Cooperative di lavoro, cosa sono e come funzionano

Veronica Caliandro

17 Settembre 2024 - 18:08

Cos’è e come funziona una cooperativa di lavoratori, una forma di organizzazione che rende un gruppo di lavoratori dei veri e propri piccoli imprenditori.

Cooperative di lavoro, cosa sono e come funzionano

Per gestire un’attività non è necessario essere dei manager o degli imprenditori. Una valida alternativa è rappresentata dalle cooperative di lavoratori, ovvero un’organizzazione sociale, una società, che ha il compito di soddisfare i bisogni dei propri soci, che sono al tempo stesso lavoratori, e consentire a quest’ultimi di avere condizioni lavorative più vantaggiose rispetto ad una normale attività reperibile sul mercato.

Si tratta di una forma di attività organizzata che esiste da tempo e che ha subito diversi cambiamenti, continuando comunque a restare un’ottima risorsa economica, sia per i lavoratori che per l’economia nel complesso. Stando ai dati diffusi dal Ministro dello sviluppo economico, nel 2024 in Italia ci sono oltre 87 mila cooperative attive. Ma come funziona questa importante realtà della nostra economia? Scopriamolo assieme!

Cos’è una cooperativa di lavoratori?

Una cooperativa di lavoratori è un tipo di società che si basa sul principio di mutualità tra i suoi membri e che ha l’obiettivo di avviare e portare avanti un’attività economica a condizioni migliori rispetto a quelle accessibili autonomamente sul mercato dai singoli soggetti che ne fanno parte.

A differenza delle altre forme societarie, pertanto, non ha un mero scopo speculativo, bensì intende perseguire il benessere collettivo e soddisfare i bisogni dei soci. Dal punto di vista legislativo, è bene sapere che in base a quanto stabilito dall’articolo 45 della Costituzione:

La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.

La mutualità come requisito essenziale

Il principio alla base di ogni cooperativa, come già detto, è quello della mutualità. In base a quest’ultimo, bisogna mettere la collaborazione e l’utilità sociale davanti all’interesse e al guadagno personale. In particolare, sono previste due forme di mutualità, ovvero quella pura e quella spuria.

La differenza tra una cooperativa a mutualità pura e una a mutualità spuria è da rinvenire nell’apertura verso terzi. Nelle cooperative a mutualità spuria, maggiormente operative verso terzi, ha maggiore spazio l’attività commerciale e, di conseguenza, il fine di lucro, senza però che questi risulti essere centrale e senza andare a sostituire il fine mutualistico.

Un concetto simile a quello di mutualità pura è, invece, quello di mutualità prevalente. Quest’ultima viene riconosciuta alle cooperative che sono meno aperte verso terzi e la cui attività è svolta e rivolta prevalentemente ai soci, a patto che rispettino determinati criteri di bilancio per cui devono superare la quota del 50% sul totale delle seguenti voci:

  • ricavi da beni e servizi verso soci sul totale ricavi;
  • costo del lavoro soci sul totale del costo del lavoro;
  • costo servizi o beni ricevuti da soci sul totale costi servizi e beni.

Come funziona una cooperativa

Chi decide di costituire una cooperativa di lavoro lo fa con l’intento di fornire ai soci delle opportunità e delle condizioni lavorative più vantaggiose rispetto a quelle presenti sul mercato, sia dal punto di vista economico che qualitativo. Tra la cooperativa e il socio si instaura un rapporto mutualistico che si traduce in un rapporto lavorativo ulteriore rispetto al rapporto sociale, in cui il socio assume il duplice ruolo di «imprenditore» e «lavoratore».

Entrando nei dettagli, è possibile distinguere due forme di rapporto che intercorrono tra il socio lavoratore e la cooperativa:

  • rapporto associativo: un lavoratore, in qualità di socio di una cooperativa, ne è di fatto anche responsabile. Ne consegue che deve fare i conti con il peso del rischio di impresa e della formazione del capitale. Allo stesso tempo, ha diritto a partecipare alla distribuzione degli utili, così come alle decisioni strategiche e operative dell’attività;
  • rapporto di lavoro: anche se è una sorta di piccolo imprenditore, il socio lavoratore è pur sempre un lavoratore e per questo, a norma di legge, merita un trattamento come qualsiasi altro lavoratore dipendente. Ovvero, devono essere riconosciuti tutti i diritti e doveri di un normale lavoratore, come ad esempio un certo orario di lavoro e una paga mensile proporzionale al lavoro svolto.

