Mario Draghi dovrebbe affiancare Giorgia Meloni nel delicato passaggio di consegne a Palazzo Chigi, poi nel suo destino ci potrebbe essere la guida della Nato, dell’Ue o il Colle.
Mario Draghi e Giorgia Meloni, il paradosso è servito. La leader di Fratelli d’Italia, unico grande partito all’opposizione durante l’esperienza del “governo dei migliori”, sarebbe ora pronta non solo ad ascoltare i suggerimenti del presidente del Consiglio uscente, ma anche a fare propria la sua tanto chiacchierata “agenda” con tanto di voci di possibile conferma di alcuni dei ministri tecnici: Franco, Cingolani, Colao e Giovannini.
“Sono in contatto con il governo in carica che è impegnato in una trattativa difficile per trovare soluzioni a livello europeo” ha dichiarato Meloni sabato scorso a Milano. Oltre che con Draghi, il dialogo sarebbe fitto anche con i ministri Franco e Cingolani.
Del resto i prossimi mesi che aspettano Giorgia Meloni sono da “far tremare i polsi”, con la priorità del nuovo governo che sarà quella di dare risposte in merito al caro-bollette e alla questione energetica.
Su questi temi il governo Meloni di conseguenza dovrebbe muoversi lungo la via tracciata in questi mesi dall’esecutivo al momento in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, con Draghi pronto ad accompagnare la numero uno di FdI in questo passaggio di consegne.
Mario Draghi così potrebbe rappresentare l’Italia per l’ultima volta in occasione del Consiglio europeo che si terrà questo fine settimana a Praga, mentre a Bruxelles il prossimo 20 ottobre dovrebbe toccare già a Giorgia Meloni.
Una volta finito questa sorta di “tutoraggio”, resta da capire cosa farà in futuro Mario Draghi.
Mario Draghi: futuro alla Nato o alla Commissione europea?
Cosa farà Mario Draghi quando tra non molto non sarà più presidente del Consiglio? Difficile vederlo in futuro come un pensionato qualsiasi a fare il “nonno”, anche perché il suo nome da tempo circola con insistenza a Bruxelles sia sponda Nato sia Ue.
A settembre 2023 infatti scadrà l’incarico di Jens Stoltenberg, attuale segretario generale della Nato il cui mandato è stato prorogato già per due volte. Dopo essere stato capo del governo in Italia, Mario Draghi ora avrebbe tutte le carte in regole per prendere il suo posto.
In passato si è parlato anche di Matteo Renzi come particolarmente interessato alla guida dell’Alleanza atlantica ma, senza nulla togliere al senatore toscano, la candidatura dell’ex numero uno della Bce appare essere più forte.
Sempre a Bruxelles poi in molti vorrebbero Mario Draghi come prossimo presidente della Commissione europea, con l’attuale mandato di Ursula von der Leyen che scadrà il 31 ottobre del 2024. Cinque mesi prima però ci saranno le elezioni europee e molto dipenderà da quella che sarà la prossima maggioranza in seno all’Ue.
Presidente della Repubblica dopo Mattarella?
Nonostante il nulla di fatto dello scorso gennaio, sono diverse le voci che ancora circolano in merito a un futuro al Colle per Mario Draghi. Il secondo settennato di Sergio Mattarella però è appena iniziato ma una sorta di staffetta tra i due non sarebbe da escludere visti anche gli ottimi rapporti.
Prima di diventare presidente della Repubblica, Draghi potrebbe essere nominato senatore a vita, un rumor questo che è stato rilanciato dopo la fine anzitempo del governo presieduto dal banchiere ora in pensione.
Non sarebbe da scartare infine l’ipotesi di un secondo governo Draghi, anche se il diretto interessato durante la campagna elettorale ha smentito questa ipotesi dopo che il terzo polo per settimane lo ha tirato per la giacchetta nella speranza di un suo bis.
Se il governo Meloni però dovesse naufragare al pari della situazione generale del nostro Paese, i partiti potrebbero tornare a supplicare un suo ritorno a Palazzo Chigi nonostante la tumultuosa fine delle recenti larghe intese.
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