Con le blockchain faremo tutto: perché decentralizzare è il futuro

Dario Colombo

01/08/2022

Criptovalute sì, ma anche tutela della biodiversità, e-commerce e metaverso: tutte le storie e i volti della decentralizzazione al primo Monaco Crypto Summit

Con le blockchain faremo tutto: perché decentralizzare è il futuro

Tutti gli aspetti della blockchain, dalle criptovalute alla biodiversità, dal metaverso all’ecommerce, sono emersi al primo Monaco Crypto Summit, organizzato da DigitalBits, realtà che si adopera per l’adozione di massa nel mondo reale della tecnologia blockchain e delle criptovalute, utilizzando un protocollo layer one.

Per farlo il protocollo creato da Al Burgio (già ceo di Zytara) nel 2018 dà priorità a sicurezza, velocità e risparmio sui costi, rendendo i micropagamenti efficienti ed economici. E per dare sostanza a questa visione è stato scelto, non a caso, il principato di Monaco.

Monaco Crypto Summit Monaco Crypto Summit Il primo Monaco Crypto Summit si è tenuto il 29 luglio 2022 presso il Grimaldi Forum di Montecarlo

Diciamo non a caso perché la sede monegasca è da sempre all’avanguardia nel trattare l’argomento criptovalute e blockchain. Tanto che, come ha osservato l’esperto di fisco Mauro Finiguerra, ha già una legislazione, una sorta di testo unico, la Legge 7 luglio 2022 n. 1.528 che modifica diverse disposizioni digitali e regola le attività dei fornitori di servizi su asset digitali o cripto-asset.

E che Monaco sia avanguardia del digitale lo confermano altre iniziative: un centro di sviluppo di blockchain (l’eCampus), il primo cloud sovrano in Europa, il Monaco Cloud (con nodi blockchain sviluppati da DigitalBits) e un sistema di charity innovativo: la app della Fondazione Principe Alberto II, presentata proprio al Monaco Crypto Summit.

Al Burgio, DigitalBits Al Burgio, DigitalBits Ceo di Zytara, Burgio ha creato DigitalBits nel 2018

Costruita sulla blockchain di DigitalBits, la app FPAII consente ai benefattori di effettuare donazioni in criptovaluta e di acquistare biglietti NFT per eventi, ma anche per supportare vari progetti dedicati alla conservazione degli oceani, alla protezione di specie emblematiche e alla promozione dello sviluppo sostenibile. 

L’applicazione e il portafoglio crittografico incorporato verranno utilizzati anche durante diversi eventi che si svolgeranno a Monaco e all’estero. 

La app FPAII non è stata l’unica novità: al Monaco Crypto Summit è stata annunciata anche NikoSwap, una piattaforma di exchange decentralizzata e opensource, costruita sulla blockchain di DigitalBits (della quale è previsto che un aggiornamento nel terzo trimestre di quest’anno).

Blockchain, la vittoria del popolo

Il nome trae immaginificamente ispirazione dall’etimo greco Nikos, ossia vittoria di popolo, e incarna la filosofia della decentralizzazione ed anche un programma “di battaglia” (quanto epico non si sa, ma non sta a noi cronisti dirlo).

Oltre a fornire agli utenti la tecnologia Liquid Pool (LP) e Automated Market Making (AMM), afferma DigitalBits, le transazioni tramite NicoSwap saranno più veloci ed economiche rispetto a quelle su UniSwap, il diffuso exchange decentralizzato che permette lo scambio tra diversi token. Ecco perché a Monaco si è parlato di vittoria per le persone.

NXDB sarà il token della piattaforma per Nicoswap DEX, dove verrà creato fino al 75% dei token NXDB aggiuntivi attraverso lo staking di XDB (da 1 a 1), che avrà una fornitura massima limitata a 750 milioni di token, con il restante 25% riservato ai premi di staking.

Si prevede che verrà formata una Dao (Decentralized Autonomous Organization) anche per la piattaforma NicoSwap, cosa che consentirebbe ai titolari di token NXDB di detenere anche il potere di avere voce in capitolo negli aggiornamenti principali e nella governance della piattaforma.

NicoSwap NicoSwap La piattaforma decentralizzata basata sulla blockchain DigitalBits

La community è l’articolo 1 della blockchain

Per far sì che avvenga serve che si sviluppi la community. E durante il Monaco Crypto Summit l’abbiamo vista conoscerci, comporsi, descrivere l’azione, progettare, lanciare lo sguardo oltre il presente.

Metaverso, giochi online, ecommerce, certo. Ma anche education, diritti umani, sostenibilità ambientale: tutto gira sulla blockchain e quanto più questa è diffusa, accettata, utilizzata, gli obiettivi vengono raggiunti.

