Coronavirus: la Germania ha annuciato un piano per affrontare la crisi economica causata dall’epidemia da 550 miliardi di euro. Un programma faraonico e potenzialmente illimitato, che posiziona il Paese al primo posto in UE per capacità di intervento.
Coronavirus: anche la Germania sta entrando nella fase più critica dell’epidemia. Il Governo federale corre subito ai ripari annunciando un piano di interventi economici senza precedenti dal dopoguerra in poi.
È lo stesso ministro delle finanze Olaf Scholz a descriverlo come un grande “bazooka” necessario per evitare uno scenario tragico di declino nella più grande economia della zona euro.
L’assistenza finanziaria promessa alle imprese tedesche sarà addirittura illimitata in termini di liquidità e partirà da una cifra record di 550 miliardi. Numeri importanti e impattanti, che fanno impallidire i 25 miliardi di euro messi in campo in Italia con tanta difficoltà.
La Germania, nell’affrontare la crisi economica per il coronavirus, dimostra di essere ancora la nazione dominante nel sistema europeo.
Coronavirus: la Germania sfida la crisi con risorse illimitate. I dettagli
L’intenzione della nazione tedesca è chiara: non perdere altro terreno nella crescita economica e del PIL dopo aver già corso il rischio di recessione. L’emergenza coronavirus si fa sempre più problematica.
Ad oggi, venerdì 14 marzo, i casi di contagio in Germania hanno ormai superato quota 3.000 e si apprestano ad aumentare, con tutte le conseguenze che un simile trend porterà allo Stato.
Il caos a livello europeo, dove ormai esiste un vero focolaio della pandemia secondo l’OMS, ha già causato il ridimensionamento delle catene di approvvigionamento e ha portato a una serie di interruzioni della produzione in tutto il Paese. Le industrie attive nei settori dell’esportazione, inoltre, stanno già mettendo in evidenza una vulnerabilità poco rassicurante.
Evitare un peggioramento repentino in termini di crescita economica è l’obiettivo primario delle autorità tedesche. La determinazione a sostenere le imprese nazionali è ferma e concreta, come sottolineato da Scholz:
“Questo è un bazooka e lo useremo per fare tutto il necessario. Non esiste un limite massimo alla quantità di prestiti che KfW (banca pubblica) può emettere.”
Le mosse annunciate dal Governo tedesco vanno molto più in là di quanto quanto pianificato da qualsiasi altro Stato europeo. Il piano è stato strutturato per fornire alle aziende uno scudo protettivo solido, aumentando notevolmente l’accesso ai prestiti erogati dalla banca statale KfW.
Il bilancio tedesco attualmente garantisce a KfW un quadro finanziario di 460 miliardi di euro, ma i funzionari hanno affermato che ora potrebbero aumentare le risorse di 93 miliardi di euro, dando alla banca oltre 550 miliardi di euro.
Il ministro dell’economia Altmaier ha voluto precisare che il Governo federale si assumerà i rischi dei prestiti erogati e che le procedure di richiesta dei prestiti saranno accelerate e semplificate. Così si è espresso:
“Stiamo assumendo un impegno illimitato, per le piccole imprese, dai tassisti, alle industrie creative, alle grandi aziende con decine di migliaia di lavoratori.”
Dare liquidità alle aziende, rassicurare il sistema economico nazionale e offrire una garanzia per il futuro: questa la missione tedesca. A fronte di questi obiettivi, Angela Merkel ha addirittura fatto intendere di poter allentare il dogma della parità di bilancio tanto ferreo in Germania.
Sono tempi troppo pericolosi, questi del coronavirus, per bloccare spesa pubblica e possibilità di debito.
A margine di questo piano così ambizioso e possibilista in Germania, è lecito un confronto con il sistema Italia.
Il nostro Paese, con il suo programma da 25 miliardi di euro, dovrà giustificare e compensare in seguito lo sforamento del deficit, senza la garanzia di riuscire ad appianare realmente tutti i settori in crisi. Non esiste, inoltre, una banca di sviluppo statale come quella tedesca.
In situazioni come questa del coronavirus, tutte le differenze di sistema tra un Paese forte a livello finanziario - la Germania - e uno debole - l’Italia - vengono alla luce. A ben guardare, però, lo stanziamento italiano al quale si fa riferimento è propriamente del Governo, mentre quello tedesco si riferisce alla disponibilità che potrà avere la banca di sviluppo, già ricca di risorse.
Le differenze sulla struttura economica dei Paesi ci sono, è vero, ma anche le dinamiche che i Governi stanno generando sono diverse. Dettagli, questi, comunque, importanti da sottolineare.
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