Il premier a colloquio con Sergio Mattarella, chiesto “chiarimento politico in parlamento”. Atteso voto di fiducia lunedì alla Camera
Il premier Giuseppe Conte si è recato al Quirinale poco dopo le 16 per discutere con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella della crisi di governo ufficializzata ieri da Matteo Renzi.
Quest’ultimo ha infatti annunciato il ritiro delle due ministre di Italia Viva e, conseguentemente, il venir meno del sostegno del suo partito all’esecutivo Conte.
Nel corso del vertice, durato circa un’ora, Conte ha riferito a Mattarella la necessità di procedere verso un chiarimento politico in Parlamento, volto a delineare un nuovo scenario dell’esecutivo, che faccia seguito allo strappo.
Uno strappo a lungo aleggiato solo come minaccia ma concretizzatosi in maniera quasi fulminea nella conferenza stampa di ieri, con Renzi che senza troppi preamboli ha ritirato il suo sostegno al governo.
Si tratta di una mossa che va inevitabilmente a stravolgere la situazione politica italiana, e in questo senso il colloquio di scena tra Conte e Mattarella rappresenta una prima importante indicazione sul destino dell’esecutivo.
Ad oggi l’ipotesi più probabile, sul breve termine, sembra essere il voto di fiducia chiesto da Conte per lunedì alla Camera e martedì al Senato.
Conte a colloquio con Mattarella: quali opzioni al vaglio?
L’ANSA riferisce di prime parole volte al chiarimento delle azioni da compiere nell’immediato per l’esecutivo.
Durato circa un’ora, l’incontro si è chiuso con la firma da parte del capo dello Stato del decreto che certifica l’accettazione delle dimissioni delle ministre IV.
Conte avrebbe quindi riferito a Mattarella come al momento sia indispensabile procedere ad un chiarimento politico in Parlamento.
Si andrebbe quindi verso un voto di fiducia che Conte è pronto a chiedere lunedì alla Camera e martedì al Senato.
Conte aveva di fatto annunciato di aver accettato le dimissioni delle due ministre di IV, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, già nel corso del CdM, spiegando anche di aver cercato “fino all’ultimo momento utile” di dialogare con Renzi ed evitare la scissione.
Nelle ultime ora il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha escluso con forza l’ipotesi di un governo con la destra. Stesso veto proprio da Renzi, che ha escluso un “Governo delle forze sovraniste”.
Ma per il leader di Italia Viva il rischio elezioni non esiste, in quanto - assicura - i voti in Senato per una nuova maggioranza sono già stati trovati.
Del parere del tutto opposto il Pd, che teme una mancanza di responsabili che condurrà verso il voto anticipato di giugno.
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