Cos’è il Codacons e da dove prende i soldi per sostenersi

Violetta Silvestri

28 Marzo 2020 - 10:57

Codacons nel mirino delle polemiche in queste ore. Il botta e risposta tra Fedez e l’associazione sulla raccolta fondi per l’emergenza coronavirus sta suscitando una certa curiosità. Ma cos’è davvero il Codacons? E, soprattutto, come si finanzia?

Cos’è il Codacons e da dove prende i soldi per sostenersi

In questi giorni di grave emergenza in Italia per il coronavirus è partita una gara di solidarietà per la raccolta di fondi necessari soprattutto per i bisogni sanitari. Non sono mancate, però, le polemiche.

Tra le più recenti c’è quella tra il Codacons e Fedez, noto rapper e influencer, che con sua moglie Chiara Ferragni ha avviato con successo una campagna a favore dell’ospedale San Raffaele di Milano.

L’associazione a tutela dei consumatori, però, ha voluto vederci chiaro, chiamando in causa l’Antitrust per un approfondimento sulle modalità utilizzate dalla coppia per la raccolta dei fondi.

Tanto è bastato per far partire una polemica pungente di Fedez contro le iniziative - presunte - del Codacons a favore del coronavirus.

Ma cos’è e di cosa si occupa l’associazione per la tutela dei consumatori. E, soprattutto, da dove prende i soldi necessari per sostenersi?

Codacons: cos’è e di cosa si occupa l’associazione

Il Codacons è un’associazione piuttosto nota a livello nazionale, spesso legata a battaglie giudiziarie specifiche per la tutela del cittadino inteso come consumatore.

Nello specifico, come si legge nella pagina del sito ufficiale dell’ente, il Codacons - Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori - è un’associazione di volontariato di cui alla l.266/91 autonoma, senza fini di lucro a base democratica e partecipativa che persegue esclusivamente obiettivi di solidarietà sociale.

È dunque autonoma, con propri associati iscritti e con una sua organizzazione, che vanta sedi su tutto il territorio nazionale.

La sua nascita risale al 1986, quando si è formata una vera associazione sulla base di precedenti campagne a favore di consumatori e di utenti.

Lo scopo del Codacons, come si legge nello statuto, è di: “tutelare con ogni mezzo legittimo, e in particolare con il ricorso allo strumento giudiziario, i diritti e gli interessi di consumatori ed utenti.”

La sua azione, quindi, si rivolge a cittadini e soggetti pubblici e privati e a chi eroga beni e servizi. L’obiettivo è di agire per facilitare l’eliminazione delle distorsioni del mercato che possono scaturire da abusi o altri reati contro la P.A.

L’azione giudiziaria è il principale strumento utilizzato nelle proprie azioni. Considerata la sua rilevanza e il suo riconoscimento a livello nazionale, l’associazione fa parte di alcune Commissioni consultive della Pubblica Amministrazione.

Non risulta, comunque, un ente pubblico o statale.

Come si finanzia il Codacons?

Nell’ambito della polemica sorta con Fedez, più di qualche cittadino potrebbe domandarsi come realmente si finanzia il Codacons.

Dove prende i soldi l’associazione per sostenere le sue attività di tutela? Più volte i vertici sono intervenuti per fare chiarezza su questo aspetto non sempre chiaro.

Innanzitutto occorre sottolineare che il Codacons non riceve soldi pubblici intesi come finanziamenti dello Stato sottratti dalla fiscalità generale.

In quanto associazione privata, si finanzia essenzialmente tramite i seguenti strumenti: quote di iscrizione dei singoli cittadini; 5Xmille; donazioni di privati; finanziamenti da fondazioni bancarie per specifici progetti; incassi delle multe dell’ Antitrust.

Quest’ultimi, sono soldi che arrivano tramite il ministero dell’Economia, che funge da veicolo. L’associazione, comunque, è obbligata a impiegarli per attività finalizzate alla difesa del consumatore.

Come si legge dal quadro riassuntivo delle entrate e degli enti erogatori sul sito del Codacons, molti finanziamenti (anche di ministeri) sono legati a particolari progetti inerenti l’attività dell’associazione.

Inoltre, risultano parecchi contributi per conciliazioni paritetiche da parte di CSEA (Cassa per i servizi energetici e ambientali), ente pubblico economico operante nei settori dell’elettricità, del gas e dell’acqua.

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