Come aprire un’erboristeria: requisiti e costi. La guida rapida

Claudio Garau

3 Gennaio 2023 - 13:51

Aprire un’erboristeria potrebbe essere una scelta azzeccata per guadagnare, in una realtà in cui le persone sono oggi molto più attente al benessere e alla cura della salute. Ecco come fare.

Come aprire un’erboristeria: requisiti e costi. La guida rapida

Oggi la cura della persona e il benessere sono temi sempre più sentiti dalla popolazione. I prodotti di origine naturale - sia per l’alimentazione che per la cosmesi e l’igiene personale e della casa - possono rappresentare un’ottima scelta per proteggere la propria salute, e i migliori marchi sul mercato presentano varie linee con ingredienti biologici. Non solo: non mancano le aziende specializzate che vendono cibi naturali, frutto di coltivazioni biologiche.

In un contesto come questo non sorprendono dunque le prospettive lavorative per chi intende aprire un’erboristeria, ovvero un negozio che di fatto deriva da quella omonima disciplina che si occupa di studiare e usare le erbe per le loro proprietà curative. Ebbene, di seguito vedremo come fare ad aprire un’attività di questo tipo, considerando che non sono poche le persone che si interessano al settore dell’erboristeria, con la volontà di trovare uno sbocco professionale alternativo. Ma d’altronde prima di aprire un negozio così, dovrai anzitutto capire quali sono le procedure e i passi burocratici in gioco e conoscere una stima dei costi di avvio.

Insomma, come dare vita alla vendita di prodotti di erboristeria e rendersi conto se davvero è questo il contesto adatto alle proprie aspirazioni? Scopriamolo insieme, nel corso di questo articolo, in cui ti daremo alcune utili informazioni sul percorso da seguire.

Aprire un’erboristeria: chi è l’erborista in breve

Le prime erboristerie hanno cominciato a diffondersi sul mercato italiano al principio degli anni settanta del secolo scorso, ed oggi rappresentano una soluzione commerciale vincente visto l’incremento dei consumi dei prodotti naturali. Per aver subito chiaro il contesto di riferimento, vediamo in sintesi chi è l’erborista, figura professionale che tutti abbiamo sentito nominare ma che non a tutti è chiara quanto al ruolo svolto. Ebbene, l’erborista è:

  • sia la persona che raccoglie, coltiva e prepara le piante officinali;
  • sia il negoziante che commercia in prodotti di erboristeria, vale a dire prodotti derivanti da piante officinali.

In particolare, sono dette “officinali” le erbe e piante che per le loro proprietà terapeutiche, sono usate in campo medico e farmacologico. I prodotti erboristici sono invece i prodotti a base di piante officinali aventi finalità salutistiche, differenti da prodotti quali medicine o integratori alimentari.

Sul piano dei requisiti per l’esercizio dell’attività di erborista, devi sapere che questo negozio di fatto è un esercizio commerciale per la vendita di prodotti alimentari e/o non alimentari. Perciò lo svolgimento dell’attività di erboristeria è soggetto a specifici adempimenti burocratici.

I requisiti soggettivi dell’erborista: distinzione tra commercio e produzione

Se vuoi aprire un’erboristeria, ti deve essere ben chiaro questo punto. L’apertura di questa attività implica di dover distinguere tra le due seguenti situazioni:

  • commercio al dettaglio di meri prodotti confezionati, senza dunque miscelazione e preparazione di erbe o tisane;
  • produzione, trasformazione e vendita di piante officinali sfuse e loro derivati.

Ebbene nel primo caso, anche in base a quanto indicato a livello ministeriale, l’attività è esclusivamente commerciale e, perciò, all’erborista è richiesto soltanto il possesso dei requisiti morali per la commercializzazione di prodotti non alimentari (ad es. creme o saponi) mentre, per la vendita di prodotti di tipo alimentare (pensiamo ad es. alle classiche tisane), oltre ai requisiti morali all’erborista occorre il possesso dei requisiti professionali (abilitazione professionale alla vendita).

Nella diversa ipotesi della coltivazione, raccolta e realizzazione di preparati, miscelazione e trasformazione di prodotti erboristici, non medicamentosi, all’erborista serve anche, oltre al possesso dei requisiti morali e professionali, uno tra questi titoli di studio: laurea triennale in Tecniche Erboristiche; laurea in Farmacia; laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche; diploma di specializzazione in Scienza e Tecnica delle piante officinali o in Farmacognosi.

La scelta dei prodotti da vendere ai clienti

Alla luce di quanto abbiamo ricordato poco sopra, se non hai la laurea puoi comunque aprire un’erboristeria ma potrai vendere le erbe soltanto se già confezionate, senza poterle miscelare e manipolare. Ovviamente le erbe dovranno essere commercializzate già miscelate e contenute in sacchetti. Se invece hai una laurea nei campi connessi all’erboristeria, puoi scegliere di aprirne una e vendere erbe sfuse e miscelate, avendo anche un laboratorio a norma - nel quale potrai preparare tisane con erbe sfuse, e miscelarle.

