La guerra cambia tutto, anche il costo del mutuo. Il Codacons riferisce che i mutui a tasso fisso sono in aumento del 0,50%. Ecco quanto si paga di più.
La guerra ha conseguenze anche sul settore immobiliare. L’incertezza del futuro, in particolare il futuro economico, ha reso il sistema dei mutui particolarmente difficile da avvicinare per una famiglia che vuole acquistare la sua prima casa. Inevitabile infatti l’incremento dei tassi di interesse. In linea generale, dopo i due anni di pandemia, un incremento era già previsto; la guerra, imprevista per quanto ventilata da molte fonti, non ha lasciato molto tempo al mattone per organizzare la propria linea di difesa.
L’incertezza e l’inflazione hanno cambiato i mutui e non in meglio. Il costo di un mutuo oggi è in crescita rispetto ad appena due mesi fa. Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, comunemente conosciuto come Codacons , denuncia un aumento medio del +0,50% rispetto agli aumenti di gennaio. In concreto questo corrisponde a un aumento di circa +9.000 euro sul costo finale del mutuo.
La guerra non è ancora finita e anzi la sua fine potrebbe essere piuttosto lontana, questo vuol dire che i mutui potrebbero cambiare ancora. Infatti le banche potrebbero adottare politiche più restrittive per evitare l’aumento del costo della vita (inflazione) limitando la circolazione di liquidità. Non è quindi affatto facile capire la parabola del costo di un mutuo.
Cambiano i mutui: chi acquista oggi paga 9 mila euro di più
La guerra ha messo in difficoltà l’economia, colpendo il sistema dei mutui per l’acquisto della casa. Aumenta così di conseguenza il valore del mattone e non di poco. Il Codacons ha analizzato la situazione, riferendo che i tassi fissi sono quelli che risentono particolarmente dell’incertezza del conflitto. “Mentre l’Euribor, l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, si è mantenuto sostanzialmente stabile negli ultimi 4 mesi”, scrive il Codacons, facendo il confronto con i dati dell’indice di riferimento dei mutui a tasso fisso, che invece ha subito un’impennata da 0,6% di inizio gennaio a 1,69% di questi ultimi giorni.
Chi vuole risparmiare nel breve periodo quindi può optare per la soluzione a tasso variabile che finora si attesta a quasi 80 punti base in meno di quello fisso. Anche se i mutui potrebbero cambiare ancora e al momento chi accende un mutuo a tasso fisso per la prima casa, si trova con tassi più elevati della media (+0,50%). Una differenza, rispetto ai primi di gennaio, che corrisponde a quasi +9.000 euro di spesa finale, ovvero con un rialzo dei tassi fino a +24,5 euro su ogni tata mensile.
Di quanto è aumentato il costo di un mutuo: i dati del Codacons
L’analisi di Codacons aiuta a mettere a confronto il periodo di forte rialzo, da inizio gennaio a fine aprile. Infatti a gennaio il Tan (tasso di interesse) sui tassi fissi era circa del 1,20%, mentre oggi ha superato quota 1,70%. Tramite questi dati è possibile fare una previsione sull’aumento del costo di un mutuo richiesto oggi, rispetto al passato.
Il Codacons ha quindi ipotizzato alcuni scenari. Facciamo un esempio con una richiesta di mutuo per prima casa. Se una famiglia richiede un valore alla banca è di 100 mila euro, su un mutuo a 30 anni, deve sapere che l’aumento complessivo sarà di circa 9 mila euro (8.812 euro).
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