori e lettere in base alla salubrità degli alimenti, ovvero al livello di zuccheri, grassi e sale in 100 grammi di prodotto.
All’Italia, ma anche ad altri Paesi (Svezia, Ungheria, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia e Lettonia) non piaceva perché sarebbe un sistema che non considera alcune importanti caratteristiche dei prodotti e li valuta indipendentemente dalla consigliata per una dieta considerata sana da medici e nutrizionisti.
La battaglia italiana contro il Nutriscore
Insomma, non sarebbe in linea con la cosiddetta “dieta mediterranea”, che tuttavia è un concetto di difficile definizione e per Coldiretti danneggerebbe l’85% del nostro made in Italy, già colpito dal caro energia. Ora il Nutriscore è stato tolto dall’agenda europea e la discussione rinviata al 2024.
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Secondo Meloni “il governo continuerà a vigilare per evitare sorprese e a contrastare in ogni sede qualsiasi tentativo di omologazione alimentare, cioè l’odiosa imitazione dei nostri prodotti di eccellenza”.
Cibo artificiale e made in Italy, il piano del governo Meloni
In questo senso Meloni risponde alle polemiche sulla nuova denominazione del ministero dell’Agricoltura con l’aggiunta di “sovranità alimentare”. Per la presidente del Consiglio “non è stata una decisione simbolica, ma sostanziale perché questo governo si è dato una doppia missione: da una parte vogliamo difendere il diritto di una nazione di scegliere il proprio modello produttivo e alimentare in alternativa all’omologazione alimentare globale e al cibo sintetico dall’altra abbiamo il dovere di tutelare i consumatori assicurando cibo disponibile per tutti e di qualità”.
Secondo il ministro Francesco Lollobrigida “l’agricoltura è sempre stata un’opportunità, ma qualcuno non se ne era accorto. Ha ritenuto che si potesse delocalizzare basandosi sui costi. L’aggressione della Russia all’Ucraina ci ha fatto comprendere quanto sia importante avere degli approvvigionamenti che garantiscano le produzioni e il consumatore finale e i prezzi al consumo finale”.
Per questo, secondo il rappresentante del governo, “bisogna tornare a investire con il supporto di fondi nazionali ed europei” e in questo senso viene giudicata positivamente l’approvazione della nuova Politica agricola comune dell’Ue, che porterà 35 miliardi all’agricoltura e 1,5 miliardi sull’ortofrutta. L’obiettivo dell’esecutivo, per Lollobrigida, è mettere in campo strumenti nuovi e incentivi per il sistema agroalimentare, a partire dal recupero degli spazi abbandonati e dalla spinta sull’innovazione.
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