Con James David Vance, l’America profonda, impoverita dalla globalizzazione, fa sentire la sua voce

Guido Salerno Aletta

19 Luglio 2024 - 14:31

Bisogna tornare al passato: reindustrializzare l’America che non può più essere il gendarme del mondo sulle spalle dei suoi contribuenti.

Con James David Vance, l’America profonda, impoverita dalla globalizzazione, fa sentire la sua voce

E’ stata l’America degli sconfitti dalla globalizzazione, quella che non è mai stata celebrata da Hollywood, che negli anni si è invece dedicata a costruire i miti di Rambo e dei Top Gun, ricordandosi a mala pena con Il Cacciatore e Soldato blu delle vicende più laceranti della sua Storia per poi abbandonare la realtà perdendosi nella trasfigurazione fantascientifica della saga di Guerre stellari, quella che alla Convention repubblicana a Milwaukee, in Wisconsin, ha concesso a James David Vance l’investitura alla Vicepresidenza.

L’ha acclamato l’America che da esattamente mezzo secolo ha progressivamente sacrificato i suoi lavoratori ed il loro benessere, svuotando le fabbriche e vaporizzando città intere, per costruire un assetto basato sull’assorbimento dei surplus commerciali della sua immensa periferia neo-coloniale cui offre in cambio la sicurezza dei traffici prima ancora di quella militare: un sistema ereditato dalla Gran Bretagna ma insostenibile in un assetto di mercato perché strutturalmente squilibrato, fondato com’è sul debito estero: dal Nafta all’ingresso della Cina nel Wto, lo scambio ineguale tra apertura dei mercati e presa geopolitica è fallito, e con essa tramonta l’endiade unipolarismo-globalizzazione. Bisogna tornare al passato: reindustrializzare l’America che non può più essere il gendarme del mondo sulle spalle dei suoi contribuenti.

Un’era è finita così, negli Usa, in casa Repubblicana: quella delle èlite politiche che sin dai tempi di Ronald Reagan si sono alternate al potere insieme ai Democratici coltivando il comune sogno di costruire un sistema globale, finanziario, tecnologico e militare, che avrebbe dovuto assicurare all’America il dominio anche nel Nuovo Secolo, prolungando senza fine il Novecento. Un assetto tentacolare, governato dalla Triade delle capitali del potere, Washington-New York-Los Angeles, che andava costruito prolungandosi al di fuori dagli States, e che non ha esitato a cooptare Barack Obama alla Presidenza per chiudere con la secolare discriminazione nei confronti dei negri facendo poi del wokismo lo strumento indispensabile per distruggere le identità. E’ stata una storia di famiglie, dai Rockfeller ai Kennedy, dai Bush ai Clinton, fino agli Obama, con Michelle pronta ad essere lanciata nel firmamento come era stato con Hillary Clinton. [...]

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