Avere molti contanti espone a rischi di accertamenti fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ecco cosa non fare mai se si dispone di un gruzzolo in contanti.
Anche se i soldi contanti appartengono a chi li detiene, non è detto che il proprietario possa farci qualsiasi cosa. I soldi non possono comprare tutto e soprattutto solo per il fatto di usare contanti non si evita il rischio di insospettire l’Agenzia delle Entrate. Anzi, usare soldi contanti, a volte, potrebbe mettere ancora di più a rischio controllo fiscale.
Da premettere subito che questa non vuole essere una guida per gli evasori fiscali che non sanno come ripulire il denaro evaso, ma piuttosto una sorta di vademecum per i cittadini onesti che si ritrovano ad avere un gruzzolo di contanti ottenuti con scopi leciti (regali accumulati nel tempo, risparmi tenuti in casa che lievitano con il passare degli anni…) e che non sanno come spenderli senza che l’Agenzia delle Entrate presuma che si sia stata .
Portiamo l’esempio di una casalinga che risparmia ogni mese 100 euro e li metti in un barattolo. Nel giro di quattro o cinque anni accumulerà un gruzzolo che non sarà facile smaltire. Quello che bisogna considerare è che negli ultimi anni c’è stata una vera e propria criminalizzazione del denaro contante divenuto sinonimo di evasione fiscale.
Come si usano i contanti senza violare la legge e senza destare sospetti infondati nel Fisco?
L’uso dei contanti è sempre più difficile
Per avere diritto alle maggior parte delle detrazioni fiscali, oggi, è necessario pagare con mezzi di pagamento tracciabile. Per tutte le spese che danno diritto alla detrazione nel 730, quindi, i contanti non possono essere utilizzati. A questo deve sommarsi il limite all’uso dei contanti imposto dalla legge, alle precauzioni messe in atto per l’antiriciclaggio ed ecco che chi ha un onesto gruzzolo di contanti non sa più cosa farsene per paura di incappare in accertamenti fiscali.
Diciamo subito che se si hanno poche centinaia di euro in contanti non serve usare nessuna precauzione nell’utilizzo (tranne quella legata alle detrazioni fiscali che per la maggior parte delle cose pagate in contanti non spettano). Il discorso che stiamo per affrontare è valido per chi ha diverse migliaia di euro in contanti e non sa cosa farci.
Parliamo di soldi leciti di cui, però, il Fisco ignora l’esistenza (perché si tratta di somme non assoggettate all’imposizione fiscale) perché non risultano dalla dichiarazione dei redditi. Proprio per questo motivo è sconsigliabile utilizzarli per un acquisto tracciabile. Anche se la somma dovesse bastare per compare una macchina, ad esempio, non è possibile effettuare l’acquisto in contanti a causa del limite all’utilizzo.
Se anche fosse possibile, però, l’Agenzia delle Entrate si chiederebbe da dove arrivano i soldi che hanno permesso l’acquisto, visto che non sono stati prelevati dal conto corrente. Allo stesso modo quei soldi non possono essere versati sul conto corrente se la loro provenienza non può essere dimostrata, perché il Fisco presume che qualsiasi versamento sia imputabile a reddito e per questo vada tassato.
La presunzione legale
Per legge il Fisco può presumere che qualsiasi somma versata sul conto sia reddito da assoggettare a tassazione, una {{}} per considerare un contribuente un evasore fiscale. Anzi, la prova deve portarla il contribuente per discolparsi dell’accusa e deve essere documentale e con data certa: solo in questo modo si riesce a dimostrare che le somme sono esentasse perché regalata o che sono state già versare le tasse come avviene per una vincita.
Supponiamo che un padre regali al figlio 10.000 euro in contanti e che il figlio decida di versarli sul proprio conto corrente. Il Fisco presumerà che si tratti di redditi non dichiarati e gli chiederà di pagare le imposte sull’intera somma. Il figlio per dimostrare la provenienza del denaro non potrà portare come testimone il padre perché la prova deve essere documentale e con data certa (sarebbe stato molto meno rischioso per il figlio che il padre gli avesse fatto un bonifico).
Cosa non fare con i soldi contanti
Se il contribuente non è in grado di dimostrare la provenienza del denaro la prima cosa da evitare è versarlo sul conto corrente: meglio tenere i soldi in casa e utilizzarli un po’ per volta o metterli in una cassetta di sicurezza.
Da tenere presente che l’Agenzia delle Entrate controlla spese che eccedono di almeno il 20% il reddito dichiarato, se, quindi, i contanti non eccedono di molto si possono usare senza problemi. In tutti gli altri casi per spenderli bisogna fare attenzione affinché l’acquisto non venga ricondotto a chi lo effettua.
Anche se si decide di spendere i contanti, però, bisogna fare attenzione a come si decide di farlo: ci sono acquisti che sono tracciabili perché richiedono il codice fiscale dell’acquirente: se si acquista una macchina o un motorino, se si acquisto un terreno o una casa, anche quando si acquista una ricarica del telefono serve il codice fiscale.
Bisogna fare attenzione a tutte le spese che hanno lo scontrino con codice fiscale, mentre le somme possono essere spese tranquillamente quando viene emesso lo scontrino semplice, poiché anonimo. Il consiglio, però, è sempre quello di non tenere un tenore di vita al sopra delle proprie normali possibilità, perché questo farebbe insospettire il Fisco e portare ad un accertamento fiscale.
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