Cancellare il sistema dei colori delle Regioni e lasciare solo la zona rossa. È la proposta del sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Ecco come funzionerebbe.
Superare il sistema dei colori delle regioni e semplificare il rientro in classe degli studenti vaccinati. Ad affermarlo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che aggiunge: «C’è una platea del 90 per cento di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa».
Dunque secondo Costa, andrebbe cancellato il sistema delle regioni a colori, facendo scattare subito la zona rossa non appena vengano superate le soglie d’allerta. Entriamo nel dettaglio.
Addio regioni a colori: «Resti solo la zona rossa»
In Italia continua la corsa del virus, anche se iniziano a emergere i primi segnali di frenata. Tra le regioni che registrano un calo di contagi, la Lombardia. Particolarmente «vessata» da Omicron nelle scorse settimane.
Non è tutto. Con l’introduzione del super green pass, le regole di zona arancione, gialla e bianca sono praticamente uguali per i vaccinati. Le restrizioni scattano infatti solo per i non immunizzati. Solo nel caso della zona rossa, sono previste chiusure generalizzate per tutti. Per queste ragioni, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha proposto l’abolizione del sistema a colori per le regioni, lasciando intatta la zona rossa.
«Ne ho parlato - spiega Costa - con qualche interlocutore nel comitato scientifico e condividono» E aggiunge: «Bisogna semplificare e agevolare, anche sulla scuola. Ad esempio quando parliamo di contagiati asintomatici, dopo 10 giorni di Dad, che bisogno c’è di chiedere anche il tampone per il rientro in classe».
Il caso della Valle d’Aosta
La Valle d’Aosta è stata la prima regione italiana a tornare in zona arancione e ora è la prima a rischiare zona rossa con conseguente lockdown. A preoccupare è il boom di ricoveri nei reparti ordinari Covid. Il tasso di occupazione dei posti letto è al 57%. E nei giorni scorsi ha toccato il 68%.
Si tratta, in ogni caso, di un dato già da zona rossa. Per il passaggio nella fascia di rischio massimo, infatti, i parametri sono: tasso di occupazione dei reparti ordinari oltre il 40%, area critica oltre il 30% e un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti.
Per quanto riguarda le terapie intensive, il tasso di occupazione è ancora da zona arancione (24%), ma si teme che nei prossimi giorni possa raggiungere quota 30%. Con conseguente passaggio in zona rossa.
In un’intervista a Sky Tg24, il presidente della regione Valle d’Aosta Erik Lavevaz ha lanciato l’allarme: «Siamo preoccupati che la situazione peggiori ulteriormente. Un passaggio in zona rossa per noi sarebbe la tragedia. Vorrebbe dire chiudere gli impianti di risalita in un momento in cui c’è un po’ di ripresa rispetto all’anno scorso».
Venerdì 21 gennaio il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà l’ordinanza con i cambi di colori delle regioni e verrà ufficializzato o meno il passaggio della regione alpina in zona rossa.
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