Con questa professione molto comune guadagni 6.000 euro (ma non in Italia)

Simone Micocci

18 Luglio 2024 - 18:17

Agente di commercio, stipendio medio alto in Italia ma all’estero si guadagna molto di più. Specialmente in Francia.

Con questa professione molto comune guadagni 6.000 euro (ma non in Italia)

Ci sono lavori che se svolti all’estero pagano molto di più rispetto all’Italia.

Ne è un esempio l’agente di commercio, una professione il cui stipendio è molto variabile in quanto dipende non solo dall’azienda presso cui si lavora ma anche dalle proprie capacità di vendita dal momento che nella maggior parte dei contratti di lavoro viene dato molto peso alle provvigioni.

Chi più vende, quindi, più guadagna.

È comunque possibile rispondere indicativamente alla domanda quanto guadagna un agente di commercio, conosciuto anche come agente di vendita, o rappresentante commerciale, in Italia, facendo poi un confronto con l’estero.

Quanto guadagna un agente di commercio nel nostro Paese?

Secondo le cifre pubblicate dalla talent company Randstad, in Italia un agente di commercio guadagna in media 30.000 euro lordi l’anno, al netto circa di 1.800 euro netti di base al mese, con l’aggiunta poi dei vari compensi previsti dal salario accessorio, come straordinari, provvigioni e premi di produzione. Senza dimenticare i benefit (auto, telefono, Pc) che rappresentano un aspetto fondamentale per la retribuzione di questi professionisi.

Possiamo dire che si tratta di una delle professioni dove sullo stipendio incide maggiormente il merito del lavoratore, ma anche l’esperienza ha il suo peso. Se ad esempio un entry level solitamente deve accontentarsi di 20.000 euro l’anno, 1.380 euro netti al mese all’incirca, quando aumenta l’esperienza crescono anche le opportunità di guadagno, arrivando persino a 50.000 euro (2.450 euro netti).

Una retribuzione che possiamo definire medio alta, per quanto ci sono Paesi che fanno molto meglio di noi garantendo prospettive di guadagno ben più alte. E non bisogna neppure allontanarsi troppo: stando a un recente articolo pubblicato dai media francesi, infatti, un agente di commercio in Francia arriva a guadagnare cifre ben più alte.

Quanto guadagna un agente di commercio all’estero

Secondo .l’edizione online di Le Figaro sono tempi molto positivi per chi svolge la professione di agente di commercio in Francia, dove lo scorso anno la professione del commerciale è stata la più richiesta con ben 225.685 annunci pubblicati (dati forniti da Randstad e Golden Bees), per quanto comunque sia stato registrato un calo del 27,6% rispetto al periodo precedente.

Una professione dove perlopiù sono impiegati lavoratori di età compresa tra i 36 e i 49 anni, di cui la maggior parte (ben il 76%) è assunto con contratto a tempo indeterminato.

A risaltare è però la differenza di retribuzione rispetto all’Italia: in Francia, infatti, un rappresentante di vendita guadagna in media ben 6.085 euro lordi al mese, per quanto anche qui la retribuzione differisca molto in base all’età, all’anzianità e al livello gerarchico.

Ma non è solo la Francia a prevedere importi migliori rispetto a quelli riconosciuti in Italia. Si pensi ad esempio alla Germania, dove secondo le indagini condotte da LohnSpiegel.de e Tarifspiegel.de lo stipendio di un agente di commercio supera abbondantemente i 3.000 euro al mese (circa 3.380 euro, al netto di bonus di produzione e altri benefit).

Ancora meglio va in Olanda, dove secondo i dati di Glassdoor lo stipendio annuo lordo che va dai 70.000 ai 100.000 euro l’anno.

Oltre oceano, invece, lo stipendio di un agente di commercio impegnato negli Usa è di 65.000 dollari (secondo Indeed).

C’è ancora futuro per la professione?

A oggi, quindi, l’Italia è indietro rispetto al guadagno che viene riconosciuto in altri Paesi, un fattore che potrebbe quasi suggerire un trasferimento all’estero per chi ha raggiunto un’ottima esperienza come venditore in Italia e padroneggia al meglio una lingua straniera tanto da permettergli di svolgere questa professione anche altrove.

Ma quel che molti si chiedono è se con l’avvento dell’intelligenza artificiale questa professione ha ancora futuro. A tal proposito, nell’articolo di Le Figaro viene approfondito questo aspetto, offrendo buone prospettive a chi svolge una tale professione.

L’intelligenza artificiale, infatti, potrebbe essere sostitutiva solamente nelle fasi di vendita transazionale, ossia nei confronti di quei clienti che si rivolgono al rappresentante sapendo già che effettueranno l’acquisto. Il venditore, quindi, in tal caso svolge solamente il ruolo di intermediario, facilmente sostituibile da un’intelligenza artificiale.

Cosa che invece questa non può fare con la vendita consultiva, ossia quando è il responsabile alle vendite che acquisisce il cliente instaurando con lui un rapporto di fiducia che cresce con il tempo. Ecco quindi che con lo sviluppo dell’AI i buoni commerciali saranno ancora più efficienti, potendosi concentrare sull’aspetto più importante del loro lavoro: la relazione con i clienti. E anche le prospettive di guadagno, eliminando tutte quelle operazioni di back office che rappresentano solamente una perdita di tempo, potrebbero essere migliori.

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