Coronavirus, più di 28.000 contagi sul lavoro tra febbraio ed aprile 2020: i dati arrivano dall’INAIL, ed aiutano a fare un identikit dei soggetti maggiormente a rischio. In testa gli infermieri e, in genere, gli operatori sanitari.
Coronavirus, sono più di 28.000 i contagi sul lavoro denunciati all’INAIL tra febbraio ed aprile 2020.
Del totale dei contagiati sul lavoro, quasi la metà sono infermieri ed altri tecnici della salute (45,7%), a seguire gli operatori socio-sanitari (18,9%), i medici (14,2%) e gli operatori socio assistenziali (6,2%). L’esposizione al rischio è quindi evidentemente maggiore per il personale sanitario.
I dati sul monitoraggio del contagio da Covid-19 negli ambienti di lavoro arrivano alla vigila del 1° maggio e dell’avvio della Fase 2 a partire dal 4 maggio. Si tratta della prima pubblicazione, alla quale seguiranno ulteriori aggiornamenti nelle prossime settimane.
L’obiettivo è quello di monitorare i contagi da coronavirus negli ambienti di lavoro, anche per fornire indicazioni utili in materia di prevenzione e sicurezza.
Coronavirus, INAIL: più di 28.000 contagi sul lavoro. Infermieri ed operatori sanitari maggiormente a rischio
Sono 98 i casi mortali da contagio denunciati all’INAIL, pari al 40% del totale dei morti sul lavoro denunciati nel periodo compreso tra febbraio ed aprile 2020. Prima di soffermarci su alcuni dei dati forniti, si ricorda che per effetto del Decreto Cura Italia il contagio da Covid-19 è considerato infortunio.
Il primo monitoraggio dell’Istituto conferma un elemento ormai consolidato: il rischio di contrarre il coronavirus sul lavoro è nettamente maggiore per il personale sanitario, ma resta alta anche la soglia di attenzione per la generalità delle attività.
Il 71% dei contagi riguarda lavoratrici, il 28,9% uomini. L’età media dei contagiati sul lavoro è pari a 46 anni per le donne e 47 per gli uomini e, per quel che riguarda il profilo anagrafico, l’INAIL specifica che:
- 43,0% del totale delle denunce riguardi la fascia 50-64 anni,
- seguono le fasce 35-49 anni (37,3%),
- 18-34 anni (17,7%),
- over 64 anni (2,0%).
Perfettamente in linea con il dato complessivo è la distribuzione territoriale dei lavoratori che hanno contratto il coronavirus sul lavoro:
- il 52,8% delle denunce sono arrivate da Regioni del NordOvest (Lombardia 35,1%);
- 26,0% nel Nord-Est (Emilia Romagna 10,1%);
- 12,7% al Centro (Toscana 5,5%);
- 6,0% al Sud (Puglia 2,6%)
- 2,5% nelle Isole (Sardegna 1,3%).
Il settore della Sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo…) registra il 72,8% delle denunce.
Tornare a lavoro in sicurezza per evitare il rischio contagio: protocollo 24 aprile caposaldo per la Fase 2
Il monitoraggio dell’INAIL sarà costante, in quanto consentirà di determinare il livello di rischio contagio all’interno degli ambienti di lavoro.
Evidenziare l’importanza della sicurezza è fondamentale e, evidenzia il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo:
“Il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro firmato lo scorso 24 aprile è il caposaldo per poter lavorare in sicurezza nella fase 2.”
Massimo sostegno dovrà essere assicurato, continua il Ministro Catalfo, per i lavoratori che hanno contratto il coronavirus, come gli operatori sanitari impiegati in prima linea contro la pandemia:
“La celebrazione del primo maggio deve essere l’occasione per dare il giusto riconoscimento al loro impegno e a quello degli altri lavoratori che negli ultimi due mesi hanno garantito l’erogazione dei servizi pubblici essenziali”.
Accanto al riconoscimento dello sforzo compiuto dal personale sanitario, bisogna però ragionare sulla necessità di adattare le norme ai cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro.
Ci sono tre milioni e mezzo di lavoratori scoperti da rendite ed indennizzi in caso di infortunio sul lavoro. Nelle statistiche INAIL non sono comprese alcune categorie di lavoratori particolarmente esposte al rischio di contagio da coronavirus: medici di famiglia, medici liberi professionisti e farmacisti.
La necessità di una riforma delle norme sulla protezione dei lavoratori è portata all’attenzione dal Presidente dell’INAIL, Franco Bettoni. A tal proposito, l’Istituto comunica che è già stato avviato il lavoro con le federazioni dei medici per l’estensione della copertura INAIL anche ai medici professionisti e convenzionati.
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