Secondo Andrea Crisanti dovremo continuare a usare le mascherine fino a metà 2022 o fino al 2023.
L’arrivo di nuove varianti del coronavirus renderà più difficile raggiungere l’immunità di gregge. Lo ha detto il virologo Andrea Crisanti, intervistato da Corrado Formigli a PiazzaPulita su La7.
Il professore di microbiologia dell’Università di Padova ha spiegato, inoltre, che nonostante i vaccini sarà necessario convivere con le mascherine ancora per un paio d’anni o almeno un anno e mezzo.
Crisanti, perché le varianti alzano la soglia dell’immunità di gregge
Nel corso della serata di giovedì 28 gennaio, Crisanti ha rilasciato una lunga intervista a PiazzaPulita, incentrata naturalmente sulla pandemia di coronavirus. Uno dei principali argomenti è stato quello delle varianti del virus che, secondo lo scienziato, renderanno più difficile raggiungere l’immunità di gregge.
Il motivo è che la soglia dell’immunità dipende dal valore di R0. Con il ceppo originale del coronavirus, basterebbe vaccinare circa il 70% della popolazione di un Paese. Ma con la presenza di mutazioni più contagiose, l’R0 del coronavirus aumenta. E così per raggiungere l’immunità di gregge bisognerà “vaccinare il 75-80% della popolazione”, ha detto Crisanti a Formigli.
Ma queste varianti sono anche più mortali? “L’Inghilterra sta vedendo una grande quantità di decessi, che prima non vedeva”, ha risposto il virologo.
Quanto poi ai dati sui contagi italiani, che sembrano migliori di quelli degli altri Paesi europei, Crisanti ha detto: “Il numero dei contagi dipende da come li misuriamo. I tamponi rapidi stanno creando una tranquillità apparente”.
Mascherine ancora per un anno e mezzo-due
Crisanti ha detto poi che le mascherine dovranno essere utilizzate ancora per altri due anni, un anno e mezzo, nonostante la diffusione di massa dei vaccini. Il motivo è che ad oggi, ancora, non si sa se i vaccinati siano in grado di trasmettere il virus. Un’ignoranza che è stata ammessa anche dalle stesse case farmaceutiche.
Il virologo ha detto comunque che la situazione, al momento, non è così grave, perché non c’è un’alta pressione sugli ospedali. “Se ci fossero tutte le Regioni gialle, con le scuole aperte, sarei preoccupato”, ha detto Crisanti.
Quanto agli effetti economici dei lockdown, lo scienziato ha detto: “Ci dimentichiamo il passato della nostra Italia. Per tutti i governi la priorità è stato il controllo delle malattie trasmissibili, come malaria e tifo, perché non c’era attività economica con queste malattie”.
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