Concorsi pubblici, in programma una media di 150 mila assunzioni l’anno fino al 2026. Sì allo smart working e alla valorizzazione del personale.
Buone notizie per chi aspira a un posto fisso nella Pubblica amministrazione: sono in programma nei prossimi 3 anni fino a 150 mila assunzioni l’anno. A confermarlo è il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Da tempo sembra esserci un problema assunzioni nella Pubblica amministrazione, con sempre meno giovani attratti da un posto nel pubblico impiego in quanto ritengono che gli stipendi offerti non siano attrattivi. A tal proposito, il ministro Zangrillo ha come obiettivo il rilancio della Pubblica amministrazione già nel 2023, cercando di attrarre le professionalità giuste necessarie specialmente per attivare i progetti finanziati dal Pnrr.
A oggi, d’altronde, la difficoltà maggiore riguarda proprio l’assunzione di tecnici ed esperti per accompagnare la realizzazione del Pnrr. Nonostante al livello centrale siano già state inserite 500 nuove professionalità, negli enti locali la situazione è più complicata. Secondo Zangrillo, però, non si tratta di una difficoltà della sola Pubblica amministrazione, visto che anche nel settore privato è sempre più complicato assumere le professionalità richieste. “Le persone oggi sono molto più attente a valutare le condizioni offerte e le opportunità di crescita professionale”, ritiene il ministro della Pubblica amministrazione, motivato però a un cambio di rotta già nell’immediato.
Concorsi pubblici Pnrr, non solo tempo determinato
A oggi i concorsi banditi per la realizzazione dei progetti finanziati dal Pnrr offrono un contratto a tempo determinato. E potrebbe essere proprio questo l’ostacolo principale, in quanto molti professionisti non sono attratti dalla possibilità di un incarico a tempo che non offre particolari garanzie per il futuro.
A tal proposito, Zangrillo - sottolineando che è la disciplina europea dello stesso Piano a prevedere contratti a termine fino al 2026 - ha fatto chiarezza sulle opportunità che tali rapporti di lavoro possano poi essere stabilizzati. Nell’ultimo decreto sul Pnrr, infatti, il governo ha previsto la stabilizzazione dei 500 profili assunti nei ministeri dopo 15 mesi di servizio, oltre a consentire agli enti locali di bandire concorsi a tempo determinato dove il 40% dei posti sarà riservato ai tecnici assunti a termine per il Pnrr.
Quindi, se siete scettici sul partecipare o meno a un bando di concorso che offre un contratto a tempo determinato in quanto rientra nel suddetto Piano, ricordate che al termine del rapporto potrebbe comunque esserci una prospettiva di stabilizzazione, se non diretta attraverso la partecipazione a un concorso ad hoc con posti riservati.
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150 mila assunzioni a tempo indeterminato
Ma al netto dei concorsi per il Pnrr, la Pubblica amministrazione ha in programma da qui al 2026 di rinforzare gli organici con contratti a tempo indeterminato. Nel dettaglio, mentre nel 2022 sono state assunte 170 mila persone, da quest’anno al 2026 è in programma una media di 150 mila assunzioni l’anno.
Il portale di riferimento per queste assunzioni sarà l’Inpa, avviato dal 1° gennaio per le sole amministrazioni centrali ma che dal 1° giugno prossimo verrà esteso a tutti. Sarà qui, quindi, che si svolgerà tutto il processo, dalla pubblicazione del bando alla domanda di concorso, fino alla gestione delle prove e alla pubblicazione della graduatoria. E presto questa piattaforma avrà anche una propria applicazione per tablet e smartphone, così da semplificarne l’utilizzo.
Concorsi che si svolgeranno nella maniera più veloce possibile: l’obiettivo che si è professato il governo riguarda il riprogettare le procedure concorsuali con un obiettivo di durata massima di 180 giorni.
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Pubblica amministrazione più attraente, ecco come
Secondo Zangrillo il fatto che la Pubblica amministrazione sia sempre meno attraente non è dovuto agli stipendi. Le retribuzioni d’ingresso, infatti, sono “assolutamente competitive” con il resto del mercato del lavoro e va smentita anche la narrativa anacronistica che dipinge la Pa come una “struttura incapace e non competitiva”.
Bisognerà però lavorare sull’area dirigenziale, dove è importante non solo la competenza tecnica ma anche le soft skill. “La dirigenza dovrà essere capace di organizzare e valorizzare il capitale umano, bisogna fare lavoro di squadra”. A tal proposito bisognerà puntare sulla formazione, ed è per questo motivo che il ministro Zangrillo ha firmato un atto di indirizzo che obbliga tutte le amministrazioni a prevedere un minimo di 3 giorni di formazione all’anno (durante l’orario di lavoro) per tutti i dipendenti pubblici. Formazione che si strutturerà su tre differenti aree tematiche: digitalizzazione, aggiornamento amministrativo e soft skills.
Sì allo smart working
Chi si appresta a concorrere per un posto nella Pubblica amministrazione deve sapere che oltre a uno stipendio competitivo, a un contratto stabile e una formazione costante, ci sono anche possibilità di lavorare in smart working.
“Perché mai la Pa dovrebbe privarsi di questo strumento?” spiega Zangrillo, il quale però auspica una “rivoluzione culturale, passando dalla logica del controllo a quella degli obiettivi misurabili”.
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