Anche la pelle può mostrare sintomi di coronavirus: dai geloni all’orticaria, ecco i tipi di eruzioni cutanee associate al Covid-19 che sono un campanello d’allarme, e i consigli dei medici.
Tenete d’occhio la comparsa di macchie, puntini rossi, bolle o sfoghi della pelle, perché potrebbero essere un sintomo di Covid-19.
Diversi studi hanno dimostrato che il Covid-19 non attacca solo il sistema respiratorio, ma può colpire anche il sistema circolatorio e causare danni al cervello, al cuore e ad altri organi.
In alcuni casi i segni sulla pelle possono essere il primo e unico sintomo della malattia, sostiene uno studio.
Tra i sintomi dermatologici più segnalati sono emersi geloni ed eruzioni cutanee sul corpo, che attualmente non sono inclusi nell’elenco dei sintomi del coronavirus. La forma di eruzione cutanea più comune è quella che si presenta in piccole bolle rosse e piatte soprattutto sul busto, ma moltissime anche le segnalazioni del “dito COVID”, un’eruzione cutanea che appare sulle dita dei piedi dei pazienti anche in assenza di altri sintomi. Ecco le cose da sapere.
Covid, sintomi anche sulla pelle
Le manifestazioni cutanee possono aiutare a scovare le forme asintomatiche di Covid-19. L’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani ha stilato alcune linee guida per aiutarci a capire a quali sintomi della pelle imputabili all’infezione e quando preoccuparci.
I segni cutanei legati al Covid-19 possono essere di vario tipo: si va dalle bolle simili al morbillo, ai puntini tipo varicella, fino ai pomfi che ricordano l’orticaria. Molto frequenti le macchie rosse e gonfie alle dita dei piedi o delle mani, simili a geloni, con sensazione di prurito o dolore.
L’eruzione cutanea in genere sparisce spontaneamente entro massimo qualche giorno, senza lasciare segni. Questi rash possono apparire tanto nei bambini quanto negli adulti e negli anziani, sia nei soggetti asintomatici che sintomatici. Nei casi di infezione accertata, i rash diffusi sul corpo insorgono più spesso in concomitanza di altra sintomatologia simili-influenzale e respiratoria.
Le 3 eruzioni cutanee di cui preoccuparsi
Uno studio condotto da un team di ricercatori del King’s College di Londra sui dati di 336.000 utenti inglesi registrati sull’app COVID Symptom Study ha scoperto che l’8,8% delle persone risultate positive al coronavirus aveva riportato eruzioni cutanee, contro il 5,4% di coloro che erano risultati negativi.
Per approfondire l’indagine gli studiosi hanno condotto un sondaggio separato che ha raccolto le immagini e le informazioni di quasi 12.000 pazienti sospetti o con diagnosi di Covid-19 ed eruzioni cutanee. Circa il 17% degli intervistati positivi al coronavirus ha riportato l’eruzione cutanea come primo sintomo della malattia e per 1 persona su 5 l’eruzione cutanea è stata l’unico sintomo.
I risultati hanno portato gli esperti a chiedere che le eruzioni cutanee siano incluse tra i sintomi chiave per diagnosticare il Covid-19 alla pari di febbre sopra i 37,5 gradi, tosse secca e persistente e perdita di gusto e olfatto.
Lo studio ha identificato 3 tipi di eruzioni cutanee associate al coronavirus:
1) Eruzione tipo alveare (orticaria)
Si assiste a un’improvvisa comparsa di protuberanze sulla pelle che vanno e vengono abbastanza rapidamente e possono essere molto pruriginose. In genere iniziano con un intenso prurito dei palmi o delle piante dei piedi e possono causare labbra o palpebre gonfie.
2) Tipo varicella
Appaiono dei piccoli puntini rossi su qualsiasi parte del corpo ma in genere su gomiti, ginocchia, e sul dorso di mani e piedi. L’eruzione può durare alcuni giorni o settimane.
3) Geloni
In questo caso si manifestano bolle rossastre o violacee sulle dita di mani o piedi che possono causare dolore ma non prurito. Gli esperti ritengono che questo tipo di eruzione cutanea sia un sintomo più specifico di Covid-19 e più comune nei giovani.
Gli studi
Lo studio inglese fa eco a una precedente ricerca condotta in Spagna e pubblicata sul British Journal of Dermatology a fine maggio. I medici avevano osservato e raccolto i dati di 375 pazienti ricoverati in diversi ospedali per coronavirus con sintomi respiratori ma che hanno sviluppato anche problemi dermatologici come geloni a mani e piedi ed eruzioni cutanee.
Secondo la dott.ssa Ruth Murphy, presidente della British Association of Dermatologists, “La rilevanza di questo studio non è tanto nell’aiutare le persone ad auto-diagnosticare la malattia, ma piuttosto nel contribuire a costruire la nostra più ampia comprensione di come l’infezione possa colpire le persone”.
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