Cina e Russia continuano a fare affari con i flussi di petrolio e carbone russo verso il dragone. Nuovi dati record dimostrano il forte legame tra Pechino e Mosca.
Cina-Russia: l’alleanza si rafforza stando agli ultimi dati sul commercio tra le due potenze.
Le importazioni cinesi di materie prime energetiche chiave dalla Russia sono infatti salite ai massimi storici il mese scorso, evidenziando la crescente interdipendenza delle due nazioni mentre la guerra in Ucraina si trascina nel suo secondo anno.
La più grande economia asiatica si è rivelata uno sbocco vitale per le esportazioni di petrolio e carbone di Mosca, dopo che gli acquirenti occidentali hanno cancellato gli acquisti russi. Pechino, invece, ha mantenuto legami con il presidente russo Vladimir Putin da quando ha ordinato l’assalto all’Ucraina lo scorso anno, rifiutandosi di aderire alle sanzioni guidate dagli Stati Uniti.
Nei numeri aggiornati sul commercio di petrolio e carbone tra Cina e Russia c’è tutto il senso di questa alleanza strategica e di grande rilevanza per gli equilibri diplomatici e geopolitici del momento.
Cina dipendente dal petrolio russo: acquisti da record
La Cina sta importando volumi record di petrolio nonostante un’economia debole, in quanto sfrutta il greggio russo a buon mercato per costruire scorte ed esportare prodotti raffinati.
L’aumento delle importazioni di petrolio a livelli massimi quest’anno si inserisce sullo sfondo di una ripresa traballante nella seconda economia mondiale. E mostra come le sanzioni alla Russia stiano rimodellando i mercati petroliferi globali, con il dragone che ottiene un doppio vantaggio dal greggio a buon mercato per sé e l’opportunità di incrementare le esportazioni.
Per la prima metà del 2023, la Cina ha importato 11,4 milioni di barili al giorno di greggio, in aumento dell’11,7% su base annua e del 15,3% rispetto ai livelli pre-Covid, secondo i calcoli del Financial Times basati sui dati doganali.
Nella prima metà del 2023, la Cina ha importato 2,13 milioni di barili al giorno di petrolio russo, davanti a 1,88 milioni di barili al giorno dall’Arabia Saudita, rendendo la Russia il principale fornitore di greggio alla Cina finora quest’anno.
I dati doganali della Cina implicano che le importazioni russe sono state più economiche di quelle provenienti da altri paesi Opec+ dall’inizio della guerra in Ucraina. Rispetto al prezzo unitario del greggio dell’Arabia Saudita, il petrolio russo ha goduto di uno sconto di 9 dollari al barile a fine 2022 e di 11 dollari al barile a giugno.
Tuttavia gli analisti hanno notato che lo sconto sul petrolio russo era inferiore a quello sui prodotti iraniani o venezuelani, data la crescita di un commercio opaco non denominato in dollari del greggio russo.
Una rotazione verso la Russia sembra essere opportunistica, piuttosto che un cambiamento sistemico. Non credo che la Cina andrà fino in fondo con la Russia. Secondo Michal Meidan, capo della ricerca energetica cinese presso l’Oxford Institute of Energy Studies:
Questo è un allontanamento a breve termine dalle materie prime saudite. I cinesi sono piuttosto desiderosi di mantenere un equilibrio tra i loro fornitori.
Da evidenziare che, secondo il fornitore di dati di mercato Kpler si prevede che il vantaggio della Cina derivante dalle materie prime russe a basso costo le consentirà di inondare il mercato, esercitando pressioni sui produttori coreani e giapponesi.
Carbone russo verso la Cina
Non solo petrolio. A muoversi sempre di più verso la Cina è anche il carbone russo.
Per questa materia prima, da metà maggio la Russia ha potenziato il trasporto lungo la ferrovia trans-Baikal che collega la città di confine con la Cina Manzhouli nella Mongolia Interna. Inoltre, secondo il consulente cinese GRCoal Research Institute, ci sono piani per un altro percorso ferroviario a nord-est di Mohe nell’Heilongjiang.
Le importazioni di carbone termico e da coke dalla Russia sono aumentate a 10,6 milioni di tonnellate a giugno, al di sopra del totale combinato da Indonesia e Mongolia, gli altri principali spedizionieri verso la Cina.
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