Le vendite dei computer sono crollate nel 2022: le unità vendute sono state 286,2 milioni, il 16,2% in meno rispetto al 2021. Secondo Gartner la causa del calo è da ricercarsi nel clima di incertezza.
Il mercato dei computer è in sofferenza, le vendite sono infatti crollate in maniera repentina. È questo il verdetto emesso da Gartner, società di consulenza strategica americana, che ha recentemente rilasciato un’analisi dell’attuale situazione mondiale sulle vendite dei computer.
Il responso non giunge inaspettato, già mesi fa un’altra azienda, Idc, aveva delle aspettative negative sulla vendita dei computer nel 2022, ma l’esito, secondo quanto rilevato da Gartner, è stato ancora peggiore.
Calano le vendite nel quarto trimestre del 2022
La prima sentenza emessa da Gartner riguarda la vendita dei PC nel quarto trimestre (Q4) del 2022. In questo lasso di tempo, i PC venduti sono stati 65,3 milioni, ossia il 28,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021.
Secondo quanto si legge nella nota rilasciata da Gartner, questo calo rappresenta il peggiore mai registrato da quando l’azienda monitora le vendite dei computer a livello mondiale, ossia dagli anni Novanta.
Nel complesso, anche su base annua, il calo è significativo, nel 2022 sono stati venduti infatti 286,2 milioni di PC, cioè il 16,2% in meno rispetto all’anno precedente.
All’interno del comunicato, l’analista direttore di Gartner Mikako Kitagawa ha spiegato che tra le cause che hanno portato a questa situazione ci sono "l’anticipazione di una recessione globale, l’aumento dell’inflazione e
i tassi di interesse più elevati".
Ha poi aggiunto che una parte della responsabilità del calo delle vendite è da ricercare nell’alto costo dei dispositivi e nel fatto che molte persone ne abbiano comprato uno nuovo nel 2020, durante la pandemia.
Gartner prevede che la situazione non migliorerà fino al 2024
Nel settore dei computer, a diminuire non sono state soltanto le vendite ai privati ma, come spiegato da Kitagawa, anche quelle alle aziende. La domanda di PC tra le imprese ha iniziato a diminuire nel terzo trimestre del 2022, ma adesso il mercato è passato da una fase di debolezza a una di deterioramento.
Kitagawa ha poi fatto anche una previsione sul prossimo futuro, affermando che: «gli acquirenti aziendali stanno estendendo i cicli di vita dei PC e ritardando gli acquisti, il che significa che il mercato aziendale probabilmente non tornerà a crescere fino al 2024».
Come risultato di questa diminuzione delle vendite si è manifestato un «collo di bottiglia», vale a dire che molte aziende hanno iniziato ad accumulare molti PC invenduti. Questa situazione sembra tuttavia essere paradossale, dato che nel 2021 si era manifestato l’evento opposto, ossia un eccesso della domanda.
Lenovo continua a guidare il mercato mondiale delle vendite
Oltre alle vendite dell’ultimo trimestre e su base annua, Gartner offre anche una panoramica dal punto di vista dei principali player del mercato e per farlo ha realizzato una classifica che indica il market share e le vendite, sia nel Q4 del 2022, sia in quello del 2021.
A guidare la classifica delle vendite nell’ultimo trimestre è Lenovo, con il 24% delle quote di mercato. Tuttavia è necessario sottolineare che l’azienda cinese rispetto allo scorso anno ha perso il 28,6% del suo valore di mercato. Le vendite dell’azienda sono diminuite in tutte le regioni, in particolare in EMEA e America Latina, in cui il calo supera il 30%. L’unico Paese a fare eccezione è il Giappone.
Successivamente si trovano HP Inc. e Dell. Entrambe hanno vissuto a loro volta un momento complesso: HP è calata nelle vendite soprattutto nella regione EMEA, dove la percentuale è scesa del 44% rispetto all’anno precedente. Dell invece sembra aver pagato a caro prezzo la diminuzione della domanda nel mercato aziendale, di cui è solitamente leader.
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Anche Apple, come le altre aziende, ha diminuito le sue vendite nel Q4 del 2022 rispetto a quelle del 2021, tuttavia l’azienda guidata da Tim Cook può leggermente sorridere, in quanto la sua fetta di mercato si è ampliata rispetto all’anno precedente, è infatti passata dal 7,9% del market share del 2021 al 9,8 del 2022.
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