Cos’è il mining criptovalute, come funziona e come si fa

Violetta Silvestri - Claudia Cervi

09/11/2024

Mining criptovalute: una guida per scoprire cos’è, come fare per guadagnare e tutte le informazioni necessarie per iniziare l’attività.

Cos’è il mining criptovalute, come funziona e come si fa

Mining criptovalute: il termine è cruciale quando si parla di Bitcoin e monete digitali. Ma cosa significa e come funziona esattamente?

Conoscere come si diventa miner e in che modo procedere e guadagnare con il mining criptovalute è un interesse crescente, considerando la popolarità di Bitcoin e delle altre crypto in aumento.

Secondo l’Oam, l’organismo degli agenti e dei mediatori creditizi, in collaborazione con Consob e Banca d’Italia, a marzo 2024 gli italiani detenevano criptovalute per un valore di 2,7 miliardi di euro, l’85% in più rispetto all’ultimo trimestre 2023.

Negli Usa, stando allo studio 2024 di Security.org sulle crypto, il 40% degli adulti americani ora possiede criptovalute rispetto al 30% del 2023.

Le valute digitali, quindi, non sono più considerate un investimento di nicchia. Per questo molti oggi si chiedono cos’è e come si guadagna con il mining, il processo per creare nuove unità e per validare le transazioni sulla blockchain.

Si tratta di un’attività complessa che comporta un enorme dispendio di energia per poter risolvere i complicati algoritmi in cambio di una ricompensa. In questa guida vediamo tutte le informazioni su come si fa mining.

Cosa vuol dire mining criptovalute? Il significato

Il termine mining deriva dall’inglese to mine, che significa estrarre, richiamando il fenomeno della corsa all’oro nella California di fine Ottocento.

Di conseguenza, il mining di criptovalute è quel processo per creare - nel senso proprio di estrarre - nuove unità di crypto attraverso un processo di calcolo decentralizzato con il quale proteggere, elaborare e verificare ogni transazione.

In parole più semplici:

Il mining è il processo attraverso il quale le reti di computer creano e mettono in circolazione nuove valute digitale, verificandone le transazioni effettuate nella blockchain.

Per blockchain si intende letteralmente “catena di blocchi”, intesa come una rete informatica di nodi per gestire in modo univoco e sicuro un registro formato da una serie di dati e informazioni. Un esempio sono le transazioni, gestite in questa modalità apertamente e distribuite senza che ci sia un controllo centrale.

I miners, o minatori, sono coloro che attuano il mining. Essi vengono ricompensati per monitorare e verificare la legittimità delle transazioni soltanto se sono i primi a risolvere una serie di problemi matematici complessi.

Come funziona il mining

Il mining è un’attività fondamentale che porta all’aggiunta di nuovi blocchi alla blockchain (basata su protocolli proof-of-work). Vediamo ora come funziona il processo di mining prendendo in esame la blockchain di Bitcoin.

Per completare il processo di mining e ottenere la ricompensa, i miner devono risolvere algoritmi matematici e indovinare un determinato valore che possa aggiungersi alle altre informazioni presenti nel blocco, restituendo uno specifico codice hash.

L’hash di destinazione è un numero esadecimale a 64 cifre composto di numeri e lettere dalla A alla F. Un hash è una vera e propria impronta digitale di un blocco di dati e viene generato per proteggere i dati trasferiti su una rete attraverso un processo irreversibile.

Quando un miner trova la soluzione, ossia uno dei numeri mancanti dell’hash (che è chiamato nonce), può validare il blocco e gli altri presenti nella rete dovranno confermare la correttezza del risultato e attaccare il nuovo blocco alla catena di blocchi precedenti.

In caso positivo, il miner che ha validato il blocco otterrà la sua ricompensa: questo meccanismo viene chiamato proof-of-work.

Cosa serve per fare mining

Per estrarre criptovalute occorre:

  • comprare un hardware con una elevata capacità di calcolo e di un sistema di raffreddamento;
  • installare un software o un’app di cryptomining e configurarlo;
  • aprire un wallet per criptovalute

Per iniziare a fare mining bisogna sapere anche che:

  • Il mining necessita di enormi potenze di calcolo che derivano dagli hardware degli utenti. Affinché questa attività sia profittevole occorre dotarsi di una scheda video performante, con un hashrate elevato, in grado di consumare il meno possibile. L’investimento minimo per una soluzione di questo tipo è di 1.500 euro, realizzabile sul proprio computer di casa. Per estrarre in modo competitivo, i miners devono dotarsi di hardware con CPU, una scheda grafica ATI (GPU) o circuiti integrati specifici (ASIC). Questi ultimi possono costare da 500 $ fino a migliaia di dollari.
  • occorre effettuare il download di un software, completamente gratuito, che si occupi dell’elaborazione dei dati. I più diffusi, tra i tanti in circolazione, sono GMiners, CGMiner, EasyMiner e BFGMiner. Alcuni di questi software sono open source e gratuiti, altri invece prevedono un canone, come Awesome Miner
  • è necessario aprire un wallet per contenere le criptovalute che verranno create

Come minare criptovalute

Tentare di estrarre criptovalute con il proprio computer potrebbe essere difficile e dispendioso. Poichè la potenza di calcolo di un personal computer rappresenta meno dello 0,001% della potenza di calcolo della rete, potrebbe passare molto tempo prima di riuscire a validare un blocco.

