Si possono spiare i redditi di una persona? Sì, per quanto è importante restare entro i confini dettati dalla legge.
Ci sono diverse ragioni per cui potresti essere interessato a scoprire quanto guadagna una persona, o quanti soldi ha. Ad esempio, nel caso di debitori, per verificare se ci sono beni aggredibili tramite pignoramento, oppure per un ex coniuge che non versa l’assegno di mantenimento.
È lecito chiedersi se esistano modi legali per scoprire quanti soldi ha una persona, ovvero per avere maggiori informazioni sulla sua situazione finanziaria. La risposta è affermativa, ma «spiare» non è il termine corretto, poiché implica un accesso non autorizzato a informazioni altrui. Ovviamente, c’è un diritto alla privacy da garantire, ecco perché guadagni e patrimoni non sono di pubblico dominio, salvo che ci sia un interesse legittimo e motivato a conoscere tali informazioni.
Per accedere a questi dati, è necessario inviare una richiesta esplicita all’ente preposto, ossia l’Agenzia delle Entrate. Non è dunque possibile spiare i redditi di una persona in modo nascosto, poiché qualsiasi altro metodo violerebbe le normative sulla privacy, rischiando sanzioni che possono essere molto severe.
Redditi e patrimoni personali sono tutelati dalle norme sulla privacy. Tuttavia, quando ci sono specifiche condizioni, è possibile scoprire legalmente quanto guadagna una persona, o anche quanto prende di pensione, facendo specifica e legittima richiesta all’Agenzia delle Entrate.
Cosa sapere quanto guadagna un’altra persona
Affinché sia possibile scoprire quali sono i redditi di una persona in maniera del tutto lecita, è necessario che sussista un importante elemento. Nel dettaglio, è fondamentale che dalla conoscenza di una tale informazione ne dipenda la tutela di un diritto.
Deve esserci dunque una motivazione valida affinché l’Agenzia delle Entrate renda pubbliche, esclusivamente a colui che richiede l’accesso all’Anagrafe tributaria, le informazioni relative ai redditi personali di un’altra persona.
Generalmente la giurisprudenza riconosce due situazioni dove per la tutela di un diritto ciò potrebbe essere necessario, quali:
- quando da tale accertamento dipende la possibile difesa di un giudizio;
- quando è in corso una procedura di recupero crediti.
Analizziamo nel dettaglio le due situazioni. La prima riguarda il caso in cui i redditi su cui si vuole far luce riferiscono a un avversario in causa. A tal proposito, sono diverse le situazioni per cui conoscere i redditi della controparte processuale può essere rilevante per l’esercizio della difesa, in quanto solamente in questo modo si può dimostrare la sussistenza di un proprio diritto.
L’esempio più comune è quello di una procedura di divorzio, dove l’ex coniuge che pretende il mantenimento ha certamente interesse a conoscere i redditi effettivi dell’altro così da poter avanzare una congrua richiesta.
La seconda situazione è quella in cui si vantino dei crediti nei confronti dell’altra persona. Dunque, il creditore è autorizzato a scoprire redditi e patrimoni del debitore, ma solo quando nei confronti di quest’ultimo sia stata intrapresa una procedura di recupero crediti che sfocia in un pignoramento.
Come richiedere di controllare i redditi di un’altra persona
Come anticipato, bisogna rivolgersi all’ente che si occupa di detenere tali informazioni, ossia l’Agenzia delle Entrate.
È solo l’Agenzia delle Entrate, d’altronde, ad avere accesso al quel registro informatico - conosciuto come Anagrafe tributaria - dove vengono raccolti, ed elaborati, i dati relativi alla fiscalità dei contribuenti italiani.
A seconda della motivazione che giustifica tale richiesta, però, bisogna muoversi differentemente. Ad esempio, quando l’accesso all’Anagrafe tributaria è legato a una procedura di pignoramento, la legge consente di presentare tale istanza direttamente al Presidente del Tribunale, a patto che al debitore sia già stato notificato l’atto di precetto (ossia quell’invito a pagare, entro il termine di 10 giorni, che precede l’esecuzione del pignoramento).
Nel caso più generico in cui si vogliono scoprire i redditi di una persona così da difendere un proprio diritto, è necessario presentare richiesta motivata direttamente all’Agenzia delle Entrate.
Le modalità variano a seconda della Regione di riferimento ed è possibile consultarle sul sito dell’Agenzia delle Entrate (andando nella sezione “direzioni regionali”, scegliendo quella di riferimento e poi consultando la voce “accesso alle banche dati” nell’insieme dei “servizi”).
In ogni caso è importante sottolineare che la richiesta di accesso deve essere avanzata comunque con il supporto di un avvocato, in quanto tra l’altro è necessaria l’autorizzazione del giudice.
Quali redditi si possono scoprire
Qualora l’Agenzia delle Entrate dovesse autorizzare l’accesso agli atti, sarà possibile consultare i seguenti dati reddituali:
- la dichiarazione dei redditi più recente tra quelle presentate nell’ultimo biennio;
- le certificazioni inviate dai sostituti d’imposta per la corresponsione di redditi di lavoro dipendente o autonomo riferite all’annualità più recente tra quelle trasmesse nell’ultimo biennio. Quindi, si viene a scoprire così quanto quella persona ha guadagnato nell’ultimo anno, oppure quanto ha preso di pensione;
- l’elenco degli atti del registro (ultime dieci annualità presenti in banca dati) contenente estremi di registrazione dell’atto, tipologia dell’atto, ufficio di registrazione, codici fiscali delle parti, valore dell’atto;
- l’elenco degli istituti di credito e degli altri intermediari finanziari con i quali il soggetto intrattiene o ha intrattenuto rapporti finanziari nell’ultima annualità presente in banca dati (non sono presenti dati relativi a saldo, giacenza media o singoli movimenti, salvo espressa indicazione nel provvedimento di autorizzazione).
Non è invece possibile venire a conoscenza delle informazioni di cui l’Agenzia delle Entrate non è titolare. Altre informazioni vanno dunque richieste agli enti competenti.
Ad esempio, per eventuali informazioni riferite a partecipazioni societarie, oppure sulle cariche ricoperte, la richiesta andrà avanzata alla Camera di Commercio. Per le auto, invece, bisognerà rivolgersi al P.R.A. mentre - ad esempio - per una barca l’ente di riferimento è la Capitaneria di Porto.
Per quanto riguarda la possibilità di sapere quanto l’altra persona ha sul conto corrente, invece, non ci sono possibilità. Dall’Anagrafe tributaria, infatti, si può solo sapere quanti conti correnti sono stati aperti da quella persona e presso quale istituto di credito, ma non si può scoprire quanti soldi ci sono sopra.
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