Corea del Sud caos sull’arresto del presidente, rischio guerra civile?

Alessandro Cipolla

03/01/2025

Guardie presidenziali e truppe militari della Corea del Sud hanno impedito alle autorità di arrestare il presidente Yoon Suk Yeol, sottoposto a impeachment: crescono i rischi di una guerra civile?

Corea del Sud caos sull’arresto del presidente, rischio guerra civile?

La Corea del Sud è sempre più nel caos. Nelle scorse ore le guardie presidenziali e le truppe militari della Corea del Sud hanno impedito alle autorità di arrestare il presidente Yoon Suk Yeol.

Come ben noto, Yoon Suk-yeol per conto del Partito Popolare - una forza conservatrice - lo scorso 3 dicembre ha proclamato la legge marziale in Corea del Sud, accusando l’opposizione, maggioritaria in Parlamento a seguito del crollo di popolarità, di essere filo-nordcoreana e responsabile del blocco delle funzioni statali.

La legge marziale però è stata revocata dopo sole 6 ore viste le grandi proteste politiche e popolari, con il presidente - formalmente ancora in carica - che adesso è finito sotto impeachment tanto che gli investigatori nella giornata di ieri si sono recati a Seul per arrestare Yoon.

Al loro arrivo presso il complesso residenziale che ospita il presidente, i funzionari hanno trovato ad aspettarli circa 200 guardie presidenziali e militari, rinunciando così al mandato dopo una lunga trattativa durata sei ore.

Si è ritenuto - si legge in una nota dell’Ufficio per le indagini sulla corruzione degli alti funzionari (CIO) - che fosse praticamente impossibile eseguire il mandato di arresto a causa della situazione di stallo in corso”.

Oltre allo stallo politico e giudiziario, a preoccupare però è anche la crescente tensione sociale in Corea del Sud, tanto che alcuni analisti hanno parlato di un pericolo di una sorta di guerra civile se non si dovesse arrivare presto a una soluzione.

Il rischio di guerra civile in Corea del Sud

Il motivo per cui si parla di una possibile guerra civile in Corea del Sud è presto detto: quando i funzionari si sono presentati per arrestare Yoon Suk-yeol, ad attenderli non c’erano solo guardie presidenziali e militari.

A Seul infatti si sono radunati anche centinaia di sostenitori di Yoon, assembrati fin dall’alba nei pressi dell’abitazione del presidente giurando di bloccare l’arresto anche “a costo della vita”. Alcuni di loro hanno scandito lo slogan “il presidente Yoon Suk Yeol sarà protetto dal popolo” e hanno chiesto l’arresto del capo del CIO.

La situazione in Corea del Sud però è molto testa anche a livello istituzionale. Come riportato da Reuters, i funzionari del CIO, che guidano una squadra congiunta di investigatori sulle possibili accuse di insurrezione legate alla breve dichiarazione di legge marziale da parte di Yoon, sono arrivati ​​ai cancelli del complesso per arrestare il presidente poco dopo le 7 del mattino e sono entrati a piedi.

Una volta all’interno del complesso, il CIO e la polizia erano in inferiorità numerica rispetto ai cordoni del personale del Presidential Security Service (PSS), nonché alle truppe militari distaccate per la sicurezza presidenziale come ha riferito ai giornalisti un funzionario del CIO.

Oltre 200 agenti e soldati del PSS hanno formato diversi strati di catene umane per bloccare il CIO e la polizia: nonostante ci siano stati degli alterchi e gli agenti del PSS sembrassero portare armi da fuoco, il funzionario ha spiegato che nessuna arma è stata estratta durante lo scontro. Il CIO così ha annullato l’arresto di Yoon intorno alle 13:30 a causa delle preoccupazioni circa la sicurezza del suo personale.

In Corea del Sud così sembrerebbe regnare un caos totale, il tutto mentre i cugini del Nord hanno mandato propri soldati in Russia e la Cina ha aumentato le esercitazioni attorno a Taiwan: l’Estremo Oriente appare essere un catino incandescente sul punto di esplodere.

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# Guerra

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