Come abbassare la rata del mutuo

Luna Luciano - Alessandro Nuzzo

07/09/2023

Il rincaro dei mutui non si ferma sia per quelli a tasso variabile che fisso. Ecco quali sono le ragioni e come abbassare la rata del proprio mutuo.

Come abbassare la rata del mutuo

Una vera stangata quella dell’aumento dei mutui che ha colpito le famiglie al rientro dalle vacanze. Da settembre si è registrato un incremento della spesa per le rate mensili della casa.

A causa dell’inflazione che avanza, il 27 luglio, la Bce ha deciso di aumentare per la nona volta il tasso di riferimento dell’Eurozona, raggiungendo il 4,25%, provocando un aumento del mutuo a tasso variabile. A oggi l’Euribor, indicatore per i tassi variabili, continua ad aumentare, posizionandosi ora intorno al 3,90%, ossia 35 centesimi in meno rispetto al tasso di riferimento della Banca centrale europea.

Un vero salasso per le famiglie che si trovano a dover fare i conti con il caro-vita mentre il potere d’acquisto degli stipendi continua a diminuire. Infatti, secondo Assoutenti la spesa per le rate mensili del periodo settembre-dicembre risulterebbe più cara complessivamente di circa +1.170 euro rispetto al 2022.

Ma gli aumenti sono previsti anche per il tasso fisso, che da tempo rappresentava una delle soluzioni per abbassare le rate del mutuo. Ma a oggi l’Eurirs (riferimento per i tassi fissi) ha registrato un incremento, raggiungendo la scorsa settimana i livelli più elevati dal 2011, per poi diminuire leggermente con gli indici Irs aumentati di circa 10 punti base.

Ecco, quindi, che oggi si stima che per un mutuo di 150.000 euro a 20 anni, si debbano pagare 917 euro al tasso fisso e 990 euro al tasso variabile. Rate che diminuiscono a 734 euro per il fisso e 814 a tasso variabile per un mutuo a 30 anni. Cifre queste che si basano sui tassi fissi di fine agosto e questi puramente teoriche.

Difronte a un simile quadro è naturale che molti si domandino quale sia la strategia migliore per uscire indenni da questi aumenti e non arrivare a pagare ogni mese cifre fuori portata. La risposta non è univoca, in quanto bisogna valutare il singolo caso, ma esistono alcune strategie che vale la pena prendere in considerazione. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Mutuo, conviene davvero il passaggio da tasso variabile a tasso fisso?

Come anticipato, in relazione al passaggio da tasso variabile a tasso fisso, la legge rende obbligatorio questo passaggio per chi possiede un Isee inferiore a 35.000 euro, ma dato l’attuale contesto dei tassi, questo passaggio potrebbe risultare poco conveniente.

Ad esempio, come riporta anche Business online, un mutuo variabile con una durata residua di 20 anni e uno spread sull’Euribor all’1%, se convertito, comporterebbe un tasso d’interesse del 4,2%, ma il debito verrebbe rimborsato in modo più lento.

Il passaggio, quindi, deve essere valutato sempre caso per caso. In quanto il passaggio a tasso fisso non è la soluzione di tutti i mali. Infatti, alle condizioni attuali per i mutui più recenti diventa sconveniente. Diverso invece il discorso per quelli più datati che possono trarne un vantaggio.

Mutuo tasso variabile: chiedere la rinegoziazione per abbassare le rate

La prima cosa da fare e provare è mettersi in contatto con il proprio istituto bancario per chiedere una rinegoziazione del mutuo. C’è da premettere però che si tratta di un tentativo che è molto difficile vada in porto perché la decisione spetta soltanto alla banca. Questa potrà decidere se concedere un passaggio al fisso, e le eventuali condizioni o ridiscutere la durata del mutuo per alleggerire la rata mensile.

A fare la differenza sarà anche il profilo del cliente: se si posseggono ottimi rapporti con la banca è probabile che questa sia più incentivata ad accontentarlo.

La surroga è l’opzione più agevole

La surroga, o portabilità del mutuo, è probabilmente la soluzione più agevole. Si tratta di una procedura introdotta nel nostro paese con la n. 40/2007, nota anche come Legge Bersani, che dà la possibilità di trasferire il mutuo ad un’altra banca che propone tassi più convenienti a costo zero.

Si tratta, quindi, di trasferire il mutuo in essere in una nuova banca, evitando in tal modo i costi legati all’accensione di un nuovo mutuo, come nel caso della sostituzione.

È una buona soluzione, in quanto non prevede costi aggiuntivi di alcun tipo, e consente anche il trasferimento dell’assicurazione sul mutuo e permette di modificare l’importo delle rate mensili.

L’unico svantaggio può essere rappresentato dal non poter chiedere una cifra maggiore rispetto al residuo del mutuo già in essere. Ma rimane sempre la possibilità di surrogare più volte un mutuo. Le banche chiedono in genere soltanto la prova di aver pagato almeno 6 rate per una prima surroga, 12 per quelle successive. In pratica ogni anno e mezzo un titolare di un mutuo può sentirsi libero di cercare in giro quello più conveniente.

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