La guerra in Ucraina è arrivata al suo momento clou: Kiev ha annunciato la presa di tre villaggi ma in Occidente si inizia a pensare che la controffensiva sia una missione suicida.
La guerra in Ucraina potrebbe essere arrivata al suo punto di svolta: dopo essere stata annunciata per mesi, da diversi giorni adesso sarebbe in atto la controffensiva da parte delle truppe di Kiev che ha come obiettivo - più che ambizioso - la riconquista di tutti i territori occupati dalla Russia, Crimea compresa.
Dopo oltre quindici mesi di guerra, la Russia al momento ha il controllo di oltre il 16% del territorio dell’Ucraina ma, dopo aver aspettato la fine dell’inverno e l’arrivo di armi e munizioni dall’Occidente, come avvenuto alla fine della scorsa estate adesso Volodymyr Zelensky ha lanciato una serie di forti attacchi contro le postazioni russe.
In attesa di capire chi sia il colpevole tra Ucraina e Russia della distruzione di diga di Nova Kakhovka che - di fatto - ha reso al momento impossibile una avanzata di Kiev nella zona di Kherson, appare evidente come la guerra sia giunta adesso al suo momento decisivo.
Se Kiev infatti dovesse riuscire nel suo intento, ricacciando i russi all’interno dei suoi confini ante 2014 anno dell’annessione della Crimea e dell’inizio della guerra civile nel Donbass, senza dubbio sarebbe una grande vittoria di tutto l’Occidente anche se non va dimenticato il rischio di un possibile utilizzo di armi nucleari da parte di Vladimir Putin. Se invece al contrario la controffensiva dovesse fallire, a quel punto Kiev potrebbe accettare l’idea del congelamento del conflitto con la tanto chiacchierata “soluzione coreana” che di fatto lascerebbe a Mosca il controllo dei territori occupati.
Ma come sta andando la controffensiva ucraina? Come spesso è accaduto da quando è iniziata la guerra, le notizie soprattutto quelle che arrivano in Italia sono poche, spesso contraddittorie e inquinate dalla inevitabile propaganda di Kiev e Mosca.
Spulciando le analisi fatte da diversi analisti occidentali, sembrerebbe emergere che la controffensiva dell’Ucraina al momento sia un autentico bagno di sangue per i due eserciti senza significativi avanzamenti per le truppe di Zelensky.
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Controffensiva ucraina: la guerra al suo bivio
In un fronte lungo circa 800 chilometri lungo il quale la Russia ha scavato trincee, fossati, minato il terreno e posizionato file di denti di drago per evitare l’avanzata dei tank nemici, la controffensiva dell’Ucraina al momento starebbe avvenendo in tre zone: Bakhmut, Velyka Novosilka e Tokmak.
Stando a quanto dichiarato da Kiev, le truppe ucraine nella giornata di ieri avrebbero liberato tre villaggi - Makarovka, Blahodate e Neskuchne - nella zona del Donbass, riuscendo ad avanzare nel complesso solo di poche centinaia di metri a fronte di scontri durissimi.
Al momento però l’Ucraina non sembrerebbe avere la forza di vincere la guerra anzi, in Occidente, già sta iniziando a farsi largo la convinzione che questa controffensiva sia una sorta di missione suicida, con le truppe di Kiev che in pochi giorni avrebbero subito ingenti perdite di uomini e mezzi.
In guerra chi avanza è sempre quello che è nella posizione più rischiosa, se poi hai una netta inferiorità numerica e aerea come nel caso dell’Ucraina e devi avanzare su campi minati sotto il continuo bombardamento delle forze nemiche, ecco che le cose si fanno ancora più complesse.
La prima linea russa così al momento non sarebbe stata intaccata anche se pure Mosca starebbe subendo forti perdite; resta il fatto però che l’Ucraina ancora non starebbe utilizzando tutte le brigate che in questi mesi sono state addestrate dagli occidentali.
L’attaccare in più punti disperdendo le proprie forze si starebbe rivelando però una scelta sbagliata, soprattutto considerando che a differenza della prima controffensiva in questo caso è praticamente azzerato l’effetto sorpresa.
Come potrebbe evolversi la guerra nelle prossime settimane ancora non è comprensibile, ma il sospetto di un fallimento della controffensiva ucraina starebbe serpeggiando sempre più tra le cancellerie occidentali: se le truppe ucraine non dovessero riportare le vittorie auspicate, a quel punto la Nato dovrebbe decidere se schierare anche le proprie truppe al fronte allargando il conflitto oppure imporre a Zelensky un cessate il fuoco di certo più vantaggioso a Mosca che a Kiev.
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