I supermercati stanno prendendo provvedimenti per razionare gli acquisti e garantire i rifornimenti mentre i punti vendita vengono presi d’assalto. Succede in Gran Bretagna.
I supermercati in Regno Unito hanno iniziato a introdurre il razionamento dei prodotti e i rivenditori hanno avvertito il governo che potrebbero scoppiare rivolte e disobbedienza civile nel giro di poche settimane, se la produzione non riuscisse a tenere il passo con la crescente domanda dei clienti.
Il governo invita i cittadini a non farsi prendere dal panico e di fare acquisti normalmente, sperando che la popolazione ricominci ad agire razionalmente dopo un momento di psicosi iniziale.
Tuttavia, pare che gli inglesi abbiano ignorato il consiglio e questa mattina le code per entrare nei supermercati invadevano anche i parcheggi di fronte, per trovarsi poi all’interno con la sorpresa di molti scaffali vuoti. Episodi simili si sono verificati anche negli Stati Uniti, dove sono scoppiate risse per la carta igienica.
Ad esempio, l’isteria britannica ha spinto Sainsbury’s , una delle catene di supermercati più importanti nel Regno Unito, a destinare alcuni punti vendita solo agli anziani e alle persone più vulnerabili. Un’altra, Tesco, è stata costretta a limitare gli orari di apertura dei suoi negozi più grandi.
Coronavirus, le rivolte nei supermercati
La produzione e la distribuzione di generi alimentari in UK sono aumentate del 40% nelle ultime settimane per soddisfare l’enorme domanda. I produttori e i distributori stanno lavorando a pieno regime per mantenere un flusso di rifornimenti sufficiente a coprire le richieste nei negozi e nei supermercati di tutto il Paese.
Ma, i rappresentanti del settore hanno avvertito il governo che i ritmi della produzione attuale potranno essere mantenuti solo per poche settimane e temono le conseguenze di quando le forniture cominceranno a scarseggiare. Il rischio è che queste ultime possano essere compromesse se molti lavoratori del settore si ammalassero trovandosi costretti ad isolarsi.
Uno dei massimi timori è che possano scatenarsi rivolte all’interno dei punti vendita e che gli impiegati possano diventare il bersaglio di abusi e persino di violenza da parte di clienti sempre più disperati. Al governo è stato chiesto di prendere in considerazione l’ipotesi di impiegare le forze di polizia e l’esercito, per evitare che l’illegalità prenda il sopravvento.
Dal canto suo, il governo ha assicurato che la polizia darà priorità alle risorse dove ce ne sarà più bisogno, ma ha dichiarato che queste ultime non hanno rilevato, per il momento, fenomeni tali da suggerire un disordine diffuso come risultato del coronavirus.
Forniture razionate per proteggere le scorte
I supermercati stanno ora discutendo la possibilità di introdurre un razionamento coordinato, il che significa che i clienti saranno limitati nella quantità di prodotti acquistabili per singola spesa da tutti i punti vendita.
Negli ultimi giorni, i principali rivenditori al dettaglio hanno già iniziato a imporre misure restrittive, per evitare che i clienti facciano troppe scorte privandone altri. Aldi ha adottato le misure più severe, introducendo un limite di quattro articoli a persona in tutta la sua gamma di prodotti.
In generale, gli acquirenti inglesi saranno limitati a un massimo di tre unità di qualsiasi prodotto, eccetto i più richiesti, come la carta igienica, il sapone e il latte, dei quali si potranno portare a casa solo due pezzi alla volta.
Ma, anche se questa politica riuscisse a proteggere le scorte, si teme comunque che il personale, nel tentativo di far rispettare le restrizioni, possa rimanere vittima di abusi e violenza.
Intanto, il governo ha messo in atto nuove misure per garantire che le aziende possano continuare a mantenere l’approvvigionamento alimentare, estendendo gli orari di consegna ai supermercati per garantire scaffali riforniti più rapidamente possibile.
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