Nell’arco di due decenni la Cina ha voltato pagina. Archiviando la crescita basata sull’esportazione di manufatti a basso costo per entrare in un’era caratterizzata da uno sviluppo di alta qualità.
Da fabbrica del mondo a potenza globale. Nell’arco di due decenni la Cina ha voltato pagina, archiviando la fase della crescita basata sull’esportazione di manufatti a basso costo per entrare in un’era caratterizzata da uno sviluppo di alta qualità. Uno sviluppo basato su settori strategici e strettamente ancorato al mercato interno.
Tutto questo si è concretizzato, tra luci, ombre e molteplici tensioni geopolitiche, sotto la presidenza di Xi Jinping, salito in sella al Dragone nel 2012 e oggi più saldo che mai in cabina di regia.
I prossimi obiettivi di Pechino, dopo aver – sostiene la leadership del Partito Comunista Cinese – sradicato la povertà assoluta e disinnescato crisi potenzialmente letali (settore immobiliare in primis), sono tre: garantire una crescita del pil nazionale per il 2024 intorno al 5%, tenere d’occhio la deflazione e far sì di scongiurare la fuga degli investitori stranieri dal Paese. Investitori prima preoccupati dalle rigide misure pandemiche, poi dalle recenti misure di sicurezza adottate dal governo. [...]
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