137 miliardi di euro persi in un anno di pandemia secondo Confesercenti, che lancia l’allarme: “450mila imprese a rischio chiusura”
Ancora un quadro nero quello dipinto da Confesercenti, che si sofferma su un’analisi dei dati sui consumi recentemente diffusi dall’ISTAT e in grado di evidenziare - come purtroppo prevedibile - una spesa tornata ai livelli del 1997.
Con una povertà assoluta ai massimi dal 2005 e uno scenario di restrizioni che sembra destinato a proseguire a lungo, le conseguenze per Confesercenti sono quantificabili in cifre da capogiro: 137 miliardi di euro persi in un anno.
Di questi almeno un quarto derivano dall’assenza di turisti, in grado di pesare enormemente specie su città come Roma, Milano e Napoli, ma non solo.
Il tutto è indicato nel recente dossier «Le imprese nella pandemia: marzo 2020 - marzo 2021», che Confesercenti ha appunto dedicato all’anno di emergenza sanitaria appena passato, e a come quest’ultima abbia influito su consumi e abitudini di spesa degli italiani.
Confesercenti sui consumi: persi 137 miliardi di euro
Nel report targato Confesercenti in evidenza una spesa tornata ai livelli di 24 anni fa, con restrizioni, assenze in termini di fasce di consumatori e un potere di spesa degli italiani diminuito a disegnare un quadro estremamente negativo dell’anno appena passato.
Ma i 137 miliardi di euro persi in consumi non sono che una parte del problema, che di certo non esaurisce le difficoltà tuttora in corso, con oltre 270mila lavoratori autonomi che hanno perso il lavoro e altri centinaia di migliaia a rischio.
Numeri che potrebbero tradursi - lancia l’allarme Confesercenti - nell’imminente chiusura di oltre 450mila imprese senza rapidi e adeguati interventi governativi nel 2021.
Con un 2020 che ha visto 335.000 famiglie aggiungersi alla quota della cosiddetta povertà assoluta - vale a dire secondo l’ISTAT quei nuclei familiari che non possono permettersi le spese minime a vivere una condizione accettabile - la situazione sembra ben distante da una risoluzione.
Il recente rapporto dell’ISTAT ha infatti individuato, rispetto ai nuclei familiari totali, un 7,7% che vive in condizioni di estrema indigenza, particolare che influisce enormemente su consumi già condizionati da restrizioni e blocco del turismo.
Particolare che non è affatto sfuggito in relazione ai saldi, con la stessa Confesercenti a far notare acquisti in calo del 40% rispetto l’anno passato chiedendo a gran voce “misure che aiutino a sopravvivere”.
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