Comprenderai facilmente che un passo essenziale da compiere per aprire un’erboristeria, è scegliere quale tipologia di articoli vorrai vendere. In particolare, la preparazione e vendita di prodotti di erboristeria comporta l’avvio di un laboratorio interno nel quale potrai realizzare tisane, estratti e altre sostanze da proporre alla clientela. Ma attenzione, perché - lo rimarchiamo - in questo caso dovrai aver conseguito una laurea come quella in Scienze Erboristiche o in Farmacia.

Nel diverso caso della sola vendita di prodotti confezionati acquistati dalle aziende che li hanno già preparati, come accennato sopra non ti sarà obbligatorio aver la laurea ma sarà comunque necessario seguire un corso di abilitazione professionale. Questo ti permetterà di apprendere regole e modalità di vendita di detti articoli.

Ti ricordiamo che vi sussistono ulteriori specifiche e regole di dettaglio, che possono dipendere dalla regione in cui sarà aperta l’attività di erboristeria e dagli alimenti trattati. Ecco perché è sempre meglio chiedere delucidazioni presso un’associazione di categoria attiva a livello locale.

Obblighi burocratici

Non solo. All’avvio dell’attività commerciale di erborista, dovrai dare comunicazione al Comune in cui avrà sede l’attività, dando tutte le indicazioni utili sul negozio e sul titolare. In particolare:

  • va presentata la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA);
  • deve essere aperta la partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate;
  • va compiuta l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio locale, e all’Inps per il trattamento previdenziale;
  • in caso di assunzione di dipendenti nel negozio, occorre anche rispettare l’obbligo l’iscrizione all’Inail.

Si tratta in buona sostanza degli obblighi tipici che ogni futuro negoziante deve rispettare a livello burocratico. Potrebbe rivelarsi assai utile il supporto di un commercialista specializzato in piccola e media impresa oppure di un’associazione di categoria, anche perché aprire una propria attività implica di sapersi districare tra le regole burocratiche. Altrimenti il rischio concreto è quello di incappare in ritardi sull’apertura o anche in sanzioni successive.

Scelta del locale: alcune precisazioni

Tenete presente che aprire un’erboristeria significa anche scegliere con attenzione il locale in cui sarà svolta l’attività. Valutare bene quello che sarà il luogo del vostro lavoro o della vostra attività, sarà fondamentale per avere lo spazio che serve, ma in particolare la visibilità. Un punto strategico della città, una via bazzicata, una piazza affollata: sono solo alcuni esempi di location adatte ad aprire un’erboristeria. Sicuramente un luogo di passaggio, in cui le persone possano camminare di fronte alle vetrine e fermarsi a guardare quanto viene esposto, è la scelta più azzeccata per iniziare con il piede giusto questo lavoro.

Ovviamente non dovrà mancare la cura dell’estetica in modo da attirare l’attenzione e per far capire bene cosa viene venduto all’interno del negozio. Almeno 60-80 metri quadri servono ad un’attività di questo tipo, considerando anche l’eventuale spazio per il laboratorio se sarà presente. Lo stile classico e le tinte pastello sono elementi indicati per definire gli ambienti del negozio, ed ovviamente se ci sono prodotti di distinte categorie è meglio separarli in maniera adeguata.

D’altronde l’ordine è fondamentale e non debbono esserci barriere, in modo da favorire l’accesso dei clienti disabili. Inoltre se vero che le vetrine sono una buona pubblicità, oggigiorno queste non sono sufficienti: va infatti prevista una campagna online e offline, grazie ad un sito web chiaro e facilmente accessibile e ai volantini distribuiti nel quartiere.

Costi di apertura

Dal lato dell’investimento iniziale, non potrai non mettere in gioco le spese collegate per le procedure burocratiche e le tasse, come anche quelle eventuali di ristrutturazione del negozio, per l’allestimento, il rifornimento dei prodotti, l’eventuale laboratorio, la retribuzione degli eventuali dipendenti, i possibili imprevisti ecc. Per avviare un’attività di questo tipo, possiamo stimare che almeno 50-60mila euro si rivelano in molti casi una cifra proporzionata ai vari costi in gioco.

Farai bene ad elaborare un business plan, e se ti renderai conto che l’investimento iniziale potrà essere al di fuori delle tue possibilità economiche, una buona alternativa sarà quella di valutare la possibilità del franchising, che rappresenta un percorso adatto a chi non ha una consistente quota di capitale da dedicare al progetto. In questo caso il costo di apertura potrà essere anche dimezzato. Ma per risparmiare qualcosa, una buona soluzione potrebbe essere anche quella dell’affitto, certamente più sostenibile dell’acquisto iniziale dei locali.

Infine rimarchiamo che il negozio dovrà comunque essere a norma: ecco perché vi sarà un’ispezione dei Vigili del Fuoco per il controllo dei sistemi antincendio. Mentre la Asl locale darà un’occhiata al laboratorio e gli spazi rivolti allo stoccaggio e alla vendita degli alimenti, come anche ai bagni e spogliatoi nel caso di preparazione di cibi da vendere ai clienti.

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