I soci lavoratori, quindi, cooperano nella gestione dell’impresa e partecipano all’elaborazione dei programmi di sviluppo e alle decisioni strategiche. Ogni cooperativa vede la presenza di tre organi, vale a dire:

  • assemblea dei soci: ne fanno parte tutti i soci e ognuno di loro, a prescindere dalla quota di capitale, ha diritto ad un singolo voto;
  • consiglio di amministrazione o amministratore unico: eletto dall’assemblea dei soci, amministra la cooperativa;
  • collegio sindacale: si occupa di vigilare l’operato della cooperativa.

Dal punto di vista pratico, inoltre, è bene sapere che il rischio patrimoniale dei soci è limitato solamente alla quota di capitale sottoscritta. Quest’ultima non è in genere elevata. Se tutto questo non bastasse è sempre possibile includere nuovi soci, ampliando così il proprio capitale sia umano che economico.

Tipologie di cooperative

Le cooperative non sono altro che società a capitale variabile con scopo mutualistico. Andando nel dettaglio, stando all’articolo 2512 del Codice Civile, sono società cooperative a mutualità prevalente, in ragione del tipo di scambio mutualistico, quelle che:

  • svolgono la loro attività prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi;
  • si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, delle prestazioni lavorative dei soci;
  • si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, degli apporti di beni o servizi da parte dei soci.

Le società cooperative a mutualità prevalente si iscrivono in un apposito albo, presso il quale depositano annualmente i propri bilanci.

La categoria più diffusa di società cooperativa è quella di produzione e lavoro, che consiste nella produzione di beni ed erogazione di servizi. Proprio soffermandosi su quest’ultimo elemento, è possibile, in alternativa, classificare le cooperative per settore di attività. Tra le principali si annoverano le cooperative agricole, di credito, edilizie, di trasporto, editoriali, ma anche dedicate alle pulizie e al mondo della ristorazione.

Come costituire una cooperativa di lavoro

  1. Il primo passo da compiere per dare vita ad una cooperativa consiste nella redazione di un atto pubblico costituivo da parte di un notaio. Grazie a quest’ultimo è possibile stabilire l’insieme di regole fondamentali dell’attività cooperativa e fornire le informazioni personali dei fondatori.
  2. I fondatore, d’altro canto, devono essere almeno nove lavoratori del settore di cui si occuperà la cooperativa. Al momento della fondazione, però, non possono essere titolari di attività simili. In pratica, devono essere esperti del settore ma liberi.
  3. Il notaio deve redigere anche lo statuto, effettuare le opportune comunicazioni e notifiche presso il Registro delle Imprese e l’Albo Nazionale delle società cooperative.

Mediamente il costo di apertura di una cooperativa si aggira attorno ai 2 mila euro. Tale cifra comprende le spese necessarie per gli adempimenti iniziali, tra cui si annoverano quelle per il notaio, per l’apertura di una partita Iva, l’iscrizione presso il Registro delle imprese e all’Albo Nazionale delle Cooperative.

Ma non solo, impattano sul bilancio anche le spese per l’acquisto e la vidimazione dei i libri sociali, contabili e i registri fiscali, così come la registrazione presso la Camera di Commercio di competenza.

Una volta costituita la cooperativa è finalmente possibile avviare l’attività. Il lavoro da effettuare può essere reperito sfruttando le capacità e le conoscenze interne oppure esterne, rivolgendosi a soggetti terzi. In entrambi i casi è possibile delineare una sorta di rapporto di lavoro subordinato o autonomo, come quello che si potrebbe instaurare all’interno di un’azienda con lavoratori e collaboratori interni o esterni.

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