Ecco perché definiremmo la community come l’articolo fondante della costituzione della blockchain, e le realtà che hanno partecipato al Monaco Crypto Summit ce lo hanno dimostrato.

La gamification del metaverso

Agoraverse, fondato dal giovane francese Oscar Bellei è il primo metaverso dello shopping online basato su blockchain DigitalBits.

Finanziato in crowdfunding interamente in crypto, con il token $AGORA, è una sorta di centro commerciale online, in cui aziende e creator possono mostrare e vendere i loro prodotti e servizi nel Web3. 

I metashop di Agoraverse che saranno pronti in versione demo entro fine anno e aperti a inizio 2023, sono più di un sito tradizionale (ma si possono comunque collegare), danno esperienze da videogame, puntando su effetto wow all’ingresso e favorendo la componente sociale degli acquisti online.

Risultato? Gli esercenti possono aumentare il tasso di conversione, avere un’audience più giovane, diversificare le entrate, aumentare lo scontrino medio.
In tutto questo il ruolo della blockchain è fondamentale. Il token $AGORA viene utilizzato per le transazioni in app per comprare NFT sul metashop e dai crestor per avere i reward.

Aftermath Islands Aftermath Islands Il metaverso aperto

La storia infinita del metaverso

Aftermath Islands è un metaverso che consente agli utenti di acquisire il proprio pezzo di virtual land, con ogni isola con le proprie proprietà, regole e avventure.
A seconda dell’isola scelta, i giocatori hanno l’opportunità di partecipare a eventi e missioni coinvolgenti, partecipare ad attività di gruppo o semplicemente andare all’avventura da solo. Roba da giovani? No.

Fondatore di Aftermath Island, infatti, è Dave Lucatch, manager hi-tech di lungo corso che ha chiamato a sé gente con 35 anni di esperienza nella tecnologia che ha lavorato anche con Marvel, per creare storie.

Tanta esperienza ha aiutato Lucatch e soci a individuare i limiti del metaverso 1.0 (chiamiamolo pure così): gli utenti non usano cripto, le persone richiedono di essere tutelate e deve essere garantita l’identità digitale.

“Noi pensiamo di poter dare una vista realistica al metaverso, centralizzando anche, se necessario. Vogliamo diventare la società leder del metaverso”, ha detto Lucatch.

Su Aftermath si fanno acquisti anche moneta a corso legale (fiat), tant’è che al momento la piattaforma ha generato 2 milioni di test land, il 91% in valute fiat e il 9% in criptovalute. Che, evidentemente, hanno bisogno di stabilità per poter essere utilizzate in modo diffuso.

Ecco perché Kory Hoang ha creato Stably (Stably USD, USDS è il ticker) per fare infrastrutture che garantiscano stablecoin per il settore della finanza decentralizzata ,con custodia della riserva negli Stati Uniti.

Il senso pratico della vita

La blockchain ha una straordinaria empatia per il mondo dello sport e dei fan. Il mondo del calcio non fa eccezione, difatti DigitalBits è lo sponsor di maglia dell’AS Roma e dell’FC Internazionale.

Il trend è confermato anche da LootMogul, una piattaforma di gaming per il metaverso, che riunisce influencer e fan dello sport (Olimpiadi, NBA, NFL, MLB) o da EpicoPlay, presentata dal manager italiano Mattia Baldassarre, che amplifica la portata sul pubblico dell’industria sportiva, creando relazioni più profonde con la base di fan, mediante la tokenizzazione, o ancora per Plagood, fondata da Mike More, piattaforma musicale di divertimento basata su un utility token NFT ($PGT).

E per quanto il mercato del metaverso per commerce e gaming sia stimato valere 4mila miliardi di dollari entro il 2030, sulla blockchain girano anche altri temi.
Come quelli della sostenibilità, dei diritti, dell’educazione e della libertà finanziaria.

Gaurav Singh, Ceo di Northwood Infrastructure Capital Gaurav Singh, Ceo di Northwood Infrastructure Capital I crediti di carbonio si comprano con la blockchain

Arriva la finanza rigenerativa

Gaurav Singh, Ceo di Northwood Infrastructure Capital, con la startup londinese Kyotoprotocol.io, è testimone della finanza regenerativa.
Definita sinteticamente ReFi, (regenerative finance), è uno strumento che può contirbuire a risolvere la crisi climatica.

L’idea è tanto semplice quanto complessa da mettere in atto: sfruttare la potenza della blockchain e del Web3 per consentire alle aziende di pagare i crediti di carbonio.

Target di Kyotoprotocol sono tutte le grandi aziende, della logistica, delle costruzioni, della produzione, che possono inserire nei propri bilanci i costi di riforestazione, investire nelle rinnovabili e avere i crediti di carbonio, il tutto su blockchain.

