Cosa rischio se compro su Temu?

Ilena D’Errico

20/05/2024

Cosa rischia chi usa Temu: ecco i possibili pericoli derivanti dall’utilizzo dell’app di shopping secondo le accuse mosse dalle associazioni in difesa dei consumatori.

Cosa rischio se compro su Temu?

Temu, l’applicazione cinese di shopping economico, continua a destare molte perplessità. Sono molte le accuse rivolte alla società, dalla presunta violazione della privacy nella raccolta dei dati personali degli utenti alla scarsa qualità dei prodotti e dei controlli di sicurezza. Ma nel concreto cosa rischia chi compra su Temu?

Naturalmente, non sono ancora state accertate delle responsabilità e non si può dare nulla per assodato, anche perché Temu contesta la maggior parte delle critiche ricevute e manifesta l’intenzione di collaborare con le autorità e le associazioni per i consumatori dei vari paesi in cui opera. Anche il governo degli Stati Uniti si sta interessando all’operato di Temu, o meglio, della sua azienda madre, la Pdd Holdings.

In particolare, dovrebbero essere approfondite le condizioni dei lavoratori (si parla addirittura di lavoro forzato) e la gestione dei dati, che si teme possano essere impiegati anche a fini politici. Insomma, ci sono vari punti che devono essere chiariti, concentriamoci ora su quelli potenzialmente rilevanti per i singoli consumatori.

La violazione della privacy

Il trattamento dei dati personali degli utenti è una delle incertezze maggiori riguardanti l’app Temu. Bisogna infatti sapere che la Pdd Holdings possiede un altro rivenditore cinese, Pinduodo, la cui applicazione è stata disponibile nel Play Store prima di essere ritirata a causa delle massicce segnalazioni. Queste ultime riguardavano proprio il trattamento dei dati personali, del tutto irrispettoso della privacy degli utenti.

Aggirando i sistemi di sicurezza Android, l’app raccoglieva i dati senza l’autorizzazione degli utenti, così da utilizzarli a fini di marketing. L’azienda ha attribuito la colpa ad alcuni sviluppatori del team, che sono stati infatti licenziati ma, secondo la CNN, assunti poi per lavorare all’app di Temu.

Quest’ultima è accusata di accedere a dati e funzioni del dispositivo, come la fotocamera, il microfono e i contenuti multimediali, senza alcuna ragione. Nella migliore della ipotesi, i dati raccolti verrebbero utilizzati per affinare le strategie di marketing, ma comunque è possibile revocare le autorizzazioni dalle impostazioni del proprio smartphone.

Il rischio riguarda per lo più la possibile sottrazione illecita dei dati, che per ovvie ragioni non è facile da individuare. I dati degli utenti potrebbero essere utilizzati per svariate ragioni illecite e dannose ai danni dei privati o della collettività, anche quando non riguardano dati di pagamento. I dati anagrafici, per esempio, sono impiegabili per compiere reati come le truffe sotto falso nome. Si tratta di possibili rischi del trattamento illecito di dati personali, l’accusa rivolta a Temu propende più che altro sull’uso dei dati per fini di marketing.

Anche in questo caso non c’è nulla di certo, i report sono contrastanti, perciò potrebbe essere utile implementare la strategia di protezione dei dati sul proprio smartphone attraverso programmi ad hoc.

I dati di pagamento e i rimborsi

C’è un tema spinoso che prima o poi tocca qualsiasi app di shopping online, ovvero la gestione dei dati di pagamento degli utenti. Ebbene, su questo pare proprio che Temu non abbia nessuna ombra. Il sistema delle transazioni rispetta le misure di sicurezza standard, perciò si potrebbe tranquillamente paragonarlo a quello impiegato da colossi come Amazon e Ebay.

Non sono stati rilevati finora problemi riguardo ai dati di pagamento né alla gestione delle transazioni e considerando l’alta attenzione su questo e-commerce ciò significa che i pagamenti sono davvero sicuri. Non c’è il rischio di furti, addebiti impropri o problemi di questo genere.

Non è lo stesso per quanto riguarda i rimborsi, come confermato da un’analisi di Altroconsumo. Sebbene non siano state rilevate anomalie nella gestione del reso, il rimborso talvolta arriva in ritardo rispetto a quanto previsto dal Codice del consumo. Quest’ultimo, nel dettaglio, chiede che il rimborso sia erogato entro 14 giorni dalla comunicazione di recesso, anche se la somma può essere trattenuta fino alla prova della restituzione. Nell’esperimento condotto, il rimborso è avvenuto invece 29 giorni dopo la comunicazione di recesso e 25 giorni dopo la restituzione del pacco al corriere.

La sicurezza dei prodotti

Il successo di Temu è dovuto in buona parte alla sua convenienza, per utilizzare un eufemismo. I prodotti vengono venduti a prezzi stracciati, spesso abbassati all’estremo da offerte last-minute e promozioni, tanto da destare dubbi sulla loro qualità e conformità alle leggi. Dubbi che non impediscono agli utenti di effettuare molti acquisti dall’app (forse anche spinti da pratiche commerciali fin troppo persuasive), ma non è questo il problema principale.

Il dato oggettivo rilevante è che su Temu opera un vasto numero di rivenditori, su cui non vengono effettuati controlli accurati. La società, peraltro, non garantisce la tracciabilità degli operatori commerciali. Nell’esperimento condotto da Altroconsumo, in effetti, molti prodotti sono risultati di scarsa qualità o perfino danneggiati o difformi dalla rappresentazione (più spesso capace di trarre in errore e non del tutto falsa). Come già detto, tuttavia, il recesso funziona regolarmente.

Il rischio più grande riguarda piuttosto la mancanza di conformità di alcuni prodotti rispetto alla normativa europea. E non si tratta di prodotti qualunque, bensì di giocattoli per bambini, cosmetici e caschi di protezione per i monopattini. Le irregolarità riscontrate sono molteplici, dalla mancanza della marcatura CE e la sua contraffazione all’assenza di istruzioni comprensibili, passando per l’etichette incomplete e il mancato rispetto dell’obbligo di omologazione.

I rischi sono soprattutto per la salute, ma senza conoscere la normativa europea di riferimento non è semplice individuare le difformità. Di conseguenza, si invita a consultare gli standard europei prima di acquistare prodotti destinati ai bambini, cosmetici e dispositivi di sicurezza.

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