L’importanza dei lavori del Comune di Sanluri nasce dall’idea di voler approfondire lo sviluppo delle fonti da energia rinnovabile in rapporto all’agricoltura.
Si è svolto presso il Comune di Sanluri, in Sardegna, un importante appuntamento per analizzare l’attualità e la necessità di sviluppare nuove fonti energetiche rinnovabili, capaci di coniugare la difesa dell’ambiente e le nuove modalità di sfruttamento energetico da utilizzare in agricoltura. Hanno partecipato ai lavori, con il sindaco di Sanluri Alberto Urpi, gli assessori regionali all’Industria Anita Pili, all’Agricoltura Gabriella Murgia e all’Ambiente Gianni Lampis.
L’importanza dei lavori nasce dall’idea di voler approfondire la tematica dello sviluppo delle fonti da energia rinnovabile da concepire non in alternativa o addirittura in competizione con il mondo agricolo per l’uso del suolo.
“In un territorio come il Campidano, a forte vacazione agricola, è necessario capire e informarsi sugli scenari futuri di sviluppo e innovazione ambientale – ha ribadito il sindaco di Sanluri Alberto Urpi – rilanciando un processo che necessariamente deve passare investendo sulle energie rinnovabili attraverso una sinergia e un serio confronto tra il mondo industriale e quello agricolo che devono andare a braccetto in questo processo di sviluppo in chiave ambientale”.
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L’aumento dei costi del carburante, dei fertilizzanti, di cui la Russia è tra i primi esportatori al mondo, e dei mangimi ha colpito in modo particolarmente violento il settore agro-pastorale sardo, già segnato da eventi climatici estremi come le precipitazioni straordinarie del novembre 2021 (+45% di piogge in più rispetto alla media del trentennio 1981-2010) e la successiva siccità di febbraio. Secondo le stime di Coldiretti, solo per il comparto della carciofi coltura sarda le perdite si aggirano intorno al 70% del prodotto e al 55% del fatturato mentre i costi per il settore suinicolo sono aumentati del 400%.
D’altro canto, lo sviluppo di energie rinnovabili, che rappresentano una risposta concreta al caro energia e alla decarbonizzazione del Paese, procede a rilento. L’approfondimento lanciato dalla realtà di Sanluri diviene estremamente importante per lo sviluppo economico agricolo e innovativo della Sardegna. D’altronde, l’abbandono delle fonti fossili per la produzione di energia in Sardegna, col passaggio a un mix di generazione basato su fonti rinnovabili, abbinato alla diffusione dell’elettrificazione degli usi finali consentirà al territorio sardo di fare un salto verso la completa decarbonizzazione in un’ottica di sostenibilità ambientale, risparmio ed efficienza energetica.
La Sardegna può diventare l’eccellenza italiana della sostenibilità ed essere la prima regione a raggiungere la neutralità climatica con vantaggi economici, ambientali e sociali per famiglie e imprese. La produzione di energia rinnovabile mediante l’uso dei sistemi agrivoltaici, che coesistono con la coltivazione delle principali colture agrarie, erbacee e arboree, impone una sostanziale modifica delle attuali tecniche di coltivazione, spingendole verso sistemi sempre più tecnologici e digitalizzati.
Le autorità di Sanluri sono consapevoli della necessità di migliore e modernizzare la distribuzione dei fertilizzanti, il controllo dei sistemi d’irrigazione e l’uso mirato dei diserbanti da pensare come un modello sempre più integrato con il complesso sistema agrivoltaico che sovrasta le coltivazioni e che può riscrivere il ruolo delle aree a vocazione agricola della Sardegna.
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