I numeri con cui fare i conti: il mercato dei crediti dei carbonio vale 864 miliardi di dollari. Le cripto oggi muovono 980 miliardi di dollari. La DeFi pesa 60 miliardi di dollari.

Ma per Singh il ReFI ha un potenziale di crescita enorme e sarà la prossima frontiera, connaturata con la blockchain per investire sulla sostenibilità.

Data simbolo: 7 settembre 2021

Lauren Bissell di Immutabile nasce come produttrice discografica: faceva concerti, tour, album.
Nel 2018 si è avvicinata al mondo degli smart contract ed è stata consulente del governo del Salvador per l’adozione delle criptovalute come valuta legale dal 7 settembre 2021.

Lauren Bissel Lauren Bissel Al lavoro per far utilizzare le crypto in Salvador

I problemi di stabilità da affrontare ci sono stati e ci saranno - ci ha detto -. Ma abbiamo creato un sistema finanziario che ha velocizzato le rimesse dagli emigrati: ora lo fanno con una app di crypto. E nel paese sono arrivati investitori”.

Ma è lontana dall’idea di farlo diventare un paradiso fiscale: va sviluppata l’educazione. “Le crypto sono un settore nuovo, volatile e i governi devono capirlo. Abbiamo creato un programma per formare i funzionari statali sulle crypto. Ci vorranno anni per rendere stabili le crypto, ma ci riusciremo”.

E ora la democrazia finanziaria

Per Mihai Dinulescu, ceo di Deepwaters il futuro è la democrazia finanziaria, e la open compliance che abilita l’accesso si fa con la blockchain.

Secondo Dinulescu per la finanza decentralizzata è il momento di fare partnership con la finanza esistente: “dobbiamo capire meglio la prospettiva della finanza tradizionale, delle banche che sono un bene sociale. Il valore è che gli investitori istituzionali sono soggetti capiscono bene il senso della responsabilità finanziaria”.

Dinulescu non ha dubbi: “la DeFi va ricostruita, si è creata da sola una serie di problemi: perdite impermalenti, non ci sono buffer di liquidità, che è frammentata, avvengono predazione e frizioni”.

Con Deepwaters cerca di ridurre l’attrito economico e favorire le azioni concrete: ammette che “non bisogna usare i blockchain ledger in modo inadeguato: ecco perché nei prossimi anni servirà più regolamentazione”.

I fattori per la crescita della DeFi secondo Dinulescu partono dalla componibilità di più blockchain: se cade chi sta in cima, cadono tutti,

Poi c’è la scalabilità: si deve poter trasferire 100mila dollari da Bitcoin a Ethereum ma, servono soluzioni scalabili e controllate dagli utenti finali.

Sicurezza: oggi se vuoi scambiare su lNasdaq non ti devi preoccupare della sicurezza che c’è, per esempio in Egitto, Mentre sulle crypto questa preoccupazione ce l’hai.

E il bello, per Dinulescu, è che per farlo non servono i governi: “il settore finanziario può autoregolarsi, sa farlo”.

La blockchain è lo strumento di garanzia dei tuoi dati

Brittany Kaiser Brittany Kaiser I diritti umani passano per la blockchain

Brittany Kaiser, è un’attivista dei diritti umani che quando parla di dati lo fa con cognizione di causa; ha anche un passato in Cambridge Analitica, che ha frequentato quando lavorava a un progetto di diplomazia preventiva, quella basata sui dati che prevengono le crisi.

Per Brittany Kaiser il Principato di Monaco è l’avanguardia delle cripto valute: “nel 2017 le prime conferenze sono nate qui. E qui possiamo risolvere i problemi del mondo”.
Brittany Kayser propugna il progetto #Ownyourdata, una fondazione che si basa sul concetto che la blockchain ci dà modo di avere il pieno controllo dei nostri dati.

È la tecnologia che deve lavorare per noi e non noi per la tecnologia. I dati sono gli asset di maggior valore del momento. Ma i dati sono quell’asset di base che non fa guadagnare nulla a chi li produce: noi”.
Ecco perché è fondamentale proteggere i dati e fare gli smart contract, per dare trasparenza, consenso, autorevolezza, proprietà, sostenibilità.

Secondo Kaiser begli ultimi decenni le big tech hanno avuto un aspetto estrattivo sui dati, senza dare nulla in cambio. La blockchain, i distributed ledger, fanno cambiare questo status quo.
La tecnologia è neutrale, non né buona né cattiva. Cambia chi la usa, e lo scandalo di Cambridge Analitica è solamente la punta dell’iceberg.

E la privacy, le nostre informazioni date in pasto all’intelligenza artificiale?
Per Kaiser non c’è antinomia: “bisogna dare i nostri dati consapevolmente. Se usati bene e con le blockchain, i dati possono risolvere i grandi problemi dell’umanità”.

Iscriviti a Money.it