Contributi artigiani e commercianti 2025: quanto si paga (in più) quest’anno e scadenze

Patrizia Del Pidio

11 Febbraio 2025 - 09:59

L’Inps aggiorna i massimali e i minimali dei contributi che devono versare artigiani e commercianti nel 2025. Vediamo importi e aliquote nelle nuove tabelle.

Contributi artigiani e commercianti 2025: quanto si paga (in più) quest’anno e scadenze

Con la circolare 33 del 7 febbraio 2025, l’Inps aggiorna i minimali e i massimali contributivi all’inflazione Istat e con essi anche le le aliquote contributive dovute da artigiani e commercianti per l’anno 2025.

Le aliquote restano le stesse rispetto all’anno passato, ma l’inflazione fa aumentare i costi che gli artigiani e i commercianti devono sostenere per il versamento dei contributi obbligatori per il 2025.

Sulla contribuzione minima di artigiani e commercianti, infatti, va applicata la rivalutazione dello 0,8% che comporta un aumento rispetto allo scorso anno. Il rialzo dei minimale e dei massimali su cui si deve calcolare l’importo dei contributi da versare, vanno ad aumentare anche l’onere da sostenere.

Aliquote contributive artigiani e commercianti

Come anticipato, non vi è alcuna variazione per le aliquote contributive utilizzate per calcolare quanto del reddito percepito debba essere versato all’apposita Cassa. Solo per la categoria dei commercianti le aliquote sono maggiorate dello 0,48% per finanziare l’indennizzo per la cessazione definitiva dell’attività commerciale. Nel dettaglio, anche nel 2025 le aliquote per artigiani e commercianti per il reddito fino a 55.448 euro sono le seguenti:

  • 24% artigiani;
  • 24,48% commercianti.

Per i redditi superiori a 55.448 euro (e inferiori al massimale), le aliquote sono, invece, pari a:

  • 25% artigiani
  • 25,48% commercianti;

Nelle aliquote vengono meno le agevolazioni per gli under 21 e, di fatto, le stesse sono uguali per tutti, indipendentemente dall’età.

C’è un’agevolazione anche per chi ha più di 65 anni ed è già titolare di pensione a carico dell’Inps: per questi, infatti, la quota di contributi dovuta è ridotta del 50%.

Confermato anche lo sconto contributivo riservato a coloro che aderiscono al regime forfettario, ossia la riduzione del 35% rispetto alla contribuzione ordinariamente dovuta ai fini previdenziali. Tale agevolazione si applica in automatico nei confronti di coloro che ne hanno beneficiato già nel 2024 e non ne hanno presentato rinuncia, a patto ovviamente che persistano i requisiti per godere dell’agevolazione in oggetto.

In alternativa:

  • chi ha intrapreso una nuova attività nel 2024 e intende beneficiare del regime agevolato nel 2025 ne deve dare comunicazione entro il prossimo 28 febbraio;
  • chi ha intrapreso una nuova attività nel 2025 e ne vuole beneficiare già quest’anno ne deve dare comunicazione con la massima tempestività rispetto alla ricezione del provvedimento d’iscrizione.

Quest’anno le agevolazioni contributive sono due e a quella appena descritta se ne aggiunge anche una nuova prevista dalla Legge di Bilancio 2025. Per chi si iscrive per la prima volta nel 2025 alla gestione speciale autonome degli artigiani e dei commercianti è prevista una riduzione contributiva del 50% per i primi 36 mesi. Questa riduzione contributiva è alternativa all’altra, ma trascorsi i primi 36 mesi i beneficiari possono optare per la vecchia agevolazione.

Dove applicare le percentuali?

La domanda che specialmente chi ha aperto da poco un’attività come artigiano o commerciante, e quindi è nuovo a queste cose, potrebbe porsi riguarda l’applicazione delle suddette percentuali. Ebbene, queste vanno applicate sulla totalità dei redditi d’impresa, compresi quelli derivanti da attività differenti ma che hanno dato titolo all’iscrizione alla stessa gestione, prodotti nell’anno a cui la contribuzione riferisce.

