Il concetto di colpa grave o lieve è un argomento molto importante, legato al campo del risarcimento in caso di errore da parte del professionista.
L’ordinamento italiano, in caso di errore da parte di un professionista, prevede due tipologie di colpa: quella lieve, oppure quella grave. Nonostante questa divisione, che va a influire poi anche sulla possibilità di ricevere un risarcimento e l’entità di questo, non esiste una definizione precisa di colpa. Può tuttavia venire considerata come “la mancata osservanza delle regole di condotta suggerite dalla prudenza, dalla diligenza e dalla perizia”.
La presenza della colpa esclude sempre la volontarietà dell’errore, ovvero il dolo, e identifica quindi quegli errori, più o meno gravi, commessi per mancanza di attenzione o incapacità. Per quel che riguarda la divisione in “grave” e “lieve” invece, questa viene utilizzata per poter individuare l’entità dell’errore commesso: se si tratta di qualcosa di minimo e scusabile, oppure di qualcosa di imperdonabile. Ma in che modo le due colpe differiscono tra loro e quali sono le conseguenze?
Cos’è la colpa
Nel Codice Civile il concetto di “colpa” è fondato sul modello del “buon padre di famiglia”, come esplicitato anche nell’articolo 1176 del Codice Civile. Infatti, viene richiesto ai professionisti di agire sempre con un livello di professionalità che sia almeno pari “alla diligenza del buon padre di famiglia”, ossia quella che viene teoricamente considerata tipica dell’uomo medio.
Tuttavia c’è da notare che il concetto di diligenza possa risultare confuso. In generale con questa definizione si intende lo sforzo che viene richiesto al debitore (ovvero il professionista pagato) necessario per offrire al creditore (ossia il cliente) l’esatto adempimento richiesto.
Nel momento in cui la diligenza utilizzata risulti inferiore, e questo comporti così la nascita di errori e conseguenti danni per i clienti, allora si ricade in una situazione di colpa.
Nel caso di professioni particolarmente complesse, dove sono previste conoscenze specifiche precise, come quella di commercialista, medico, o avvocato, la diligenza richiesta è maggiore rispetto a quella prevista per la persona media, poiché è previsto che la persona in questione utilizzi anche tutte le sue conoscenze e l’esperienza per poter portare a termine il compito.
Anche in questi casi quando diligenza viene meno e ciò va a causare dei danni ai clienti, allora ci si trova comunque in una situazione di colpa. Può quindi venire richiesto il pagamento di danni, a seconda della situazione. La possibilità di poter ricevere un risarcimento è comunque anche legata alla responsabilità della personalità colpevole. Per esempio, un errore causato dalla mancanza di esperienza, ovvero la sua imperizia, spesso non sarà risarcibile. Al contrario, un danno causato da mancanza di attenzione ed estrema superficialità potrà venire rimborsato più facilmente.
Colpa lieve e colpa grave
Come per il concetto di «colpa» in genere, non esiste neanche una definizione precisa di colpa grave e colpa lieve: ogni caso deve venire valutato a sé. Le due tipologie si possono comunque riassumere in:
- colpa lieve: un errore minimo, uno sbaglio che può essere scusabile e accettabile, anche se sempre fonte di responsabilità per chi lo commette. Per esempio, un avvocato che dà un parere non del tutto corretto, magari per inesperienza;
- colpa grave: si tratta di un errore madornale, causato non solo dall’imperizia, ma proprio da un comportamento pericoloso da parte del professionista, assolutamente non perdonabile. Per esempio, un chirurgo che lascia i ferri all’interno del paziente operato.
Semplificando al massimo quindi: la colpa lieve si riferisce a un errore scusabile e comprensibile, mentre quella grave riguarda situazioni talmente grossolane che sarebbero potute essere evitate da chiunque, con un minimo di attenzione.
Le differenze
A determinare la possibilità di ricevere un risarcimento non è solo l’errore, ma anche la complessità del compito. Infatti quei professionisti a cui è richiesto un impegno particolarmente intenso per compiti specifici, come avvocati o medici, dovranno rispondere dei danni solo per dolo o colpa grave.
La colpa lieve quindi farà sorgere la responsabilità in capo al professionista solo nei casi di compiti di normale difficoltà, ma non di fronte a situazioni particolarmente complesse. La colpa grave invece rende sempre responsabili.
Determinare l’entità della colpa
Come accennato, per determinare l’entità della colpa è necessario che si valuti caso per caso. Tuttavia, questo non significa che manchino dei punti di riferimento durante questa operazione.
Nello specifico generalmente viene considerata colpa grave quella situazione in cui sono presenti uno o più dei seguenti elementi come parte della condotta che ha causato il danno:
- inosservanza dei regolamenti, leggi, o discipline;
- imprudenza, ovvero la scelta di non seguire le norme dettate dalla ragione e il comune buon senso, che portato ad agire in modo avventato senza considerare le possibili conseguenze;
- imperizia, quindi la mancanza di esperienza e conoscenze necessarie per portare a termine il compito in modo valido;
- negligenza, ossia l’omissione del compimento di azioni e scelte doverose, oppure dell’adozione dell’attenzione e l’impegno necessario allo svolgimento del compito in questione.
Infine, per valutare la presenza (e l’entità) della colpa è anche necessario escludere la presenza di dolo, quindi della volontarietà di arrecare danno. La colpa invece sussiste sempre per via di errori non volontari, anche se evitabili.
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