Come diventare avvocato: percorso di studi e pratica forense

Isabella Policarpio

02/03/2021

Come diventare avvocato, civilista o penalista, quanto tempo occorre e cosa fare dopo la laurea in Giurisprudenza: in questo articolo tutto quello che c’è da sapere su questa professione e su come diventarlo.

Come diventare avvocato: percorso di studi e pratica forense

Quella dell’avvocato è tra le professioni più ambite e complesse in assoluto. Per diventarlo occorre un lungo percorso di studi che si prolunga anche dopo la laurea.

Infatti è obbligatorio un periodo di pratica forense presso uno studio di avvocati e, talvolta, master o corsi di alta formazione per diventare specialisti in ambito penale, tributario, societario e così via.

In poche parole, per diventare un avvocato di successo la laurea in Giurisprudenza, da sola, non basta.

Per essere abilitati alla professione forense, inoltre, serve superare un difficile esame di Stato (che si tiene ogni anno) che prevede una parte scritta e una prova orale.

In questo articolo spiegheremo, passo dopo passo, come diventare avvocato, quanto tempo occorre e come acquisire le specializzazioni in penale, civile e altro ancora.

Diventare avvocato: quale Università scegliere

Il percorso di studi per chi vuole intraprendere la carriera di avvocato è limitato alla laurea magistrale in Giurisprudenza, della durata di 5 anni. Questa è l’unica facoltà che permette di acquisire le conoscenze necessarie a praticare la professione, ovvero le nozioni giuridiche di diritto penale, civile, amministrativo e le relative procedure.

Può rivelarsi fondamentale scegliere in quale materia redigere la tesi di laurea: in genere chi vuole intraprendere la carriera di avvocato penalista sceglie come relatore dell’elaborato il professore di penale o procedura penale o civile e procedura civile se preferisce il ramo civilistico.

Tuttavia, la scelta della materia della tesi non costituisce un limite nel caso in cui, alla fine dell’Università, si voglia intraprendere un altro percorso.

La laurea quinquennale in Giurisprudenza è fondamentale anche per coloro che vogliono diventare notaio o magistrato mentre per diventare ambasciatore ci sono anche altri percorsi possibili.

La pratica forense

Dopo la laurea (o in alcuni casi durante l’ultimo anno di Università) bisogna inderogabilmente portare a termine la pratica forense presso uno studio di avvocati per almeno 18 mesi. Senza questo requisito è impossibile partecipare all’esame di abilitazione alla professione.

Durante il praticantato si deve partecipare ad almeno 20 udienze del proprio dominus, annotando le presenze in un apposito libretto.

Trascorsi 6 mesi di pratica forense, il praticante può partecipare alle udienze da solo, senza la presenza necessaria del suo dominus.

A partire dal 28 settembre 2018, i praticanti avvocato devo anche frequentare un corso di formazione di 160 ore parallelamente al tirocinio.

Esistono delle ipotesi in cui la pratica forense può essere sostituita (in tutto o in parte) da:

  • corsi della Scuola di specializzazione della durata di 12 mesi;
  • pratica forense presso l’Avvocatura dello Stato o l’Avvocatura Distrettuale dei Comuni o altri enti pubblici o gli uffici giudiziari, della durata di 12 mesi;
  • pratica legale in un altro Paese dell’Ue per almeno 6 mesi;
  • tirocinio legale iniziato durante l’ultimo anno dell’Università, di 6 mesi, sempre che l’Ateneo di appartenenza abbia stipulato delle convenzioni con l’ordine forense.

L’esame di avvocato per l‘abilitazione alla professione

Ogni anno, normalmente a dicembre, si tiene l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione forense, al quale possono partecipare coloro che hanno terminato il periodo di praticantato obbligatorio.

Si tratta di un esame complesso, con un’alta percentuale di bocciati, composto in una prova scritta e una orale.

La prova scritta si articola in 3 distinte giornate e riguarda la redazione:

  • parere motivato di diritto civile;
  • parere motivato di diritto penale;
  • atto giudiziario a scelta tra diritto civile, penale o amministrativo.

La correzione degli elaborate scritti dura all’incirca 8 mesi e chi supera la prima prova dovrà sostenere l’esame orale nei mesi che vanno tra maggio e settembre. In questa sede il candidato deve discutere e commentare i risultati della prova scritta e rispondere alle domande della commissione su 5 materie di diritto a sua scelta tra:

  • costituzionale;
  • civile;
  • commerciale;
  • del lavoro;
  • penale;
  • amministrativo;
  • tributario;
  • processuale civile;
  • processuale penale;
  • internazionale privato;
  • ecclesiastico;
  • comunitario.

Giuramento, iscrizione all’albo e apertura Partita Iva

Chi supera l’esame di avvocato può, finalmente, prestare giuramento presso il tribunale e poi iscriversi all’ordine degli avvocati del circondario di residenza/domicilio.

A questo punto è necessario iscriversi alla Cassa di previdenza degli avvocati e aprire la partita Iva, senza la quale non si può esercitare la libera professione.

Diventare avvocato penalista, civilista o tributarista: il percorso da seguire

Quello che abbiamo descritto è il percorso obbligatorio per diventare avvocato, a prescindere dal ramo di specializzazione che si vuole intraprendere.

Oggi sempre più l’avvocato è competente in ambiti molto settoriali e differenti tra loro: penalista, civilista, tributarista, societario, aziendale e altro ancora.

Per specializzarsi in un ramo piuttosto che in un altro, è fondamentale svolgere la pratica forense presso uno studio legale che opera in via esclusiva o prevalente nella materia di interesse. Esistono poi tutta una serie di corsi di approfondimento e master - pubblici o privati - per acquisire conoscenze specifiche e settoriali.

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