Il requisito del calo del fatturato non viene richiesto alle attività aperte dal 1° gennaio 2019 e nei Comuni colpiti da eventi calamitosi pre-Covid. Manca, però, un elenco di questi Comuni.
Contributo a fondo perduto, ci sono determinati casi in cui non viene richiesto il requisito del calo del fatturato: quali sono?
Risponde a questa domanda già la norma del decreto Rilancio, ma successive circolari dell’Agenzia delle Entrate forniscono ulteriori chiarimenti in merito.
Il decreto Rilancio infatti stabilisce che, tra i requisiti necessari per accedere ai finanziamenti a fondo perduto, c’è la riduzione del 33% del fatturato di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019, tranne che per specifici casi: le attività aperte dal 1° gennaio 2019 e quelle con sede operativa nei Comuni colpiti da emergenze pre-Covid.
Manca, però, un elenco aggiornato e definitivo dei Comuni in cui lo stato d’emergenza era in vigore al 31 gennaio 2020, giorno in cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza a causa della pandemia.
Contributo a fondo perduto senza requisito di riduzione del fatturato: in quali casi?
A regolamentare i dettagli del contributo a fondo perduto è l’articolo 25 del decreto Rilancio, reso operativo con il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 10 giugno 2020.
Possono richiedere il contributo a fondo perduto i titolari di partita IVA esercenti attività d’impresa, lavoro autonomo e di reddito agrario:
- con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019;
- se il fatturato di aprile 2020 ha subito una riduzione del 33% rispetto al fatturato di aprile 2019;
- se hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019;
- se hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio dei Comuni in cui lo stato di emergenza per eventi calamitosi era in vigore quando è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria (ovvero il 31 gennaio 2020).
Le ultime due categorie, ovvero chi ha aperto l’attività dal 1° gennaio 2019 e chi risiede (o ha la sede operativa) in uno dei Comuni colpiti da altre emergenze pre-Covid, hanno diritto al contributo a fondo perduto anche senza il requisito di riduzione di un terzo del fatturato.
Contributo a fondo perduto senza requisito di riduzione del fatturato: manca l’elenco dei Comuni
Per le attività aperte dal 1° gennaio 2019 è piuttosto semplice dimostrare di appartenere alla categoria per la quale il requisito di calo del fatturato non è richiesto.
La faccenda si complica per la seconda categoria, ovvero per i Comuni che hanno subìto eventi calamitosi pre-Covid, il cui stato d’emergenza era in vigore al 31 gennaio 2020.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 22/E del 21 luglio 2020 fornisce ulteriori chiarimenti, specificando però che:
“la lista individuata nelle istruzioni dell’istanza, come del resto chiarito dall’inciso “indicativa e non esaustiva” non rappresenta un elenco tassativo dei predetti comuni.”
La circolare in commento fornisce alcuni esempi, come i territori colpiti dal sisma del 26 e 30 ottobre 2016, o i Comuni colpiti dal terremoto del 18 gennaio 2017.
Manca, però, un elenco aggiornato delle Regioni con i relativi Comuni nei quali lo stato d’emergenza era attivo al 31 gennaio scorso: la circolare richiama la delibera del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 2019, in cui si è dichiarato lo stato di emergenza della provincia di Alessandria.
Lo stato d’emergenza è stato poi esteso con delibera del Consiglio dei Ministri 2 dicembre 2019 ai territori colpiti delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto, interessati dagli eccezionali eventi meteorologici di novembre 2019.
I Presidenti delle Regioni, delegati dal Capo della Protezione Civile, hanno emanato apposite ordinanze commissariali che hanno individuato i Comuni interessati dallo stato di emergenza.
I contribuenti che hanno la sede operativa della propria attività in uno dei Comuni in cui si sono verificati eventi calamitosi possono quindi consultare le ordinanze commissariali della propria Regione, per evitare di incorrere nelle pesanti sanzioni previste dal decreto Rilancio in caso di contributo a fondo perduto non spettante.
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