Nel mondo il coronavirus è ancora ben radicato. Tra focolai che si riaccendono e contagi che crescono a ritmi veloci, l’epidemia dimostra che non scomparirà facilmente. Qual è la situazione globale?
Coronavirus nel mondo: qual è la situazione? Se in diverse parti del globo si cerca di uscire da mesi di lockdown, in molte altre un’impennata nei casi COVID-19 mostra che la pandemia è più attiva che mai e non si esaurirà presto.
I dati delle ultime settimane evidenziano che i casi mondiali stanno crescendo in modo record. Il focus - e l’allarme - è rivolto all’America Latina e all’Asia, soprattutto in quei Paesi che non sono mai riusciti veramente a controllare il virus, come Brasile, Messico e India.
In altri Stati che hanno compiuto buoni progressi nel rallentare o contenere le infezioni, tra cui Germania, Corea del Sud e Australia, i nuovi picchi di casi evidenziano quanto fragile possa essere la situazione post-lockdown.
Senza dimenticare il giovane continente africano, con i suoi oltre 351.000 casi, e gli Stati Uniti, sempre più in balia di disordinate e a volte irresponsabili riaperture, con diversi territori alle prese con il rialzo epidemiologico.
Cosa sta succedendo, quindi, nel mondo con il coronavirus?
Epidemia nel mondo: la situazione
Fotografando il mondo alle prese con il coronavirus al 23 giugno, quella che emerge non è proprio un’immagine rincuorante. D’altronde l’OMS lo ha ribadito più volte negli ultimi giorni: il virus non è affatto scomparso e in alcune parti del mondo sta accelerando in modo preoccupante.
Proprio come emerge nel grafico reso noto dalla CNN, nel quale si possono vedere i picchi al rialzo degli ultimi giorni
Il continente americano corre, con più di 4 milioni di contagiati, dei quali 2 milioni negli Stati Uniti, seguiti da Brasile, Peru, Messico, Cile.
L’Europa sta cercando di avviare fasi di maggiori allentamenti delle misure restrittive, ma a guidare i positivi del continente ci sono gli oltre 500.000 contagi in Russia, oltre ai focolai tedeschi.
Poi si è riaccesa l’Asia, con nuovi picchi in Cina e Corea del Sud e aumenti in India, Iran, Turchia, Pakistan, Arabia Saudita.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti, nuovi gruppi di casi in diversi stati, molti nel Sud, stanno costringendo i leader a ripensare i loro piani e imporre nuove regole. Alcuni stanno vedendo un numero record di contagi quotidiani mentre la vita economica e sociale inizia a tornare alla normalità
Anthony Fauci, esperto della Casa Bianca, ha dichiarato che le prossime settimane saranno decisive per capire se la nazione sarà davvero in grado di arginare i contagi in crescita in alcuni Stati, come Florida, Texas, Arizona. Troppi governatori, secondo l’esperto, hanno allentato il lockdown senza seguire linee guida.
Germania
In Germania, lo stato del Nord Reno-Westfalia ha imposto un nuovo blocco in un’area intorno a una fabbrica di lavorazione della carne colpita da un focolaio di coronavirus.
Circa 1.553 lavoratori nello stabilimento di Toennies sono risultati positivi per Covid-19.
Il primo ministro dello stato, Armin Laschet, ha annunciato martedì 23 giugno che l’intero distretto di Guetersloh - che ospita più di 360.000 persone - sarà bloccato per la settimana successiva.
L’epidemia ha portato il tasso di riproduzione Covid-19 (R) del Paese in aumento a 2,88, il che significa che ogni persona con il virus sta infettando in media altre 2,88 persone. La Germania ha cercato di mantenere la R al di sotto di 1.
Corea del Sud
I funzionari sanitari della Corea del Sud, che per molti versi hanno dato al mondo un modello da manuale su come rispondere al virus, hanno detto lunedì 22 giugno che una seconda ondata di infezioni è iniziata da maggio.
Il direttore dei Korea Centers for Disease Control and Prevention, ha dichiarato che la prima ondata del Paese si è conclusa ad aprile, quando i nuovi casi sono diminuiti a circa 10 al giorno. Con il picco alla fine di maggio, i casi confermati quotidianamente sono stati in genere tra 30 e 60. Un totale di 281 persone sono morte nella Corea del Sud.
Australia
In Australia, che ha riportato 102 decessi e poco più di 7.400 casi di coronavirus, un nuovo focolaio nello stato di Victoria ha costretto le autorità a inasprire o reimpostare molte restrizioni.
Con 120 nuovi contagiati negli ultimi sette giorni, a causa di contesti familiari, lo Stato si è allarmato. L’ammonimento è stato verso una parte della popolazione, che, stando alle autorità sanitarie, non ha seguito i consigli sul distanziamento fisico, l’igiene, la limitazione negli assembramenti.
America Latina e India
In Brasile, Messico e India, la storia è diversa: questi Paesi, infatti, nonostante le misure di contenimento adottate in modo più o meno efficace, stanno registrando casi in aumento.
In Brasile, dove il presidente Jair Bolsonaro ha ripetutamente minimizzato il rischio del virus, i casi crescono di circa 20.000 al giorno e i decessi di circa 1.000 ogni giorno. La nazione ha il secondo più alto numero di infezioni al mondo, con oltre 1,1 milioni di casi, mentre oltre 50.000 persone sono morte per il virus.
Lunedì 22 giugno, il Messico ha registrato un numero di decessi giornalieri più elevato rispetto al Brasile per il secondo giorno consecutivo, con 759 morti e quasi 5.000 nuovi casi di coronavirus, portando il numero totale di positivi confermati a oltre 185.000 e il bilancio delle vittime a più di 22.500.
È la stessa tendenza in India, che ha registrato oltre 100.000 nuovi casi negli ultimi otto giorni. Ora ha più di 440.000 contagiati e 14.000 morti confermati. Il Paese ha imposto un blocco alla fine di marzo, ma ha iniziato rapidamente ad allentare le restrizioni. Gli indiani riferiscono che gli ospedali sono sopraffatti e le persone in cerca di test e cure vengono respinte.
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