Per superare questo problema e facilitare l’estrazione di criptovalute, sono nate le mining pool, società che coordinano e gestiscono gruppi di miners. I partecipanti alla pool ottimizzano il processo di mining utilizzando valori diversi per la nonce così da risparmiare capacità di calcolo per la creazione di uno stesso blocco.

Per consentire a più miners di unire la potenza di calcolo occorre un server che funge da collegamento in grado di mantenere costante il ritmo della produzione dei blocchi e per consentire di ottenere profitti anche ai più piccoli. Sarà pertanto necessario installare e configurare un software di mining cooperativo (BFGMiner, p2pool, ecoinpool).

Grazie a questo meccanismo i partecipanti ottengono guadagni che individualmente potrebbero non raggiungere se non impiegando molto più tempo. Tutti i miner che partecipano al pool ricevono una ricompensa in base alla propria potenza di mining, ma nessuno rimane senza guadagno per quanto piccolo possa essere il contributo.

Le principali mining pool presenti oggi sono:

  • AntPool, principale mining pool di Bitcoin per potenza di hash rate, con base operativa in Cina
  • Nanopool, pool più grande sulla rete Ethereum e per l’estrazione di altcoin popolari
  • F2Pool, che permette l’estrazione di Bitcoin e di Altcoin

Investire nel mining, conviene? Come si fa?

La crescente popolarità di Bitcoin e in generale delle criptovalute ha spinto molti a chiedersi come si guadagna con il mining e se conviene investire in questa attività.

Bisogna innanzitutto sapere che all’aumentare del numero di miners, crescono le difficoltà di calcolo e i ricavi diminuiscono. Inoltre non tutte le criptovalute sono facili da estrarre e in molti casi l’operazione può risultare antieconomica. Esistono dei siti che calcolano la redditività di estrazione per ogni criptovaluta, permettendo di fare la scelta più appropriata.

Nel caso di Bitcoin, per esempio, ogni quattro anni circa, la ricompensa per il mining si dimezza: questo significa che se nel 2009, quando è stato estratto il primo Bitcoin, il guadagno era di 50 Bitcoin, nel 2012 questo valore è sceso a 25 Bitcoin fino ad arrivare a 3,125 Bitcoin nell’aprile 2024, quando è stato effettuato l’ultimo halving.

Non è facile essere i primi a risolvere la complessa equazione che porta a identificare l’hash corretto per chiudere la blockchain: la potenza di calcolo necessaria per l’estrazione dell’hash è aumentata rispetto ai primi anni, limitando i guadagni. Inoltre va considerata l’energia elettrica occorrente la alimentare i supercomputer impegnati nel calcolo, che devono rimanere accesi 24 ore su 24.

L’altra criptovaluta per eccellenza creata attraverso il mining è Ethereum che segue le stesse regole del mining di Bitcoin. Solo le criptovalute basate sul sistema di validazione proof-of-work possono essere minate: tra queste citiamo Litecoin, Bitcoin Cash e Dogecoin, ma ci sono criptovalute anche più recenti. In questi casi, prima di avviare un’attività di mining, occorre raccogliere più informazioni possibili e fare degli studi approfonditi sulla validità del progetto.

In generale il mining di criptovalute risulta impossibile senza gli strumenti adatti e concorrenziali: la redditività di un miner dipende, infatti, dalla potenza di hashing fornita alla rete.

I rischi del mining

L’attività di mining non è esente da rischi, sia di tipo finanziario che normativo.

Sotto il profilo finanziario, l’acquisto di tutta l’infrastruttura hardware e software per un valore di centinaia o migliaia di euro potrebbe non essere ripagato dai compensi finali.

Inoltre, va considerato il costo dell’energia elettrica consumata per l’estrazione e il conseguente impatto ambientale.

Quest’ultimo aspetto ha spinto alcuni Paesi a vietare o limitare l’attività di mining, proprio a causa degli elevati consumi.

Ci sono poi rischi legati alla sicurezza, specie quando si utilizzano reti internet pubbliche. Spesso, infatti, non sono protette e consentono agli hacker insediarsi con malware per ottenere ulteriore potenza di calcolo nel mining.

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