Nuova gaffe del compagno della premier Meloni, Andrea Giambruno, il quale ha definito la migrazione una “transumanza”. Peccato la transumanza non ha nulla a che fare con i migranti: ecco cos’è.
Andrea Giambruno, il compagno della premier Giorgia Meloni, torna a far parlare di sé e questa volta dopo aver definito erroneamente l’immigrazione una transumanza. Un errore evidente e grossolano.
Dopo che Giambruno si è lasciato andare al victim blaming, commentando lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo ai danni di una 19enne, di fatto colpevolizzando le vittime di abusi e violenze sessuali per comportamenti e abitudini che le avrebbero condotte a “incontrare il lupo”, Giambruno si è lasciato andare a un altro infelice commento descrivendo l’immigrazione in Europa come una transumanza.
Peccato che la transumanza non abbia nulla a che fare con l’immigrazione ma tutto con il passato pastorale italiano e non solo: una gaffe - nel caso in cui il giornalista non conosca il reale significato del termine - un insulto nel caso contrario.
È opportuno capire cosa ha detto Andrea Giambruno - e perché è sbagliato - e spiegare cosa sia la transumanza. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
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Transumanza e immigrazione: cosa ha detto Andrea Giambruno?
Questa volta Andrea Giambruno torna a far parlare di sé nel tentativo di ricordare Silvio Berlusconi. Il conduttore di Diario del Giorno su Rete4 ha raccontato di aver sentito dire da alcuni politici italiani che Berlusconi è stato un “formidabile visionario geopolitico”.
Cioè è stato forse il più grande ministro degli Esteri che il Paese abbia avuto negli ultimi 30 anni. Aveva già capito tutto della transumanza, se così possiamo definirla, dall’Africa verso l’Europa
Peccato che transumanza sia espressamente riferito non agli uomini, ma agli animali. Inutile dirlo, all’ennesimo commento infelice del compagno di Giorgia Meloni è ripartito il tam tam sui social.
Cosa significa transumanza e perché non c’entra nulla con i migranti
La transumanza è un’antica pratica della pastorizia (tutt’oggi viva) che consiste nella migrazione stagionale di greggi, mandrie e dei loro pastori che fin dall’antichità si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane verso quelli delle pianure durante la stagione invernale, e viceversa nella stagione estiva.
Si tratta quindi di una tradizione che affonda le sue radici nella preistoria e che si sviluppa in Italia e non solo, anche tramite le vie erbose dei “tratturi” che testimoniano l’antico rapporto equilibrato tra uomo e natura e soprattutto un uso sostenibile delle risorse naturali. Di transumanza hanno scritto i più grandi poeti, da Virgilio, nelle Georgiche, a Gabriele D’Annunzio nella poesia I pastori:
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti .
Nel 2019 la transumanza è stata inserita dall’Unesco nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale, riconoscendo il valore della pratica sulla base di una candidatura transnazionale presentata da Italia, Austria e Grecia. L’Unesco vuole così sottolineare l’importanza culturale di una tradizione che ha modellato le relazioni tra comunità, animali ed ecosistemi, dando origine a riti, feste e pratiche sociali che costellano l’estate e l’autunno. I cammini della transumanza - a oggi ancora percorribili - sono un’importante testimonianza della storia e della cultura pastorale italiana e offrono la possibilità di scoprire paesaggi naturali e culturali di grande bellezza.
Ritornando a Giambruno, quindi, possiamo concludere che nel migliore dei casi, si è trattata a tutti gli effetti di una gaffe sbagliando il termine, nel peggiore dei casi di un vero e proprio insulto che definisce le persone che sono in fuga dalle difficili condizioni (economiche, politiche) dei loro paesi e dalle loro guerre come degli animali: un’immagine che purtroppo rispecchierebbe - secondo i critici del Governo Meloni - a come effettivamente l’esecutivo stia trattando i migranti con le nuove regole di detenzione nei Cpr definite dal Decreto migranti, che di fatti potrebbe essere incostituzionale.
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