L’oro torna sui massimi da 6 mesi sostenuto dalla debolezza del dollaro e dalla prospettiva di politiche monetarie accomodanti. Ecco le previsioni.
Con l’oro oltre $2.000 aumenta la fiducia di un taglio dei tassi da parte della Fed e migliorano le prospettive per il mercato finanziario. Un’anomalia?
A rendere particolare questa fase di mercato è il rialzo simultaneo di oro e azioni, considerati rispettivamente come bene rifugio e asset rischioso. Gli investitori vedono l’oro come un rifugio in periodi di incertezza e la debolezza del dollaro rende più conveniente l’acquisto di questo metallo prezioso. Le tensioni geopolitiche, come quelle tra Israele e Hamas, hanno contribuito al rialzo dei prezzi dell’oro, considerato tradizionalmente un bene rifugio in situazioni di conflitto.
Gli analisti prevedono che l’oro possa raggiungere il suo massimo storico ai circa $2.075 per oncia entro la fine del 2023. La forte domanda di oro da parte delle banche centrali, con acquisti significativi dalla Cina, Polonia e Turchia, continua a sostenere i prezzi, specialmente quando i rendimenti obbligazionari sono in aumento.
Il rialzo simultaneo dell’oro e del mercato azionario, definito “un po’ insolito” dagli esperti, è attribuito proprio alle aspettative di politiche monetarie più accomodanti nel 2024 e alla prospettiva di tagli dei tassi senza un forte impatto negativo sugli utili aziendali (soft lending).
Alcuni analisti ritengono tuttavia che queste aspettative siano eccessivamente positive e che potrebbero verificarsi correzioni nei primi mesi del prossimo anno.
Oro: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
L’oro ha raggiunto a $2.018 i massimi da 6 mesi e potrebbe estendere l’allungo fino ai record di maggio a $2.075. Conferme in tal senso giungerebbero nel caso di superamento in pianta stabile di area $2.020. Discese sotto quota $2.000 potrebbero invece alimentare una fase laterale di consolidamento, favorendo cali verso 1.970 e 1.940.
Per operare long sull’Oro potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HB8PFB7. Il certificato ha come sottostante l’Oro e presenta una barriera distante attualmente il 18,34%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HB8PFB7, avente una barriera distante il 18,32% e come sottostante l’Oro.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti