Sai cosa c’è davvero nelle patatine di McDonald’s?

Ilena D’Errico

21 Giugno 2024 - 19:40

Ecco cosa c’è davvero nelle patatine di McDonald’s: come cambia la ricetta in Italia, la lista degli ingredienti e il processo di lavorazione.

Sai cosa c’è davvero nelle patatine di McDonald’s?

McDonald’s è una catena di formidabile successo, capace di conquistare grandi e piccini con pasti veloci, sfiziosi e allegri. Nonostante ciò, c’è chi si mostra piuttosto dubbioso sugli alimenti venduti, dalla provenienza delle materie prime, agli ingredienti utilizzati. Ovviamente, sono le patatine fritte le grandi protagoniste, il piatto all’eccellenza di questo fast-food che le rende immediatamente riconoscibili per forma, colore e gusto, ancora prima di notare la confezione.

Ma sai cosa c’è davvero nelle patatine di McDonald’s? Non è un dubbio da poco, visto che all’argomento sono state dedicate molte ricerche, di cui qualcuna in collaborazione con la catena, peraltro molto trasparente su tutto il processo di lavorazione dei cibi. Capita, però, di scoprire informazioni errate o inesatte, complice il fatto che non sono tutte uguali. Le patatine fritte di McDonald’s non sono uguali in tutti i paesi e in particolare si distingue fra l’Europa e il resto del mondo, dove hanno il doppio degli ingredienti. Ecco cosa viene utilizzato.

Cosa c’è davvero nelle patatine di McDonald’s

Il conduttore televisivo Grant Imahara ha realizzato un reportage proprio per scoprire cosa ci fosse all’interno delle patatine fritte di McDonald’s. È stato così confermato che la catena di fast-food, adeguandosi alle normative locali, utilizza differenti ingredienti nelle varie parti del mondo. In particolare, bisogna distinguere tra due ricette: quella seguita in Italia e nel resto dell’Europa e una seconda, applicata da McDonald’s in tutte le catene nel resto del mondo.

Quest’ultima è per così dire la ricetta tradizionale delle patatine fritte del fast-food americano, che prevede la bellezza di 14 ingredienti. Il primo, quello presente in composizione maggiore, sono le patate. Potrebbe sembrare scontato, ma non è così infrequente trovare prodotti derivati dal tubero che vengono realizzati con preparazioni e impasti. La catena impiega invece le patate così come sono, tagliandole con una macchina per ottenere la classica forma a bastoncino, dopo averle lavate.

Prima ancora di prendere forma ricevono una prima frittura, così che dopo il taglio possono essere condite. Vengono quindi spruzzate con una miscela di oli vegetali (colza, mais, soia, soia idrogenata) e aromi, tra cui uno al gusto di manzo, del grano idrolizzato, latte idrolizzato, e acido citrico. Vengono inoltre aggiunti il polidimetilsilossano (Pmds) che aiuta a proteggere le patatine dalle alte temperature che ricevono in frittura.

Questa sostanza viene spesso indicata come antischiuma, poiché appartenendo alla famiglia dei siliconi fornisce resistenza al calore. È molto più comune di quanto si pensi, lo si trova spesso indicato come “E900 antischiumogeno” ed entro certe dosi è sicuro per l’uso alimentare. Per la conservazione delle patatine è poi impiegato un ulteriore addittivo, il terz-butil-idrochinone, che funge da antiossidante. Per preservare il giallo tipico delle patatine si usa quindi uno zucchero, il destrosio, e infine il sale.

Le patatine così ottenute, che contengono dunque glutine, derivati del latte e di altre proteine animali, vengono sottoposte a un congelamento rapido per approdare nei fast-food, dove riceveranno la seconda frittura per poi arrivare a tavola.

Cosa contengono le patatine di McDonald’s in Italia

Come anticipato, la ricetta delle patatine di McDonald’s subisce alcune variazioni nei ristoranti sul territorio europeo, molto probabilmente per uniformarsi alle normative locali. Qui la lista degli ingredienti è praticamente dimezzata, anche se il procedimento è analogo. In particolare, vengono utilizzati il destrosio come zucchero e il difosfato sodico come antiossidante. La pre-frittura avviene in oli vegetali non idrogenati, nel dettaglio di colza e di girasole, con l’antischiumogeno E900. L’olio della seconda frittura è composto allo stesso modo. L’ultimo passaggio è comunque la salatura, poi entro 7 minuti dalla seconda frittura devono essere servite.

Mancano quindi alcuni aromi, infatti le patatine “europee” sono vegetariane e non contengono glutine. Questo non significa che siano adatte a persone celiache o intolleranti, per via della possibile contaminazione con altri alimenti, indicata opportunamente dal fast-food. Gli eventuali prodotti gluten free sono sempre indicati dall’apposito bollino, che certifica il controllo in tutte le fasi della preparazione.

Per le patatine fritte sono usate patate a pasta bianca, prevalentemente provenienti dalla Svizzera, in particolare dalla Frigemo AG di Cressier (NE).

L’olio delle patatine di McDonald’s

Risolviamo un altro dubbio sulle patatine fritte di McDonald’s, ovvero l’olio di frittura. Come indicato dalla catena, l’olio viene pulito e filtrato ogni giorno per la rimozione dei residui alimentari. Il cambio avviene quando segnalato da un apposito strumento elettronico che rileva la presenza di sostanze polari, al fine di verificare il grado di usura.

Si tratta comunque di una miscela vegetale composta da olio di colza e di girasole, entrambi con un punto di fumo sufficientemente alto da essere impiegati per la frittura e con un sapore neutro. Ci sono vari studi di esperti in nutrizione che valutano l’impatto di questi (e altri) grassi vegetali sulla salute, con risultati che variano a seconda del modo di utilizzo, ma in sintesi pare che un consumo sporadico nella frittura non crei troppi problemi.

È noto, peraltro, che pasti processati come quelli dei fast-food non dovrebbero rappresentare una parte importante della dieta quotidiana, perciò nella misura raccomandata non ci sono rischi significativi per la salute.

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