In arrivo una soluzione per la crisi che ha portato i prezzi delle uova alle stelle. Dopo molti rifiuti, sembrano esserci 2 Paesi disponibili a salvare gli USA
Sembra intravedersi una via d’uscita per una delle più grosse crisi economiche ad aver colpito gli USA negli ultimi anni: quella delle uova.
Per colpa dell’influenza aviaria gli allevatori americani sono stati costretti a sopprimere milioni di volatili. Una situazione che ha fatto salire alle stelle i prezzi delle uova e che ha costretto l’amministrazione Trump a chiedere aiuto all’estero. E, dopo molti rifiuti, sembrano esserci due Paesi disposti a dare una mano al Presidente.
Perché i prezzi delle uova sono saliti alle stelle negli USA
Più di 30 milioni di esemplari. È il numero di volatili soppressi negli ultimi anni in USA a causa dei ripetuti focolai di influenza aviaria scatenatisi negli allevamenti. Una condizione difficilissima che ha avuto ripercussioni sia sul commercio di carne che su quello di uova, trasformatesi in breve tempo in un vero e proprio bene di lusso.
Una situazione che stava per rivelarsi un boomerang anche per la neo-insediata amministrazione Trump, abile a cavalcare le proteste popolari per il caro-uova durante la campagna elettorale, ma ritrovatosi con la patata bollente in mano una volta vinte le elezioni. Soprattutto perché, in un primo momento, non sembravano esserci Paesi disponibili ad aiutare gli USA.
I Paesi che hanno rifiutato di aiutare gli Stati Uniti
A inizio 2025 gli ambasciatori americani hanno chiesto a Paesi esportatori di uova come la Finlandia, la Danimarca e la Polonia, un aiuto per sopperire alla carenza di scorte.
Tutte hanno rifiutato adducendo come motivazioni il bisogno di soddisfare il proprio mercato interno e il mantenimento dei rigidi standard normativi vigenti in Unione Europea. A confermare la richiesta è stata la stessa Camera nazionale dei produttori di pollame e mangimi della Polonia che ha dichiarato di essere stata contatta lo scorso febbraio ma di aver rifiutato l’offerta.
La soluzione: importare uova da Turchia e Corea del Sud
Nei giorni scorsi sembra essere arrivata la svolta tanto attesa. La segretaria dell’agricoltura, Brooke Rollins, ha dichiarato che sono già in corso le prime importazioni di uova provenienti dalla Turchia e dalla Corea del Sud. E che l’amministrazione è in trattativa anche con altri fornitori per il rafforzamento delle scorte.
La conferma dell’inizio delle operazioni è arrivata dai diretti interessati: Turchia e Corea del Sud. L’Ugly Producers Central Union (YUM-BIR) ha dichiarato che invierà negli Stati Uniti 15.000 tonnellate di prodotto da qui alla fine di luglio. Un affare da circa 26 milioni di dollari.
In questo mese di marzo l’azienda sudcoreana Gyerim Farm ad Asan ha invece inviato circa 20 tonnellate di uova nello Stato della Georgia. Un primo passo di un piano molto più ampio che prevede una fornitura costante da qui alla fine dell’emergenza e che, di fatto, inserisce la Corea del Sud tra i principali partner economici a Stelle e Strisce.
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