Nel dettaglio, si utilizza una base imponibile provvisoria prendendo come riferimento il reddito d’impresa che verrà fiscalmente denunciato nel 2025 per l’acconto dei contributi. Successivamente, in sede di dichiarazione dei redditi 2026, tenendo conto del reddito definitivamente percepito bisognerà procedere con il saldo versando i contributi eventualmente mancanti.

Tutta questa operazione deve avvenire nel rispetto di due parametri essenziali:

  • minimale contributivo: la retribuzione minima da prendere come base per il calcolo dei suddetti contributi, tanto previdenziali quanto assicurativi;
  • massimale contributivo: la soglia oltre il quale sul reddito percepito non si versano i contributi previdenziali.

Sono queste le voci soggette ogni anno a rivalutazione sulla base dell’inflazione accertata. Un loro aumento, legato al costo della vita, comporterà un maggior esborso per artigiani e commercianti: dall’innalzamento del minimale, infatti, ne consegue l’aumento della quota minima di contributi dovuta, anche nel caso in cui il reddito percepito risulti inferiore, mentre quello del massimale estende la fascia reddituale entro cui si pagano i contributi.

Nel 2025 l’aumento c’è stato e anche abbastanza consistente in quanto pari allo 0,8%: ecco in che modo influisce attivamente sulle tasche di artigiani e commercianti.

Nuovi minimali e massimali artigiani e commercianti 2025

L’Istat ha confermato nella misura dello 0,8% l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo tra il periodo gennaio 2023- dicembre 2023 e gennaio 2024-dicembre 2024. Come conseguenza il reddito minimo anno da prendere in considerazione per il versamento dei contributi Ivs per artigiani e commercianti è pari a 18.555 euro.

Il contributo calcolato sul reddito minimale deve essere perlomeno pari a:

Categoria Contributi minimi dovuti
Artigiani € 4.460,64 (4.453,20 IVS + 7,44 maternità)
Commercianti € 4.515,43 (4.549,70 (4.542,26 IVS e finanziamento indennizzo per cessazione attività commerciale + 7,44 maternità))

Per i periodi inferiori all’anno solare il contributo sul minimale va rapportato al mese e risulta essere:

Categoria Contributi minimi mensile
Artigiani € 371,72 (371,10 IVS + 0,62 maternità)
Commercianti € 379,15 (378,53 IVS e finanziamento cessazione attività commerciale + 0,62 maternità)

Riferito al massimale, invece, nel 2025 sale a:

  • 92.413,00 euro per i lavoratori in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995;
  • 120.607,00 euro per i contributivi puri, ossia per chi non è in possesso di contribuzione alla suddetta data.

Ne consegue che i contributi massimi dovuti sono pari a:

Categoria Contributi versati al 31 dicembre 1995Contributi massimi dovuti
Artigiani € 22.548,77
Artigiani No € 29.597,27
Commercianti € 22.992,35
Commercianti No € 30.176,18

Attenzione: le cifre indicate nelle tabelle comprendono la quota del contributo di maternità, pari a 7,44 euro.

Tempistiche di pagamento

Nella circolare Inps 38 del 2025 vengono anche ufficializzate le tempistiche di pagamento dei suddetti contributi (da effettuare con modello F24). Per quanto riguarda le quattro date annuali per il versamento dei contributi dovuti sul minimale, le scadenze sono:

  • 16 maggio;
  • 20 agosto;
  • 17 novembre;
  • 16 febbraio (2026).

Invece, per la parte di contributi che eccede il minimale (e non supera il massimale) si fa riferimento - sia per il conguaglio e saldo 2024 che per il primo e secondo acconto 2025 - ai termini previsto per il pagamento delle imposte sui redditi delle persone fisiche.

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