Cosa resta di TIM dopo la cessione di Netco a KKR? Un monopolista privato garantito dallo Stato

Guido Salerno Aletta

29 Luglio 2024 - 15:06

Il «miracolo» si compie azzerando gli investimenti: l’EDIBTA After Lease Capex passa infatti dallo 0% del 2024 al 53% del 2039. L’EDIBTA Margin complessivo passa così dal 46% del 2024 al 61% del 2039.

Cosa resta di TIM dopo la cessione di Netco a KKR? Un monopolista privato garantito dallo Stato

Siamo riusciti nell’inverosimile: ad abbattere nel 1998 il monopolio pubblico nel settore delle telecomunicazioni per aprire finalmente il settore alla concorrenza di mercato ed approdare nel 2024 infine al completo monopolio privato della rete, visto che dopo la cessione a NetCo della rete fissa da parte di TIM insieme a tutta una serie di altri spezzoni già conferiti da parte di altri operatori a FiberCop per avviare un’iniziativa di tipo consortile sotto l’egida della stessa TIM, si profila la ulteriore acquisizione di Openfiber, l’operatore che Enel e CdP, inizialmente partner al 50%, avevano immaginato che sarebbe stato il concorrente di Tim nel settore della fibra ottica nelle aree nere e grigie, quelle dove c’è piena concorrenza ovvero almeno un operatore, oltre che il concessionario di INFRATEL, la società pubblica che ha l’incarico di far realizzare questa nuova infrastruttura nelle aree bianche, quelle a fallimento di mercato.

Il punto non è tanto quello di valutare la ipotetica funzione futura “di garanzia” della partecipazione da parte dello Stato in NetCo, che è del 16%, cui si aggiunge l’11,2% di F2I, quanto di capire che cosa è già stato deciso, e che risulta dalla documentazione ufficiale. Questa operazione ha come unico obiettivo un aumento enorme dei profitti, da realizzare attraverso tre strumenti:

a) l’azzeramento degli investimenti di rete;
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